Istanza al Tribunale per la correzione degli errori materiali del lodoInquadramentoEntro un anno dalla comunicazione del lodo le parti possono chiederne agli arbitri la correzione e l'integrazione, nei limiti stabiliti dall'art. 826 c.p.c. Gli arbitri provvedono sentite le parti, dando comunicazione della correzione. Se invece non provvedano, l'istanza di correzione si propone al tribunale nel cui circondario ha sede l'arbitrato. Se il lodo è già stato depositato, la correzione è richiesta al tribunale del luogo in cui il deposito è stato effettuato. Si applicano le disposizioni dell'art. 288 in quanto compatibili. Alla correzione Può provvedere anche il giudice di fronte al quale il lodo è stato impugnato o fatto valere. La formula che segue è concepita per la correzione del lodo da parte del tribunale. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] ISTANZA DI CORREZIONE DEL LODO ARBITRALE nell'interesse di: ..., nato/a a ... il ..., C.F. n. ..., elettivamente domiciliato/a per i fini di questo procedimento arbitrale in ..., via ..., presso lo studio dell'Avv. ... che lo/a rappresenta e difende per procura ...; contro ..., nato/a a ..., il ..., C.F. n. ..., elettivamente domiciliato/a per i fini di questo procedimento arbitrale in ..., via ..., presso lo studio dell'Avv. ... che lo/a rappresenta e difende per procura ...; PREMESSO -) con lodo rituale sottoscritto il ..., l'Ill.mo Collegio arbitrale [2], composto dai signori ..., Presidente, ... e ..., Arbitri nominati dalle parti, ha deciso la controversia tra le parti indicati in epigrafe stabilendo quanto segue [3]: -) il lodo arbitrale è affetto dal seguente errore materiale [4]: ...; -) la detta integrazione non può essere disposta dallo stesso Ill.mo Collegio arbitrale [5] ai sensi dell'art. 826 c.p.c., considerato che è decorso l'anno dalla comunicazione del lodo [6]. Tutto ciò premesso, la parte istante indicata in epigrafe, come sopra rappresentata e difesa CHIEDE che l'Ill.mo Tribunale adito, fissata la comparizione delle parti ed assegnato all'istante termine per la notificazione dell'istanza di correzione e del provvedimento di fissazione dell'udienza, voglia provvedere alla correzione del lodo, disponendo che, a pagina ... del medesimo, laddove è scritto « ... », debba invece intendersi scritto « ... ». Si depositano i seguenti documenti: 1. copia del lodo; 2. ...; 3. .... Trattandosi di procedimento di volontaria giurisdizione si versa ai sensi dell'art. 13 del d.P.R. n. 115/2002 il contributo unificato in misura fissa pari ad Euro 85,00 [7]. Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. L'istanza di correzione, secondo quanto stabilito dall'art. 826 c.p.c., va proposta a seconda dei casi al Tribunale nel cui circondario ha sede l'arbitrato ovvero al Tribunale del luogo in cui il deposito è stato effettuato: ma poiché il deposito di cui all'art. 825 c.p.c. si effettua al Tribunale nella cui circoscrizione è la sede l'arbitrato, il giudice competente è in entrambi i casi il medesimo. 2. Ovvero l'arbitro unico. 3. Trascrive il dispositivo del lodo. 4. Chiarire in che cosa consiste l'errore, identificando con esattezza la pagina del lodo in cui esso è riscontrabile. 5. Ovvero dall'arbitro unico. 6. Ovvero che lo stesso è stato depositato ai sensi dell'art. 825 c.p.c. 7. Il procedimento disciplinato dall'art. 825 c.p.c. (deposito del lodo) va qualificato come di volontaria giurisdizione, come tale, da assoggettare al pagamento del relativo contributo unificato (art. 13, comma 1, lettera b), parte prima, del d.P.R. n. 115/2002). Tale qualificazione deve tuttavia intendersi riferita al solo procedimento che rende esecutivo il lodo arbitrale ex art. 825 c.p.c., non potendo essere estesa ai diversi procedimenti di impugnazione del lodo, disciplinati dagli artt. 827 ss. c.p.c. Per questi ultimi, aventi natura impugnatoria (come tali da assoggettare alla maggiorazione di cui all'art. 13, comma 1-bis, d.P.R. n. 115/2002), il contributo unificato si determina secondo il disposto dell'art. 13, comma 1, del d.P.R. n. 115/2002, che ne differenzia l'importo con riguardo al valore del giudizio. CommentoL'art. 826 c.p.c. prevede, ai fini della correzione del lodo, una competenza concorrente degli arbitri, in prima battuta, ed altrimenti del giudice togato in diversi frangenti: se è decorso un anno dalla comunicazione del lodo; se, anche entro l'anno, il lodo è stato depositato, con la precisazione che, come chiarito dalla dottrina, occorre far riferimento non già al mero deposito, bensì al rilascio dell'exequatur, sicché la competenza rimane in capo agli arbitri in caso di rigetto della relativa istanza; se il lodo è stato impugnato o fatto valere. La correzione, direttamente richiesta agli arbitri, è ammissibile non solo in caso di errore materiale o di calcolo, nei limiti previsti per i provvedimenti giudiziari, ma anche in caso di divergenza fra i diversi originali del lodo, anche se relativa alla sottoscrizione da parte degli arbitri, ed anche in caso di omissione di uno degli elementi indicati nell'art. 823, ai nn. 1 (il nome degli arbitri), 2 (indicazione della sede dell'arbitrato), 3 (indicazione delle parti) e 4 (indicazione della convenzione di arbitrato e delle conclusioni delle parti). Il comma 1 fissa per la proposizione dell'istanza il termine (ritenuto di decadenza) di un anno. Considerata però l'illogicità del precetto, non potendosi immaginare che errori materiali del lodo, consistenti in mere difformità tra ideazione della decisione e sua traduzione in iscritto ovvero in semplici omissioni, possano stabilizzarsi per effetto del decorso del termine, è stato detto che il termine menzionato andrebbe riferito non alla proposizione dell'istanza, ma unicamente alla competenza degli arbitri, sicché, decorso un anno, la correzione potrebbe essere tuttora domandata al giudice (quello presso cui sia stato effettuato il deposito, ovvero il giudice dell'impugnazione o dell'esecuzione). Occorrendo l'audizione delle parti, l'istanza di correzione, unitamente al decreto di fissazione dell'udienza, deve essere notificata alle controparti, e la notificazione deve essere indirizzata al difensore, avuto riguardo alla previsione dell'art. 816-bis. Nello stesso senso depone, nell'ipotesi di competenza giudiziale, il rinvio all'art. 288, che richiama a propria volta l'art. 170. L'audizione delle parti può essere omessa quando la correzione venga richiesta dalle parti congiuntamente. La correzione deve essere disposta con la partecipazione di tutti gli arbitri e deve essere sottoscritta a norma dell'art. 823 e comunicato alle parti a norma dell'art. 824. Se gli arbitri non provvedano alla correzione (nel che deve ritenersi compresa anche l'ipotesi in cui non sia possibile ricostituire il collegio arbitrale), le parti possono rivolgersi al tribunale del luogo nel cui circondario ha sede l'arbitrato. In tal caso l'ordinanza di correzione del lodo per errore materiale, che non sia concordemente richiesta, dirime una controversia tra le parti e, in applicazione del principio generale, comporta la liquidazione delle spese in analogia con il caso della sentenza o di qualsiasi altro provvedimento con il quale il giudice ponga fine ad una lite (Trib. Modena 22 giugno 2000). Al tribunale occorre rivolgersi anche una volta depositato il lodo. Ove il lodo sia stato oggetto di impugnazione o sia stato posto in esecuzione, la correzione può essere richiesta al giudice competente per l'impugnazione o l'esecuzione (per l'opposta conclusione, ma nel vigore del precedente testo della disposizione, v. Cass. n. 20755/2012). Il provvedimento di correzione non è revocabile né modificabile né è ricorribile per cassazione ex art. 111 Cost. (Cass. n. 14432/2003). Ai sensi dell'art. 828, comma 3, il lodo può essere impugnato relativamente alle parti corrette nei termini ordinari, a decorrere dalla comunicazione del provvedimento di correzione. |