Definizione accelerata del processo: non è incompatibile la partecipazione, come relatore, del magistrato che ha redatto la proposta di decisione al collegio giudicante

Redazione Scientifica Processo amministrativo
15 Maggio 2024

Il consigliere che abbia redatto la proposta di decisione accelerata di cui all'art. 380-bis c.p.c. può far parte, in veste di relatore, del collegio giudicante.

È stata rimessa alle Sezioni Unite della Corte di cassazione la questione della legittimità della composizione del Collegio giudicante, ovvero se nel procedimento ai sensi dell'art. 380-bis c.p.c., il Consigliere estensore della proposta di decisione accelerata del ricorso possa entrare a comporre, con la veste di relatore, il Collegio giudicante.

La questione è stata risolta dal Supremo Consesso nel senso che, nel procedimento ai sensi dell'art. 380-bis c.p.c., come disciplinato dal d.lgs. n. 149/2022, il presidente della sezione o il consigliere delegato, che abbia formulato la proposta di definizione accelerata, può far parte, ed eventualmente essere nominato relatore, del collegio che definisce il giudizio ai sensi dell'art. 380-bis, ove il ricorrente abbia chiesto la decisione, non versando in situazione di incompatibilità agli effetti degli artt. 51, comma 1, n. 4 e 52 c.p.c.

La proposta di decisione accelerata di un ricorso non rivela, infatti, una funzione decisoria e non è suscettibile di assumere valore di pronuncia definitiva, così come la decisione in camera di consiglio conseguente alla richiesta del ricorrente non si configura quale fase distinta, che si sussegue nel medesimo giudizio di Cassazione con carattere di autonomia e con contenuti e finalità di riesame e di controllo sulla proposta stessa.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.