Il RUP non può escludere il concorrente sostituendo la propria valutazione a quella formulata dalla commissione

31 Maggio 2024

Il RUP non può né sostituire le proprie valutazioni a quelle compiute dalla commissione di gara né disporre direttamente l'esclusione di un concorrente salvo il potere di intervento sostitutivo allorché la commissione abbia espresso una valutazione manifestamente illogica o palesemente erronea.

Il fatto.  In una procedura per l'affidamento di appalto integrato, finanziato con fondi PNRR, per la progettazione definitiva/esecutiva e realizzazione di una scuola superiore nel comune di Ferentino (importo a base d'asta: oltre 2 milioni 973 mila euro) la prima classificata veniva poi esclusa dal RUP. Quest'ultimo infatti rilevava che la commissione di gara avrebbe commesso rilevanti errori in sede di valutazione dell'offerta tecnica, in ragione di alcune incongruenze (nella specie riguardanti la tipologia di struttura, lo spessore dei pannelli e la consistenza degli impianti elettrici e fotovoltaici). L'esclusione veniva autonomamente e direttamente disposta dal RUP nonostante il contrario avviso di due dei commissari di gara.

Il giudizio di primo grado. Il TAR Lazio, sez. Latina, accoglieva il ricorso affermando che il RUP non può sostituire le proprie valutazioni, sic et simplciter, con quelle al riguardo espresse dalla commissione di gara. Ciò sulla base di uno specifico precedente del Consiglio di Stato (9 marzo 2023, n. 2512) in cui si ammette quale unica eccezione a tale regola il fatto che la commissione abbia compiuto macroscopici errori di fatto oppure valutazioni manifestamente irragionevoli: dunque dovrebbe trattarsi di offerta sicuramente inattendibile. Fuori da queste ipotesi, il RUP potrebbe soltanto formulare rilievi e stimolare un riesame da parte della stessa commissione di gara. Nel caso di specie il RUP ha invece “proceduto a una vera e propria rivalutazione soggettiva dell'offerta, sovvertendo in tal modo le risultanze dei lavori della commissione”. Di qui l'accoglimento del ricorso e, di conseguenza, l'obbligo della stazione appaltante di “rideterminarsi nel rispetto del sopra delineato ordine delle competenze”.

La sentenza di primo grado formava oggetto di appello, da parte della sola Provincia di Frosinone, per i motivi di seguito sintetizzati:

Il giudizio di appello. Il Consiglio di Stato confermava l'esito e la motivazione del giudizio di primo grado precisando che, in estrema sintesi: “a) il RUP può esercitare un controllo di regolarità della procedura; b) dunque non potrebbe giammai sostituire le proprie valutazioni rispetto a quelle della commissione di gara; c) se del caso potrebbe soltanto chiedere chiarimenti e approfondimenti alla stessa commissione; d) è fatto salvo il potere di intervento sostitutivo del RUP soltanto allorché la commissione abbia espresso una valutazione manifestamente illogica o palesemente erronea”.

 Con riferimento all'esclusione si evidenzia il RUP, “pur potendo coltivare diversi dubbi, avrebbe dovuto riservare un simile giudizio alla commissione di gara, sulla base del precedente di questa sezione, non avendo evidenziato profili di manifesta illogicità o di palese erroneità dell'offerta”.

Di qui l'onere di formulare osservazioni e chiedere chiarimenti alla stessa commissione di gara ma non di escludere direttamente l'impresa. Sarà infatti “poi la commissione di gara a stabilire se certe descrizioni siano sufficienti o meno a valutare compiutamente il progetto e, di conseguenza, se taluni calcoli debbano già essere riservati alla redazione dell'offerta tecnica oppure, come sostenuto dalla difesa di parte appellata, alla progettazione esecutiva che è l'oggetto specifico dell'appalto”.

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