Conclusione degli accordi di coesione: è ammissibile l’azione avverso il silenzio inadempimento in quanto aventi natura di diritto pubblico

Redazione Scientifica Processo amministrativo
05 Giugno 2024

È ammissibile l'azione avverso il silenzio, ai sensi degli artt. 31 e 117 c.p.a., in relazione all'obbligo di concludere il procedimento di formazione degli accordi di coesione, ai sensi dell'art. 1, comma 178, legge 30 dicembre 2020, n. 178, in quanto riconducibili, con profili di specialità, agli accordi di diritto pubblico ex artt. 11 e 15 legge n. 241/1990.

Il Collegio è stato chiamato a pronunciarsi sulla sussistenza dei presupposti per la configurazione del silenzio inadempimento in ordine alla stipulazione, ai sensi dell'art. 1, commi 177 e 178, legge 30 dicembre 2020, n. 178, di un Accordo di coesione con un'amministrazione regionale.

Dopo aver chiarito la natura dell'Accordo di coesione, quale «accordo di diritto pubblico procedimentale speciale», il collegio ha ritenuto ricorrenti le condizioni per l'esercizio dell'azione avverso il silenzio inadempimento e conseguentemente ha riconosciuto in capo all'amministrazione regionale non già un interesse di mero fatto ma un interesse giuridicamente rilevante sia nel concorrere alla definizione del contenuto dell'accordo, in relazione a fondi già stanziati, sia alla stipula dell'accordo quale strumento che legittima la Regione ad una interlocuzione di tipo paritario con lo Stato.

La Regione è titolare, altresì, di un interesse ad agire, atteso che l'inerzia, e in ogni caso il ritardo, ledono l'interesse pretensivo a poter acquisire, in forma definitiva, il rilevante finanziamento necessario per formalizzare gli impegni di spesa relativi agli interventi prioritari proposti, con incidenza negativa sulla pretesa ad una negoziazione paritaria del contenuto dell'accordo.

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