Anomalia dell’offerta: corretta interpretazione del calcolo del costo della manodopera tra monte ore contrattuale, teorico e ore mediamente lavorate

06 Giugno 2024

L'offerta economica dell'operatore economico, relativamente al costo della manodopera, va formulata moltiplicando l'ammontare delle ore contrattuali previste dal concorrente nella propria offerta per il costo orario medio del lavoro. Non può essere utilizzato il dato delle ore “mediamente lavorate” in quanto il costo della manodopera, in tal caso, non tiene conto delle fisiologiche assenze dal lavoro nonché i costi aggiuntivi che il datore di lavoro dovrà comunque sopportare per sostituire le risorse assenti.

Il caso. Nell'ambito di una procedura di gara aperta finalizzata all'affidamento di una concessione quinquennale di servizi un o.e. ha impugnato il provvedimento con il quale veniva disposta la sua esclusione in quanto la stazione appaltante aveva ritenuto che il PEF da questi predisposto fosse viziato da un “errore inemendabile nel calcolo del costo del personale adibito al servizio oggetto di affidamento”.

L'o.e. ha lamentato che la Commissione non avrebbe valutato che nell' offerta economica era stato distinto il monte ore teorico da quello mediamente lavorato, e di avere posto a base del calcolo il costo medio orario ricavabile dalle tabelle ministeriali che, moltiplicato per il numero di ore effettivamente lavorate, permetterebbe di ottenere il valore del costo effettivo della concessione.

L'o.e. ha assunto quindi di aver utilizzato come base di calcolo il “costo medio orario” - costo che sarebbe maggiorato in quanto tiene anche conto di quello per eventuali sostituzioni - moltiplicato per le ore effettive, ovverosia quelle epurate delle ore di sostituzione del personale assente.

La decisione del TAR – L'iter motivazionale del Collegio. Il Collegio ha ritenuto il ricorso infondato alla stregua delle seguenti argomentazioni.

Per calcolare il costo del personale, il moltiplicatore corretto è rappresentato dalle ore che la ricorrente individua come “teoriche” e che coincidono, in realtà, con il fabbisogno orario stimato dalla stazione appaltante per ciascuna prestazione posta a base di gara.

La giurisprudenza, dopo aver delineato la differenza fra “monte ore contrattuale”, “monte ore teorico” e “ore mediamente lavorate”, ha infatti chiarito che l'indicazione del valore delle ore lavorate annuali, ricavato sottraendo dalle ore contrattuali offerte tutte le ore di assenza del personale titolare, non esprime affatto l'impegno contrattuale, ovvero il numero di ore che l'appaltatore deve comunque garantire nella commessa per il tramite delle sostituzioni.

Il dato reale da assumere come elemento per il calcolo del costo della manodopera è quindi  costituito dalle ore contrattuali indicate dal concorrente nella propria offerta, che vanno moltiplicate per il costo orario medio del lavoro, mentre utilizzando il dato delle ore mediamente lavorate si ottiene un costo della manodopera che non considera le fisiologiche assenze dal lavoro e i costi aggiuntivi che il datore di lavoro dovrà comunque sopportare per sostituire il personale assente (in termini, Consiglio di Stato, Sez. V, 22 novembre 2022, n. 10272).

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