Criteri Ambientali Minimi: in caso di violazione è fatto divieto di eterointegrazione della legge di gara secondo il principio del risultato
13 Giugno 2024
Il Consiglio di Stato si è pronunciato sul necessario inserimento nella documentazione di gara dei criteri ambientali minimi (ai sensi dell'art. 34 del d.lgs. n. 50/2016, il cui contenuto sostanziale è stato riprodotto all'art. 57 comma 2 del d.lgs. n. 36/2023) e sul conseguente divieto di eterointegrazione. Secondo il giudice, il mero rinvio contenuto nella legge di gara ai decreti ministeriali relativi ai criteri ambientali minimi non è “idoneo a conformare la funzione del contratto, in punto di scelta della migliore offerta, agli obiettivi avuti di mira dalla norma”. Per altro verso, la genericità della documentazione di gara quanto ai criteri ambientali minimi, avrebbe l'effetto di spostare nella fase di esecuzione del contratto “ogni questione relativa alla conformità della prestazione ai criteri ambientali: così contraddicendo la logica del risultato (…) che mira piuttosto ad una sollecita definizione, in termini di certezza e stabilità del rapporto negoziale, dei reciproci diritti e obblighi”. Il principio del risultato è ritenuto, quindi, applicabile anche a fattispecie non ancora disciplinate dal d.lgs. n. 36/2023, ostando ad una legge di gara che genericamente richiami una disciplina non declinata nelle specifiche tecniche “incrementando il tasso di complicazione e di incertezza del contenuto degli obblighi negoziali”. |