Revisione prezzi: per i costi dei materiali non inclusi nel Prezziario Regionale l’accertamento dell’incremento anomalo deve avvenire in contraddittorio con l’o.e.

14 Giugno 2024

Il TAR Lazio ha affrontato la questione relativa alla possibilità di ottenere la revisione prezzi prevista dall’art. 26 del d.l. n. 50/2022 anche laddove le voci di costo di cui si domanda l’aggiornamento non siano incluse all’interno del prezziario regionale.

Il caso. A seguito di gara pubblica, nel marzo 2021, un operatore economico stipulava con il Ministero dell'Economia e delle Finanze un contratto di appalto per l'esecuzione dei lavori di adeguamento edile per la compartimentazione antincendio della sede centrale del Ministero.

L'operatore economico in sede di emissione del III e IV SAL aveva espressamente richiesto l'aggiornamento dei prezzi previsto dall'art. 26 del d.l. n. 50/2022. Tale richiesta veniva riscontrata negativamente dall'Amministrazione sul rilievo che il testo letterale della norma avrebbe fatto esclusivo riferimento alle voci di costo contenute nei prezziari regionali, laddove l'adeguamento prezzi richiesto dall'operatore economico riguardava voci di costo non contenute all'interno di siffatti prezziari.

L'operatore economico adiva, quindi, il TAR Lazio per vedersi accertato il diritto all'aggiornamento prezzi previsto dall'art. 26 del d.l. n. 50/2022.

La soluzione del TAR Lazio. Il TAR ha preliminarmente osservato che il citato art. 26, per fronteggiare lo straordinario aumento dei costi dei materiali e dei prodotti energetici, ha introdotto dei meccanismi compensativi per gli appalti di lavori aggiudicati sulla base di offerte presentate entro il 31 dicembre 2021 e formulate sulla base dei prezziari regionali. Ai sensi di tale disposizione, infatti, l'operatore economico ha diritto a fruire di un meccanismo obbligatorio di adeguamento dei prezzi, determinato attraverso un aggiornamento straordinario del prezziario regionale che le Regioni devono approvare entro il 31 luglio 2022.

Poiché la ratio di tale disposizione è quella di tutelare gli operatori economici da aumenti dei costi dei materiali anomali e imprevedibili, il TAR ha ritenuto che restringerne il campo di applicazione esclusivamente alle voci di costo indicate dal Prezzario Regionale, da un lato, significherebbe violare la finalità della misura e, dall'altro lato, determinerebbe una ingiustificata disparità di trattamento tra soggetti che versano nella medesima situazione per cause agli stessi non imputabili.

Per il Collegio, quindi, il riferimento al prezziario regionale dev'essere inteso come una semplificazione probatoria nel senso che, laddove i costi di determinati materiali non siano previsti nel suddetto prezzario, sarà necessaria una istruttoria che consenta di accertare, in contraddittorio con l'operatore economico, l'incremento anomalo dei costi dei materiali o delle lavorazioni di cui si chiede l'adeguamento così da poterne valutare la spettanza in applicazione della ratio legis.

Il TAR Lazio ha, quindi, accolto il ricorso proposto dall'operatore economico, ordinando al Ministero di svolgere un'istruttoria, nelle forme ritenute più opportune e nel rispetto dei diritti di partecipazione dell'operatore economico, al fine di verificare la spettanza dell'aggiornamento prezzi previsto dall'art. 26 del d.l. n. 50/2022.

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