Sistema dinamico di acquisizione, errore informatico e principio del risultato

31 Luglio 2024

In vicenda caratterizzata dalla presenza di un errore informatico del sistema dinamico di acquisizione con il quale era stata gestita la gara, il TAR Lazio ha affermato che il principio del risultato eterointegra le disposizioni della lex specialis e impone alle Stazioni appaltanti di ispirare le loro scelte discrezionali al raggiungimento dell'obiettivo sostanziale dell'appalto.

Il caso e le doglianze. La vicenda sottesa alla pronuncia riguardava una procedura appalto di servizi software per il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno, da aggiudicarsi in base al criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa e da condursi tramite il ricorso ad un sistema dinamico di acquisizione.

Alla procedura prendevano parte due operatori economici.

Nel valutare le offerte economiche, dato atto di un malfunzionamento informatico della piattaforma con cui era stata gestita la procedura, la Commissione di gara ha assegnato i relativi punteggi non già, come pure era previsto all'interno del Capitolato, sulla base della “offerta economica di sistema” (elaborata dal sistema a valle dell'inserimento dei dati all'interno della piattaforma) ma sulla base dei dati risultanti dal “modello di offerta economica predisposto dalla stazione appaltante” (compilato direttamente da ciascuna delle due imprese).

L'impresa seconda classificata ha così impugnato l'aggiudicazione e gli atti di gara, contestando la valutazione dell'offerta economica. In primo luogo, per la ricorrente, la discrasia tra gli importi risultanti dalla “offerta economica di sistema” e dal “modello di offerta economica predisposto dalla stazione appaltante” avrebbe dovuto suggerire l'esclusione dell'aggiudicataria perché la volontà contrattuale non sarebbe stata espressa in modo univoco e non contraddittorio. Inoltre, vi sarebbe stata una violazione del Capitolato che, espressamente, prevedeva che in caso di discordanza tra i valori riportati, la Commissione avrebbe dovuto valutare quello riportato nella “offerta economica di sistema” e non già quello risultante dal “modello di offerta economica predisposto dalla stazione appaltante”.

Il Ministero dell'Interno si costituiva eccependo, in punto di fatto, che nel generare la “offerta economica di sistema” il sistema dinamico di acquisizione restituiva un errore di calcolo non superabile e, in diritto, che, in coerenza con i princìpi del risultato di cui all'art. 1 del d.lgs. n. 36/2023 e di par condicio tra i concorrenti, la Commissione aveva proceduto – per entrambe le offerte pervenute – all'attribuzione del punteggio economico del valore risultante dal “modello di offerta”, unico documento ritenuto in grado di rappresentare la volontà negoziale degli operatori economici partecipanti.

Errore informatico e principio del risultato. Il TAR ha respinto il ricorso evidenziando la correttezza dell'operato dell'Amministrazione e la sua coerenza con il principio del risultato.

In particolare, il TAR ha ritenuto la scelta della Commissione di gara di basare la valutazione dell'offerta economica sui “modelli di offerta” anziché sulle “offerte generate dal sistema” legittima in quanto dovuta al malfunzionamento del sistema dinamico di acquisizione. Tale malfunzionamento aveva, infatti, reso il contenuto delle “offerte di sistema” inattendibile per via di un errore di calcolo e, di conseguenza, imposto la necessità di verificare quale fosse la reale volontà economica delle parti. Né, proprio in quanto riconducibile al citato errore informatico, il disallineamento tra i valori riportati nella formulazione delle offerte economiche avrebbe potuto dirsi imputabile ad una volontà negoziale contraddittoria e non univoca.

Sul principio del risultato, il TAR ha affermato che questo impone di garantire il conseguimento dell'obiettivo dell'azione pubblica e delle finalità dell'appalto, traducendosi nel dovere degli enti committenti di ispirare le loro scelte discrezionali al raggiungimento del risultato sostanziale e non già a una lettura formalistica della norma da applicare. In questo senso, a fronte del malfunzionamento del sistema informatico, la scelta della Commissione di procedere alla valutazione dell'offerta economica riportata nella “scheda di offerta” ha assicurato la conclusione della procedura e l'acquisizione all'Amministrazione della necessaria soluzione software.

Infine, anche alla luce di quanto già evidenziato, il Collegio ha ritenuto infondata la lamentata violazione del Capitolato. La previsione invocata dalla ricorrente presupponeva uno svolgimento fisiologico della gara e una situazione “ordinaria” di contrasto dei due importi offerti e risultava, quindi, inapplicabile nell'ipotesi di malfunzionamento della piattaforma di gara. In tale fattispecie – non regolata da alcuna specifica disposizione della lex specialis – la Commissione ha correttamente applicato i principi generali che integrano la stessa legge di gara, verificando quale fosse la reale volontà dei concorrenti nel formulare la propria offerta economica.

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