Requisiti di partecipazione: il principio del risultato preclude l’esclusione di un operatore economico sulla base del mero dato formale

02 Agosto 2024

Non è consentita l’esclusione di un operatore economico sulla base del mero dato formale consistente nell’aver barrato una determinata casella del modulo compilato in sede di partecipazione alla gara, quando non sia contestato che il medesimo concorrente abbia comunque reso dichiarazioni complete e veritiere in merito alle circostanze rilevanti ai fini della valutazione della Stazione appaltante circa il possesso dei requisiti di onorabilità professionale.

La contestazione. Nell'ambito di una procedura aperta per la conclusione di accordi quadro, per assicurare il servizio di ristorazione collettiva, a ridotto impatto ambientale, da svolgersi presso i reparti dell'Arma dei carabinieri, un concorrente censurava l'aggiudicazione affidata ad altro operatore, deducendo che l'aggiudicatario avrebbe dichiarato, in alcune sezioni dei rispettivi DGUE, il possesso dei requisiti, contrassegnando la casella “No”, nonostante le ulteriori circostanze rese note contestualmente dai medesimi operatori.

Il pregresso riferimento normativo. Secondo quanto chiarito dalla giurisprudenza formatasi in relazione al previgente Codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. la dichiarazione resa dall'operatore economico nella domanda di partecipazione circa le pregresse vicende professionali suscettibili di integrare “gravi illeciti professionali” può essere omessa, reticente o completamente falsa, ed in particolare:

- vi è omessa dichiarazione quando l'operatore economico non riferisce di alcuna pregressa condotta professionale qualificabile come “grave illecito professionale”;

- vi è dichiarazione reticente quando le pregresse vicende sono solo accennate senza la dettagliata descrizione necessaria alla stazione appaltante per poter compiutamente apprezzarne il disvalore nell'ottica dell'affidabilità del concorrente.

- vi è falsa dichiarazione se l'operatore rappresenta una circostanza di fatto diversa dal vero (Cons. Stato, Sez. V, 12 aprile 2019, n. 2407).

Nel caso in esame, secondo il TAR non vi sarebbe stata alcuna omissione né alcuna reticenza, né dichiarazioni false.

L'infondatezza della doglianza. Il TAR appurava un fatto pacifico: sin dal momento della presentazione della domanda di partecipazione alla gara, il concorrente aggiudicatario aveva reso note dettagliatamente alla Stazione appaltante tutte le circostanze potenzialmente rilevanti ai fini del giudizio di onorabilità professionale.

A fronte di tale dato, non è stata quindi considerata rilevante la mera circostanza che nei DGUE dell'aggiudicataria sia stata barrata la casella “No”, per affermare l'insussistenza delle cause di esclusione ivi previste, atteso che l'Amministrazione alla quale spetta, in esercizio di discrezionalità, apprezzare le vicende professionali dell'impresa partecipante alla gara e individuare l'eventuale punto di rottura dell'affidamento del futuro contraente, sulla base delle informazioni rese dall'aggiudicataria, era stata messa nelle condizioni di effettuare una valutazione in concreto sull'attendibilità e sulla rilevanza delle informazioni stesse, nonché sulla capacità del comportamento tenuto dall'operatore economico di incidere sul giudizio di affidabilità.

La doglianza avversaria è stata reputata infondata.

Questa soluzione è stata tratta anche alla luce del principio del risultato, enunciato dall'articolo 1 del Codice dei contratti pubblici. In base al predetto principio, infatti, “Le stazioni appaltanti e gli enti concedenti perseguono il risultato dell'affidamento del contratto e della sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto possibile tra qualità e prezzo, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza” (comma 1), con la precisazione che “La concorrenza tra gli operatori economici è funzionale a conseguire il miglior risultato possibile nell'affidare ed eseguire i contratti” (comma 2, primo periodo).

Il principio del risultato, il quale “(...) costituisce attuazione, nel settore dei contratti pubblici, del principio del buon andamento e dei correlati principi di efficienza, efficacia ed economicità” (comma 3), chiarisce quindi che la procedura e la forma sono un mezzo, non il fine della disciplina (Cons. Stato, Sez. III, 15 novembre 2023, n. 9812).

È stato, quindi enucleato il seguente principio: è da ritenersi non consentita l'esclusione di un operatore sulla base del mero dato formale consistente nell'aver barrato una determinata casella del modulo compilato in sede di partecipazione alla gara, quando non sia contestato che il medesimo concorrente abbia comunque reso dichiarazioni complete e veritiere in merito alle circostanze rilevanti ai fini della valutazione della Stazione appaltante circa il possesso dei requisiti di onorabilità professionale.

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