Proliferazione della muffa all’interno di un immobile locato: oneri e responsabilità di locatore e conduttore

03 Settembre 2024

Il caso in esame verte sul tema della proliferazione di muffa negli immobili concessi in locazione, circostanza diffusa che, tuttavia, causa sempre molti dubbi in relazione alle responsabilità e agli oneri che spettano al locatore e al conduttore.

Il caso

Tizia e Caia, colleghe di lavoro, stipulavano un contratto di locazione con Mevio in data 16 dicembre 2023; all'interno della pattuizione, Mevio chiedeva alle conduttrici di arieggiare l'immobile per almeno venti minuti alla mattina e venti minuti in orario serale al fine di prevenire la proliferazione di muffa.

Dopo un paio mesi, Tizia e Caia – pur provvedendo ogni giorno ad arieggiare la casa e cercando di evitare tutti quei comportamenti che aumentano la possibilità di diffusione della muffa (quali, ad esempio, stendere la biancheria umida all'interno dei locali o non aprire la finestra durante l'utilizzo della doccia) – notavano che in tutta la parete del soggiorno e negli angoli di una camera da letto si stava diffondendo odiosamente la muffa.

Mandano, dunque, una email alla proprietà che, tuttavia, ignora il messaggio e non provvede a fare alcunché.

Dopo alcuni mesi, la condizione dell'immobile risultava nettamente peggiorata e le inquiline provvedevano a loro spese a effettuare dei trattamenti antimuffa, costosi e non definitivi.

Tizia e Caia chiedono se possono astenersi dal pagare il canone di locazione in attesa di un intervento da parte del proprietario Mevio.

Nel caso in esame, Tizia e Caia stipulavano con Mevio, proprietario di un immobile, un contratto di locazione all'interno del quale le conduttrici si impegnavano ad arieggiare i locali due volte al giorno al fine di prevenire la proliferazione di muffa.

Tuttavia, dopo due mesi – nonostante i continui accorgimenti delle conduttrici –  si iniziava a diffondere la muffa nell'immobile e Tizia e Caia allertavano la proprietà, chiedendo un tempestivo intervento.

In assenza di una risposta, le conduttrici iniziavano ad effettuare trattamenti finalizzati a eliminare la muffa a loro spese, attendendo una risposta da parte di Mevio che, tuttavia, tardava ad arrivare.

Orbene, in via preliminare è necessario richiamare l'art. 1578 c.c.

Art. 1578 c.c.

Se al momento della consegna la cosa locata è affetta da vizi che ne diminuiscono in modo apprezzabile l'idoneità all'uso pattuito, il conduttore può domandare la risoluzione del contratto o una riduzione del corrispettivo, salvo che si tratti di vizi da lui conosciuti o facilmente riconoscibili.

Il locatore è tenuto a risarcire al conduttore i danni derivati da vizi della cosa, se non prova di avere, senza colpa, ignorato i vizi stessi al momento della consegna.

Il locatore, pertanto, è tenuto a sostenere economicamente gli interventi al fine di rimuovere i vizi della cosa locata che, nel caso di specie, sono rappresentati dalla muffa e dalle implicazioni sulla salute che la stessa cagiona.

Secondo la giurisprudenza maggioritaria, il locatore non è tenuto ad intervenire personalmente soltanto nel caso in cui:

  • la mala gestio del bene concesso in locazione ha causato la proliferazione della muffa;
  • il locatore ignorava al momento della consegna dell'immobile ai conduttori i problemi strutturali che hanno causato la proliferazione della muffa;
  • i conduttori erano a conoscenza dei problemi strutturali dell'immobile al momento della consegna dello stesso.

Considerato che Tizia e Caia hanno riscontrato gravi problemi di muffa dopo solo due mesi dall'ingresso nell'immobile, che Mevio aveva espressamente richiesto all'interno del contratto di arieggiare per ben due volte al giorno i locali e che, infine, le conduttrici non hanno posto in essere alcun comportamento idoneo ad aggravare la situazione esistente, si ritiene che il locatore sia tenuto a rimediare personalmente ai problemi di muffa nell'immobile concesso in locazione.

Tuttavia, per quanto riguarda il quesito posto dalle conduttrici, è possibile rifiutarsi di pagare il canone di locazione soltanto nel caso in cui la presenza della muffa abbia reso inutilizzabile l'immobile; nel caso in cui la diffusione della muffa abbia interessato solo parzialmente l'immobile, sarà giustificata la richiesta di una riduzione del canone di locazione che tenga conto dell'inutilizzabilità dei locali nei quali è presente la muffa e degli esborsi economici sostenuti dal conduttore per i trattamenti antimuffa.

Tizia e Caia, pertanto, potranno richiedere al locatore – o potranno avviare un'azione giudiziaria nel caso in cui quest'ultimo neghi tale possibilità – una riduzione del canone di locazione; la giurisprudenza maggioritaria non ritiene possibile la riduzione o la sospensione della dazione del canone di locazione non concordata con il locatore o non concessa giudizialmente, affermando la possibilità di un'iniziativa spontanea da parte del conduttore soltanto nei casi più gravi e cioè quando l'immobile non risulta oggettivamente abitabile.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.