Riparto di giurisdizione in tema di locazione di beni immobili: è competente in G.O. sulle controversie relative ai contratti stipulati da una società “in house”

Con l'ordinanza in commento, la Corte di cassazione ha statuito che ricorre la giurisdizione del giudice ordinario per le controversie aventi ad oggetto gli esiti di una procedura indetta da una società in house, interamente partecipata dall'ente pubblico, per “la ricerca di un immobile in locazione da adibire ad uso ufficio”, in quanto l'oggetto del contratto stipulato dalla P.A. rientra nella fattispecie tipica della locazione, anche se l'individuazione del soggetto locatore avviene mediante procedure ispirate a principi di trasparenza e pubblicità.

La giurisdizione ordinaria è confermata dal fatto che la pubblica amministrazione, nell'ambito dei contratti di locazione di immobili, agisce iure privatorum senza esercitare un potere autoritativo; ed invero, la “res” locata rimane nel patrimonio del proprietario locatore e la causa del contratto, rappresentata dal godimento della cosa per un tempo determinato dietro il pagamento di un canone, non è riconducibile ai contratti di fornitura di cose e servizi delle P.A. attesa l'assenza di una prestazione di attività del proprietario in favore del destinatario.

A tal fine, il collegio ha sottolineato che la non applicabilità della disciplina degli appalti per i contratti di locazione stipulati dalla P.A. è suffragata anche dal disposto dell'art. 17 d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50 da cui risulta la non applicabilità della disciplina degli appalti rispetto alla locazione di beni immobili, non potendosi ritenere che tale previsione importi che i contratti in esame facciano comunque parte del genus appalti e, dunque, poiché inclusi in tale generale contesto, siano assoggettati alla giurisdizione amministrativa.