La trasformazione delle società in fase di liquidazione giudiziale

18 Ottobre 2024

L’art. 2499 c.c. prevede espressamente la possibilità che possa farsi luogo alla trasformazione di una società in un’altra società anche in pendenza di una procedura concorsuale. L’unico limite è che non vi siano incompatibilità con le finalità o lo stato della procedura.

È possibile trasformare una società in pendenza di un procedimento di liquidazione giudiziale?

La trasformazione di una società in un'altra società avviene sulla base di specifici procedimenti. In generale è richiesta la forma dell'atto pubblico (ma non per la trasformazione delle società di persone in altre società dello stesso tipo) nonché le indicazioni che la legge prescrive per l'atto di costituzione dello specifico tipo societario. Può anche accadere che la società venga trasformata in un ente non societario: in tal caso la delibera con cui viene adottata la trasformazione deve avere il contenuto tipico del nuovo ente.

Il codice civile (art. 2499) prevede che possa farsi luogo alla trasformazione anche in pendenza di procedura concorsuale, purché non vi siano incompatibilità con le finalità o lo stato della stessa. Secondo la giurisprudenza di merito, intervenuta per i casi di cosiddetta “trasformazione liquidativa” - di trasformazione, cioè, di una società in fase di liquidazione ordinaria, a seguito di una causa di scioglimento - anche la possibilità di trasformazione societaria in fase di liquidazione trova un sostrato normativo nell'art. 2499 c.c. che ammette la trasformazione anche in pendenza di procedura concorsuale ponendo, quale unico limite, la valutazione concreta e contingente della incompatibilità della trasformazione con le esigenze della liquidazione. Tale incompatibilità non si ravvisa quando la trasformazione consente più agili e spedite modalità di liquidazione del patrimonio sociale e di superare eventuali anomalie dell'assetto societario (App. Torino, sez. I, 20 gennaio 2010). La dottrina (Burroni, Cagnasso) ha specificato che il giudizio di compatibilità deve essere fatto in concreto, con riguardo alla singola fattispecie e agli effetti che la trasformazione determinerebbe nell'ambito della procedura (Memento Pratico, Società Commerciali 2025, Milano, Giuffrè Francis Lefebvre). La norma codicistica non dice chi sia il soggetto tenuto a valutare la compatibilità tra la delibera di trasformazione e la procedura concorsuale; se, cioè, debba essere il notaio o l'organo della procedura. La dottrina prevalente (Maltoni, Montagnani, Vaira) propende per l'organo della procedura (Memento Pratico cit.).

In conclusione, la risposta al quesito è affermativa, posto che l'art. 2499 c.c. prevede espressamente la possibilità che possa farsi luogo alla trasformazione di una società in un'altra società anche in pendenza di una procedura concorsuale. L'unico limite è che non vi siano incompatibilità con le finalità o lo stato della procedura.

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