Liquidazione controllata senza beni/con finanza esterna

31 Luglio 2024

Una rapida panoramica degli orientamenti dei Tribunali di merito sul dibattuto tema dell’ammissibilità dell’apertura di una procedura di liquidazione controllata in assenza di beni da mettere a disposizione dei creditori ma con la previsione di apporto di finanza esterna da parte di un soggetto terzo.

Orientamento favorevole

La tematica concernente l'ammissibilità dell'apertura di una procedura di liquidazione controllata, prevista agli artt. 268 e ss. c.c.i.i., in assenza di beni da mettere a disposizione dei creditori ma con la previsione di apporto di finanza esterna da parte di un soggetto terzo, ha diviso la giurisprudenza di merito.

Infatti, da un lato, vi è un orientamento favorevole all'apertura della procedura in assenza di beni e con previsione di apporto di finanza esterna, sulla base dei seguenti argomenti:

a)  l'assenza di beni non costituisce causa ostativa all'apertura della procedura, posto che l'economicità e l'utilità della stessa, pur essendo requisiti ragionevoli, non sono necessari per l'apertura della procedura, considerato che l'art. 233 c.c.i.i. (richiamato dall'art 276 c.c.i.i.) prevede la possibilità di chiusura della procedura stessa quando non vi sia la possibilità di soddisfare neppure in parte né i creditori concorsuali, né quelli prededucibili, né le spese di procedura, rendendo operativa, in presenza delle condizioni di meritevolezza ex art 282 c.c.i.i., l'esdebitazione di diritto. La valutazione spetta unicamente al liquidatore, non assumendo alcun rilievo l'eventuale proposta e il piano liquidatorio formulato dal debitore (il quale potrebbe tentare di escludere alcuni beni dal piano);

b)   se la procedura di liquidazione controllata è ammessa nell'ipotesi in cui vengano messi a disposizione solo redditi futuri, essa non può essere negata in presenza di finanza esterna erogata senza un obbligo di restituzione.

Tale orientamento viene esplicitato nelle pronunce di almeno tre tribunali di merito, rispettivamente dal Tribunale di Nola (sentenza del 12 dicembre 2023), dal Tribunale di Bolzano (sentenza del 10 gennaio 2023) e dal Tribunale di Forlì (sentenza del 20 settembre 2023).

Nello specifico, con la prima è stata ritenuta ammissibile una procedura di liquidazione controllata in assenza di beni presenti e futuri con la previsione di finanza esterna erogata dal padre del sovraindebitato in funzione della procedura riguardante costui, il quale possedeva solo un'autovettura ed era al momento del deposito del ricorso disoccupato, pur avendo esercitato in passato attività d'impresa poi cancellata.

Nella seconda, si dava atto che il sovraindebitato aveva esposto  debiti erariali derivanti dal pregresso esercizio di attività imprenditoriali, non possedeva alcun bene né un reddito lavorativo o da pensione, essendo mantenuto dal coniuge, da cui proveniva l'apporto di finanza esterna, in parte corrisposta all'apertura della procedura, in parte con versamenti rateali nell'arco di diciotto mesi.

Con la terza, è stata dichiarata l'apertura di una procedura di liquidazione controllata di una società sottosoglia, inattiva, i cui soci illimitatamente responsabili erano coniugi conviventi, il cui attivo era costituito dal reddito di lavoro del sovraindebitato e da un'autovettura di valore irrisorio.

Orientamento contrario

A tale orientamento se ne contrappone un altro opposto, contrario all'apertura di una procedura di liquidazione controllata senza bene alcuno e con l'apporto di finanza esterna.

In particolare, tale orientamento esclude la compatibilità con la procedura liquidatoria dell'istituto della finanza esterna, a differenza che nelle altre procedure sottoposte al voto dei creditori e alla valutazione del Tribunale, considerata la mancanza di un qualsiasi profilo di negozialità, che impedisce al debitore di prevedere le modalità di soddisfazione dei creditori.

Nello specifico, la procedura di liquidazione controllata in assenza di beni attuali e di beni o redditi futuri viene ritenuta vietata in ragione della testualità dalle seguenti disposizioni:

a)   dal dato letterale dell'art 268, comma 1, c.c.i.i., che consente al debitore di chiedere l'apertura della procedura di liquidazione controllata dei suoi beni, attuali e futuri;

b)   dal dato letterale dell'art.268, comma 3, c.c.i.i., che consente di evitare la liquidazione controllata chiesta dal creditore con un'attestazione dell'OCC circa l'incapienza attuale e potenziale del patrimonio del debitore;

c)  dall'esistenza della procedura di esdebitazione dell'incapiente, che costituisce lo strumento previsto dal legislatore proprio per il debitore privo di patrimonio liquidabile, anche in prospettiva futura, che altrimenti verrebbe aggirata, mentre la liquidazione controllata va riservata ai casi in cui vi siano beni da liquidare, presenti o futuri.

Tale orientamento viene esplicitato dal Tribunale di Rimini (sentenza del 9 febbraio 2023), in cui è stata ritenuta inammissibile l'apertura di una liquidazione controllata proposta da un soggetto privo di beni mobili e immobili, con uno stipendio inferiore al totale delle spese necessarie al suo mantenimento, in cui era previsto l'apporto di finanza esterna, di cui la maggior parte destinata alle spese prededucibili. In ogni caso, il Tribunale ha ritenuto che la finanza esterna, laddove fosse anche di pertinenza del debitore, essendo insufficiente a far fronte integralmente ai crediti prededucibili, non avrebbe rispettato il principio generale di economicità della procedura di liquidazione controllata.

Conclusioni

Alla luce degli orientamenti emersi, si auspica un intervento della giurisprudenza di legittimità che possa risolvere il segnalato contrasto, affermando l’ammissibilità o meno dell’apertura di una procedura di liquidazione controllata in assenza di beni da mettere a disposizione dei creditori ma con la previsione di apporto di finanza esterna.

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