Notifiche a mezzo PEC: necessario un doppio invio per gli avvisi destinati sia al difensore che all’imputato domiciliato?
29 Novembre 2024
Con ricorso per cassazione, il difensore dell'imputato, condannato dal Tribunale di Nocera Inferiore in ordine ai delitti di minaccia e lesioni aggravate ai danni delle costituite parti civili, lamentava con unico motivo, l'illegittimità dell'ordinanza di rigetto della richiesta di rescissione della sentenza di primo grado, con la quale la Corte d'appello di Salerno ha ritenuto corretta la celebrazione del procedimento in absentia dinanzi al Tribunale. Il ricorrente evidenziava che la notifica del decreto di citazione a giudizio nei confronti del difensore di fiducia veniva effettuata “solo in proprio” e non anche come suo domiciliatario; inoltre, la notifica del decreto di citazione a giudizio avveniva a mani della moglie presso indirizzo diverso rispetto a quello indicato nell'atto di domiciliazione cosicché, a causa di incolpevole ignoranza della notifica, non aveva potuto ritirare l'avviso depositato presso l'Ufficio postale. Per gli Ermellini, il ricorso non è fondato. In primis, viene evidenziata l'irrilevanza del tentativo di notifica all'imputato a mani proprie e, conseguentemente, l'asserito errore di indirizzo presso il quale la notifica avveniva. La Corte affronta poi, la questione circa la necessità, in caso di comunicazione a mezzo PEC di avvisi destinati sia al difensore che all'imputato presso di lui domiciliato, che la cancelleria disponga un doppio invio del medesimo avviso e indirizzo, distinguendo quello destinato al difensore ex se, da quello al difensore quale domiciliatario dell'imputato. Il Collegio, vista la possibilità, fornita dalla posta elettronica certificata al destinatario dell'atto, di prenderne visione, stamparlo e\o inviarlo a terzi, in qualsiasi momento e senza aggravio, ritiene di doversi uniformare all'ormai pacifica giurisprudenza in materia, orientata nel senso di «escludere la necessità di procedere alla consegna al soggetto che riceve la notificazione di tante copie quanti sono i destinatari dell'atto poiché è lo stesso sistema tecnologico che consente al destinatario di riprodurre il numero necessario di copie dell'atto ricevuto». Cosicché, «la notificazione ex art. 161, comma 4, c.p.p., mediante consegna al difensore di un'unica copia dell'atto da notificare dà luogo ad una mera irregolarità, non produttiva di nullità, qualora risulti esplicito, o sia comunque desumibile dall'atto, che la notificazione stessa è stata eseguita al medesimo sia in proprio che nella veste di consegnatario». Inoltre, rileva la Corte che, nessuna documentazione è stata prodotta circa la destinazione della notifica al solo difensore «in proprio» e non anche quale domiciliatario dell'imputato. La Corte territoriale ha dunque, fatto buon governo dei principi in materia, dando per assodata la conoscenza del processo da parte dell'imputato, dando rilievo proprio all' avvenuta domiciliazione di questi presso il difensore di fiducia, circostanza che testimonia la conoscenza del procedimento a suo carico e che non è stata in alcun modo confutata dal ricorrente sul quale ricade l'onere di allegare circostanze di fatto idonee a dimostrare l'ignoranza incolpevole della celebrazione del processo. (fonte: dirittoegiustizia.it) |