Correttivo: l’ennesima riforma dell’elenco dei professionisti delegati alle vendite forzate
10 Dicembre 2024
Premessa L’art. 179-ter disp. att. c.p.c.— che disciplina l’elenco dei professionisti che provvedono alle operazioni di vendita su delega dell’autorità giudiziaria — ha subìto, ancora una volta, plurime modifiche. Se la più rilevante innovazione è senz’altro rappresentata dalla maggiore discrezionalità riconosciuta al giudice dell’esecuzione che può nominare il professionista anche attingendo da elenchi diversi da quello del circondario del proprio tribunale, non mancano altre modifiche che reclamano una attenta disamina. Le esigenze di semplificazione Incominciamo col dire che il legislatore del 2024, nel tentativo di semplificare gli adempimenti necessari per la presentazione della domanda di iscrizione all'elenco e per la conferma triennale dell'iscrizione, ha riscritto il comma quarto dell'art. 179-ter disp. att. c.p.c. prevedendo — a pena d'inammissibilità — il deposito delle dichiarazioni sostitutive di cui all'art. 46, d.P.R. n. 445/2000 in luogo dei documenti già richiesti dalla norma, in ossequio alla legislazione in materia di procedimento amministrativo; al contempo ha introdotto, tra le indicazioni richieste, quella relativa all'indirizzo di posta elettronica certificata del professionista. Altra innovazione riguarda il quinto comma dell'art. 179-ter disp. att. c.p.c., nel corpo del quale è stata spostata la previsione (originariamente contenuta nel quarto comma) per cui alla domanda vanno allegati i titoli e i documenti idonei a dimostrare la specifica preparazione tecnica del richiedente l'iscrizione. Riguardo alla competenza professionale e, quindi, alla formazione del richiedente, va chiarito che, a mente del comma 8 della disposizione in esame, «la Scuola superiore della magistratura elabora con cadenza triennale le linee guida generali per la definizione dei programmi dei corsi di formazione e di aggiornamento (...) ». In data 7 aprile 2023, come è noto, la Scuola ha dettato le suddette Linee guida (per la disamina del contenuto cfr. l'analitico lavoro di CRIVELLI A., Il nuovo elenco dei delegati e custodi: l'art. 179-ter disp. att. c.p.c. dopo la riforma Cartabia, in www.giustiziacivile.com; nonché quello di DIANA A.M., Le linee guida della Scuola Superiore della magistratura e l'impatto dell'art. 179-ter disp. att. c.p.c., in Riv. Esec. Forz., 2023, 2, 472), a mente delle quali la Scuola non è chiamata a redigere i programmi, né a valutarne la conformità alle suddette linee guida, affidando il compito di conformarsi a queste ultime, sotto il profilo del contenuto dell'offerta formativa e della relativa qualità, al Consiglio dell'ordine che il corso ha organizzato; altresì specificando che la valutazione finale circa la rispondenza del corso o della Scuola agli standard individuati dalla SSM spetta esclusivamente al singolo comitato. Se la verifica dell'assolvimento delle attività formative è operazione agevole (attenendo alla partecipazione ad un corso per un determinato numero di ore complessivo ed al superamento di un esame finale in linea con le previsioni delle linee guida), il discorso si complica quando la verifica abbia ad oggetto il raggiungimento di determinate soglie qualitative. In tale ottica, la modulistica adottata presso alcune Corti di merito prevede necessariamente l'allegazione del programma del corso, corredato dei nominativi dei relativi docenti. Proprio questo, a ben guardare, è il materiale che puntualmente definisce l'oggetto della disamina affidata al comitato quando accerta se il corso frequentato dal richiedente l'iscrizione corrisponda effettivamente alle prescrizioni contenute nelle linee guida, restando fermo che l'eventuale esclusione va comunque adeguatamente motivata. Anche il sesto comma dell'art. 179-ter disp. att. c.p.c. è stato modificato dal legislatore del novembre 2024 in un'ottica di semplificazione; ciò per consentire ai professionisti che aspirano alla conferma dell'iscrizione nell'elenco di fare domanda al presidente del Tribunale corredandola della dichiarazione sostitutiva di cui al quarto comma, numeri 3) e 4), e dei titoli e documenti idonei a dimostrare il mantenimento della specifica competenza tecnica del professionista ai sensi del settimo comma. La (ir)reclamabilità delle determinazioni del Comitato Di rilevante portata la modifica che interessa il comma nonodell'art. 179-ter disp. att. c.p.c. Ed infatti, posto che sulle domande di iscrizione e di conferma decide il Comitato (composto, val la pena ricordarlo, dal Presidente del Tribunale o da un suo delegato, un giudice dell'esecuzione immobiliare e un professionista iscritto nell'albo professionale, designato dal consiglio dell'ordine, a cui appartiene il richiedente l'iscrizione nell'elenco), la riforma del 2024 ha espressamente previsto che « Contro i provvedimenti del comitato è ammesso reclamo, entro quindici giorni dalla notificazione, al comitato previsto nell'articolo 5», allineando la disciplina a quella dettata, dall'art. 15, comma 5, disp. att. c.p.c., per il reclamo avverso i provvedimenti del Comitato incaricato della formazione dell'albo dei consulenti tecnici. In realtà, il legislatore non ha tenuto in considerazione che l'art. 5 disp. att. c.p.c., che fa riferimento all'ordinamento corporativo, è stato abrogato a seguito della soppressione dell'ordinamento corporativo disposta con d.lgs. lgt. n. 369/1944 e a seguito delle modifiche al processo del lavoro ad opera della l. n. 533/1973. In altre parole, il legislatore ha finito per attribuire ai suddetti provvedimenti un regime di non reclamabilità. Così, preso atto della svista del legislatore del 2024, per consegnare un effettivo rimedio al professionista illegittimamente escluso dall'elenco sul presupposto che la domanda di iscrizione risulti fondata sulla partecipazione ad un corso abilitante ritenuto erroneamente inadeguato, si potrebbe forse aprire alla tutela d'urgenza ex art. 700 c.p.c.; con la precisazione che il presupposto dell'urgenza può individuarsi proprio nel fatto che, diversamente, il professionista illegittimamente escluso dovrebbe attendere tre anni prima di effettuare una nuova domanda d'iscrizione negli elenchi. Va precisato, a questo riguardo, che il TAR Lazio, con decisione del 12 settembre 2024, n. 4254 — e quindi anteriore al correttivo del novembre 2024 — ha rigettato il ricorso (cautelare) proposto nei confronti del provvedimento (del 10 giugno 2024, adottato dal Comitato istituito presso il Tribunale di Roma, incaricato della formazione dell'elenco dei professionisti di cui all'art. 179-ter disp. att. c.p.c.) con cui era stato deliberato di non accogliere la domanda di inserimento nell'elenco a causa dell'inidoneità del corso preparatorio cui aveva partecipato il ricorrente. Ciò, secondo il TAR, alla luce della «delicatezza delle funzioni svolte dai professionisti delegati alle vendite giudiziarie, la quale impone una rigida selezione di professionisti i quali vantino una solida preparazione specifica nella materia». Di là dalla stringata motivazione e dalla fattispecie concreta che aveva determinato l'esclusione dall'elenco, quel che preme in questa sede rilevare è che, con siffatta pronuncia, il TAR Lazio ha confermato la propria giurisdizione, a discapito di quella ordinaria. Dopo la riforma del 2024 possiamo invece affermare che la scelta compiuta dal legislatore non sia del tutto priva di portata applicativa, poiché costituisce almeno un addentellato normativo a favore della giurisdizione dell'autorità giudiziaria ordinaria. La nomina del professionista iscritto nell'elenco di altro circondario Resta ora da accennare alle modifiche apportate dal Correttivo del 2024 al dodicesimo comma dell'art. 179-ter disp. att. c.p.c. Orbene, questa disposizione consentiva al giudice dell'esecuzione di delegare un professionista iscritto nell'elenco di altro circondario solo indicando analiticamente i motivi della scelta nel provvedimento. Tra le molte critiche mosse nei confronti di tale previsione normativa, si segnala quella del Consiglio Nazionale Forense, che auspicava da tempo un ampliamento dell'ambito di operatività della nomina dei professionisti delegati almeno al distretto della corte d'appello. Difatti, la limitazione territoriale aveva, in primo luogo, finito per erodere le specifiche competenze del professionista, inevitabilmente destinato a subire una restrizione della propria attività nell'ambito del solo tribunale di appartenenza. In secondo luogo, ha disatteso le esigenze di «trasparenza nelle vendite giudiziarie» soprattutto presso le Corti di modeste dimensioni rispetto alle quali — per evitare «opacità, turbative, interferenze» nell'ambito dell'attività di vendita — si enfatizzava la necessità di nominare il delegato tra i professionisti esterni al circondario. Sullo sfondo si presentava, inoltre, il rischio di una ingiustificata disparità di trattamento rispetto ai curatori nella liquidazione giudiziale o ad altre categorie di professionisti nelle procedure concorsuali ovvero agli amministratori giudiziari di beni sequestrati alla criminalità organizzata, che non sono soggetti ad alcuna limitazione territoriale nell'esercizio della propria attività. Da ultimo, merita un cenno pure la preoccupazione che l'elevata specializzazione richiesta ai delegati limitasse le iscrizioni dei professionisti nei tribunali medio-piccoli, col rischio per il giudice dell'esecuzione di non reperire i professionisti per la copertura delle deleghe ovvero di non garantire una congrua turnazione delle medesime deleghe. A breve distanza di tempo, l'art. 13, comma 7-bis, d.l. n. 75/2023, convertito con la l. n. 112/2023, ha stabilito un'espressa deroga all'obbligo di specifica motivazione che non avrebbe operato nel distretto della Corte di appello di appartenenza. In questo modo, si consentiva al giudice dell'esecuzione di avvalersi di delegati iscritti in elenchi di altri Tribunali — purché appartenenti al medesimo distretto — senza esplicitare le ragioni della propria determinazione, indipendentemente dalle caratteristiche della specifica procedura delegata, del tribunale o della capacità del professionista nominato. Oggi, in accoglimento delle diverse sollecitazioni prospettate, tale norma è stata recepita nel corpo del dodicesimo comma dell'art. 179-ter disp. att. c.p.c., in forza del quale il giudice dell'esecuzione può delegare le operazioni di vendita anche ad un professionista iscritto nell'elenco di altro circondario compreso nel medesimo distretto, senza alcun obbligo motivazionale, potendo la sua determinazione essere dettata dalle ragioni più varie. Per un corretto inquadramento della disposizione e degli interessi ad essa sottesi, siano ancora consentite alcune minime considerazioni. Preliminarmente occorre segnalare che, mediante la disciplina contenuta nell'art. 179-ter disp. att. c.p.c. il legislatore persegue plurime finalità. Si pensi all'uniformità nazionale nella formazione e tenuta degli elenchi, all'autonomia del magistrato nella scelta del delegato, alla valorizzazione della competenza specialistica del professionista delegato e, non ultimo, alla migliore efficienza del procedimento di espropriazione forzata: caratteristiche, tutte, che lasciano presagire che gli elenchi circondariali siano destinati prossimamente ad evolversi in un albo a livello nazionale. Sotto altro profilo, va segnalato che il legislatore ha costruito l'impianto della norma in commento in momenti diversi, forgiandola di volta in volta sulla base delle esperienze maturate durante l'applicazione del testo previgente. Si deve ritenere, pertanto, che la prossima fase di questa codificazione a tappe sarà senz'altro costituita dalla riorganizzazione dell'elenco a livello nazionale e dalla sostituzione dello stesso con un apposito “albo” (CRIVELLI A., Il nuovo elenco dei delegati e custodi: l'art. 179-ter disp. att. c.p.c. dopo la riforma Cartabia, cit.) Questa fisiologica evoluzione emerge direttamente dalle linee guida della Scuola superiore della magistratura, che fanno riferimento proprio “all'albo” e non agli elenchi dell'art. 179-ter disp. att. c.p.c., anche in considerazione del fatto che con tale termine solitamente si intende il documento che attesta particolari requisiti, stabiliti dalla legge, in capo a determinati soggetti/professionisti ivi riportati, consentendo loro l'esercizio di una specifica attività. E, più precisamente, subordina l'iscrizione all'avvenuto accertamento del possesso di competenze professionali conseguente ad un esame di abilitazione, per mezzo del quale l'iscritto può annoverarsi in uno specifico gruppo professionale (tale effetto abilitante, proprio dell'iscrizione negli elenchi dell'art. 179-ter disp. att. c.p.c., si evince direttamente dalla risposta all'interpello n. 468, 28 novembre 2023, dell'Agenzia delle Entrate - Direzione Regionale Campania, che lo qualificava come il presupposto per l'applicazione della tassa di concessione governativa di € 168,00 gravante sugli iscritti). Da qui la conferma ulteriore che il legislatore sarà comunque tenuto ad effettuare una ristrutturazione degli elenchi a livello nazionale e, quindi, dell'art. 179-ter disp. att. c.p.c., analogamente a quanto effettuato per altre figure professionali (tramite l'“albo” dei gestori della crisi, dei consulenti tecnici, dei periti). Si apre così un nuovo nodo cruciale per il futuro albo e dei professionisti delegati/delegabili alle operazioni di vendita, inerente la scelta tra l'affidamento dell'istruttoria e la delibera per l'iscrizione ad un solo organo nazionale — individuabile nel Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della giustizia — oppure come avviene oggi ad organi territoriali diversi con conseguente suddivisione degli iscritti in più albi circondariali, coordinati da un nuovo portale unico nazionale (in tal senso BLASONE M., La gestione della crisi degli elenchi dei delegati alla vendita, in www.ilcaso.it, per il quale il legislatore, seguendo nel percorso di riforme, «il sentiero tracciato dall'efficienza del procedimento esecutivo e dalle indicazioni sovranazionali, non potrà che giungere al superamento degli elenchi circondariali ed alla formazione di un albo nazionale, o quanto meno di un portale unico, dei professionisti delegati». Su questi temi, cfr. pure BORRELLI P. - VIOLA G., Riforma del processo civile: l'elenco dei professionisti che provvedono alle operazioni di vendita, in IUS Processo civile (ius.giuffrefl.it), cui si rinvia per ulteriori approfondimenti). Quanto alle specifiche competenze richieste al professionista per essere inserito negli elenchi, va considerato che esse sussistono se il candidato:
Posto che i suddetti requisiti sono alternativi tra loro, nel senso che è sufficiente il possesso di uno di essi, non sono mancate questioni interpretative con riferimento a tale disposizione, come emerge dalle varie circolari pubblicate o dalle prassi operative che i vari Comitati stanno seguendo. È pacifico però, con riferimento al requisito di cui al n. 2, che:
Ebbene, anche da queste ultime brevi considerazioni emerge la particolare struttura dell'art. 179-ter disp. att. c.p.c., destinato a rimanere privo di quelle caratteristiche di certezza e stabilità proprie di una prescrizione normativa, che si atteggia - costantemente e nonostante i plurimi interventi riformatori - a cantiere sempre aperto, per fronteggiare le diverse esigenze che da un punto di vista pratico applicativo man mano si presentano. |