L’annullamento sub iudice della cartella di pagamento legittima la cancellazione d’ufficio dell’ipoteca immobiliare

Giuseppe Durante
07 Gennaio 2025

La Corte di cassazione, nell'ordinanza n. 27639 del 24 ottobre 2024 ha messo in evidenza il rapporto di conseguenzialità intercorrente tra l’emissione del titolo esecutivo emesso e notificato dall’Agenzia delle entrate riscossione (cartella di pagamento o ingiunzione fiscale) e il successivo provvedimento di iscrizione ipotecario previsto dall’art. 77, comma 1 del d.p.r. n. 602/1973, avente natura di provvedimento cautelare strettamente subordinato all’esistenza dell’obbligazione tributaria, previdenziale o patrimoniale.

Massima

Nel caso in cui le cartelle di pagamento emesse e notificate dall'Agenzia delle Entrate Riscossione vengono annullate, il giudice tributario deve disporre la cancellazione dell'ipoteca iscritta sugli immobili del debitore, anche d'ufficio, poiché l'iscrizione di Ipoteca costituisce un mero atto di esecuzione diventato inefficace con l'annullamento del titolo.

Il caso

La questione posta al vaglio della Suprema Corte di Cassazione è riconducibile nel caso di specie alla presentazione di un ricorso proposto ex art.18 e ss. del d.lgs. n. 546/1992 avverso un provvedimento di iscrizione di ipoteca immobiliare disposto ex art. 77 del d.p.r. n. 602/1973 effettuato dall'AdER territorialmente competente e riferita, nel caso di specie, al mancato pagamento di imposte intimate da diverse cartelle di pagamento. Il giudice tributario di prime cure accoglieva parzialmente il ricorso introduttivo, per cui l'AdE territorialmente competente presentava appello in sede di gravame al fine di ivi chiedere la revoca della sentenza di primo grado. In effetti, il giudice di appello accoglieva le ragioni dell'ufficio impositore legittimando il contribuente a presentare rituale ricorso per cassazione in sede di legittimità. In particolare, con il primo motivo di ricorso, parte ricorrente, ai sensi dell'art. 360 comma 1 n. 4) cpc lamentava l'omessa pronuncia da parte della CGTR circa la richiesta di ordinare all'Agenzia delle entrate riscossione - AdER la cancellazione d'ufficio del provvedimento di iscrizione ipotecaria strettamente collegato al debito tributario intimato dall' AdER in più cartelle di pagamento.

La questione

La questione posta al vaglio dei giudici di Palazzaccio ha ad oggetto nel caso di specie una casistica piuttosto diffusa nelle procedure di riscossione coattiva attivate dall'AdER, ai sensi dell'art. 50 e ss. del d.p.r. n. 602/1973. In altre parole, la normativa di riferimento contenuta nel richiamato d.p.r. n. 602/1973 dispone la possibilità da parte dell'Agenzia delle entrate riscossione di notificare una serie di atti esecutivi successivi alla emissione e notifica della cartella di pagamento, tutti finalizzati al recupero coattivo del credito per cui si procede. Per cui, gli agenti della riscossione decorsi sessanta giorni dalla notifica della cartella di pagamento, il ruolo costituisce il titolo per iscrivere ipoteca sugli immobili del debitore e dei coobbligati per un importo pari al doppio dell'importo complessivo per cui si procede in forza dell'art. 77, comma 1 del d.p.r. n. 602/1973.

La soluzione giuridica

Sulla effettiva natura del provvedimento di iscrizione di ipoteca ci sono due orientamenti contrapposti sia in dottrina che in sede giurisprudenziale. Un primo orientamento, avvallato se vogliamo dalla stessa Ordinanza in commento considera il provvedimento di iscrizione di ipoteca ex art. 77 del d.p.r. n. 602/1973 un atto esecutivo sicuramente riconducibile o meglio collocabile nell'ultima fase della procedura di riscossione coattiva, ossia, all'esecuzione forzata; trattasi di una procedura essenzialmente finalizzata al recupero coattivo del credito per cui si procede. Ne deriva in questo caso che l'ipoteca costituisce una condizione di procedibilità della successiva espropriazione forzata ex art. 77 comma 2 del d.p.r. n. 602/1973. Un secondo orientamento piuttosto diffuso ritiene diversamente dal primo che il provvedimento di iscrizione di ipoteca sia fondamentalmente un “provvedimento cautelare” il cui fine è quello di “cautelare” o meglio “garantire” ossia “assicurare” comunque l'esigibilità del credito per cui si procede in caso di mancato pagamento del quantum debeatur da parte del debitore, o meglio in mancanza di liquidità da parte dello stesso, vincolando pertanto gli immobili del debitore stesso. Tuttavia, sia nell'una che nell'altra ipotesi (atto esecutivo o provvedimento cautelare), si tratta indubbiamente di un provvedimento strettamente subordinato e quindi “funzionale” rispetto all'esistenza dell'obbligazione tributaria, previdenziale o patrimoniale intimata al debitore; per cui, nel momento in cui la stessa obbligazione viene meno, inevitabilmente perde di efficacia l'atto esecutivo o il provvedimento cautelare previsto e disciplinato dall'art. 77 del d.p.r. n. 602/1973 attivato dall'AdER territorialmente competente. È quanto ha disposto in sostanza la Suprema Corte di Cassazione nell'Ordinanza n. 27639 del 24 ottobre 2024. Secondo gli Ermellini l'iscrizione di ipoteca legale costituisce un mero atto di esecuzione per cui ne deve essere ordinata la cancellazione, anche d'ufficio, qualora il titolo, per qualsiasi causa, divenga inefficace, con disposizione che va resa nello stesso provvedimento con il quale viene accertata la sopravvenuta inefficacia. Per cui, al ricorrere di determinate circostanze, l'ipoteca immobiliare perde inevitabilmente di efficacia. Il caso più lampante è rinvenibile nell'adempimento dell'obbligazione tributaria da parte del debitore; ma, la stessa può verificarsi a seguito dell'annullamento del provvedimento stesso da parte del giudice adito, a seguito dell'annullamento del ruolo, della cartella di pagamento o dell'avviso di accertamento divenuto esecutivo, da ultimo, a seguito della sopravvenuta sospensione del ruolo, della cartella di pagamento o dell'accertamento esecutivo.

Osservazioni

Nella casistica posta al vaglio dei giudici di Palazzaccio il giudice tributario avendo accolto le ragioni del contribuente disponendo pertanto l'annullamento delle rispettive cartelle di pagamento, doveva disporre, già nel dispositivo di sentenza, l'inefficacia del provvedimento di iscrizione di ipoteca, non avendo lo stesso più alcuna ratio in considerazione del venir meno dell'obbligazione tributaria.

Per cui, in considerazione ad un orientamento giurisprudenziale già espresso dalla stessa Corte di Cassazione e ribadito nell'Ordinanza in commento l'accoglimento del ricorso o comunque delle ragioni addotte dal contribuente-debitore, comporta inevitabilmente l'obbligo per l'AdER di provvedere a sue spese alla conseguente cancellazione dell'ipoteca immobiliare. Tuttavia, non è esclusa la possibilità che la cancellazione del provvedimento non avvenga fino a che la sentenza del giudice non diventi definitiva. Infatti, la cancellazione deve essere eseguita dal conservatore quando è ordinata con sentenza passata in giudicato o con altro provvedimento definitivo emesso dall'autorità competente. Tuttavia, nel ricorso introduttivo è comunque opportuno che il contribuente chieda sempre espressamente la condanna dell'AdER alla cancellazione dell'ipoteca; è questo un motivo in più che porterà il giudice adito a disporre la cancellazione dell'ipoteca immobiliare già nel dispositivo di sentenza.

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