Prevale l’inammissibilità dell’appello o il vizio di contraddittorio in primo grado?

La Redazione
09 Dicembre 2024

In tema di impugnazioni, la Suprema Corte esamina il caso in cui, in sede di appello, la Corte territoriale si trovi contemporaneamente dinanzi ad un motivo di inammissibilità dell’appello e ad un vizio di integrazione del contraddittorio in primo grado,  statuendo quale dei due il giudice di merito debba valutare per primo

Tizio chiedeva in giudizio la declaratoria di usucapione di un terreno, citando allo scopo una serie di comproprietari catastali, di cui se ne costituiva solo uno. Il giudice accoglieva la domanda. In sede di appello, la Corte territoriale rilevava che la notifica effettuata in primo grado ad un convenuto era inesistente, essendo questo deceduto più di dieci anni prima della causa e con ordinanza fissava un termine entro cui l'appellante avrebbe dovuto integrare il contraddittorio nei confronti degli eredi di tale convenuto. L'appellante ometteva di notificare l'appello agli eredi; tuttavia, il giudice dichiarava la sentenza impugnata e l'intero giudizio in primo grado nulli (sussistendo un'ipotesi di litisconsorzio necessario), rimettendo le parti avanti al Tribunale. Tizio ricorreva in Cassazione, dolendosi del fatto che la Corte d'appello avrebbe dovuto preliminarmente dichiarare l'inammissibilità dell'appello conseguente la violazione ex art. 331 c.p.c., da parte dell'appellante, che non aveva integrato il contraddittorio nei confronti degli eredi del convenuto deceduto nel termine concesso all'uopo con ordinanza e non rilevare un difetto di contraddittorio in primo grado.

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, rilevando che, una volta avuto accesso agli atti, essendo emerso un error in procedendo ed essendo stato concesso con ordinanza un termine all'appellante per integrare il contraddittorio, questi non aveva adempiuto. Quindi, la Cassazione ha statuito che, a fronte di tale omissione dell'appellante, la Corte d'appello avrebbe dovuto limitarsi a prendere atto della consumazione del termine perentorio e statuire l'inammissibilità del gravame ex art. 331 comma 2 c.p.c., senza prendere in alcun modo in considerazione gli atti del primo grado.

Di conseguenza, la Cassazione ha cassato la sentenza di secondo grado, dichiarando ex art. 382, ult. comma c.p.c. che il giudizio dell'appello non poteva proseguire.

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