Istanza del commissario giudiziale per la revoca del liquidatore giudizialeInquadramentoLa revoca del liquidatore giudiziale è disciplinata dall'art. 134 c.c.i.i. (richiamato dall'art. 114, comma 2) sotto il solo profilo procedimentale. Difatti anche il nuovo codice, così come anche la legge fallimentare, non specifica i presupposti sostanziali della revoca, invece individuati, per il Curatore, nella sussistenza di “giustificati motivi” (art. 122 c.c.i.i.). Ne consegue che la revoca del liquidatore potrà essere disposta quando ricorra una “giusta causa”, come previsto in via generale in materia di mandato (artt. 1723,1725,1726 c.c.), rappresentata dalla violazione colposa o dolosa dei doveri su di lui incombenti. Il richiamo dell'art. 136, da parte dell'art. 114, comma 2 c.c.i.i., estende al liquidatore l'obbligo di uniformare la propria condotta alla diligenza richiesta dalla natura dell'incarico, da valutarsi in relazione alla tipologia dei beni e degli atti liquidatori. FormulaTRIBUNALE DI ... CONCORDATO PREVENTIVO ... R.C.P. GIUDICE DELEGATO: DOTT. ... COMMISSARIO GIUDIZIALE: DOTT. ... LIQUIDATORE GIUDIZIALE: DOTT. ... ISTANZA PER LA REVOCA DEL LIQUIDATORE GIUDIZIALE Il sottoscritto Dott. ... nominato Commissario giudiziale nella procedura di concordato preventivo emarginata in epigrafe PREMESSO CHE a seguito di domanda depositata in data ..., la società ... veniva ammessa alla procedura di concordato preventivo con decreto del ...; in data ... iniziavano le operazioni di voto che terminavano in data ...; all'esito di tali operazioni risultava che la proposta concordataria aveva ricevuto il voto favorevole dei creditori, rappresentanti il ... % dei crediti complessivamente ammessi al voto; che, con sentenza depositata in data ..., il Tribunale omologava il concordato preventivo, nominando come liquidatore giudiziale il Dott. ...; che il piano concordatario prevede la liquidazione dei beni di titolarità del debitore; che, nonostante il tempo trascorso dalla omologazione del concordato, il liquidatore giudiziale non risulta aver compiuto alcuna significativa attività, come già segnalato dal sottoscritto commissario nelle osservazioni al rapporto riepilogativo ex art. 114, ultimo comma, c.c.i.i.; che il persistere di tale inerzia appare compromettere in maniera significativa l'esecuzione della proposta di concordato [1], stante l'imminenza del termine per il pagamento dei creditori privilegiati. Tutto ciò premesso, CHIEDE che l'Ecc.mo Tribunale adito voglia disporre la revoca del Dott. ... dall'incarico di liquidatore giudiziale, procedendo alla nomina di un nuovo liquidatore giudiziale. Con osservanza. Luogo e data ... Firma commissario giudiziale ... 1. Cfr. Cass. I, n. 4177/2000 secondo cui: «Il concordato preventivo con cessione dei beni ai creditori è suscettibile di risoluzione per inadempimento - pur con i limiti posti dall'art. 186, secondo comma, della legge fallimentare -, o (se sia scaduto il termine di cui all'art. 137 della legge fallimentare) di estinzione, con conseguente apertura della procedura fallimentare, solo ove risulti accertato che il debitore abbia conservato la disponibilità materiale e giuridica dei beni offerti, sicché l'inadempimento sia addebitabile al suo comportamento, ovvero se di detti beni lo stesso abbia assicurato una consistenza superiore a quella reale; infatti - di per sé - con la cessione dei beni, il debitore assolve i propri obblighi, e non assume alcuna responsabilità in ordine al risultato della liquidazione. Ne consegue che, in caso di mancato rispetto del termine concesso per la liquidazione dalla sentenza di omologazione, detto inadempimento, avuto riguardo alla mancanza, in tema di concordato preventivo con cessione dei beni (a differenza di quello senza cessione)di una norma che preveda un termine per la liquidazione, non può essere posto a carico del debitore che non ha più la disponibilità dei beni ceduti, dovendosi, invece, ritenere tenuto alla osservanza di detto termine - che, ove previsto dalla sentenza, riguarda la procedura di liquidazione - il liquidatore, il quale potrebbe essere chiamato a rispondere dei danni derivanti dall'inadempimento»; cfr. pure Cass. I, n. 6042/78 che, in ordine ai compiti del liquidatore giudiziale, ha affermato: «Dopo il passaggio in giudicato della sentenza di omologazione del concordato preventivo, nelle azioni inerenti all'accertamento di debiti dell'imprenditore ammesso al concordato, la legittimazione, attiva e passiva, spetta ai creditori ed all'imprenditore medesimo, ma non anche al liquidatore dei beni ceduti ai creditori, il quale non ha alcun potere di verifica dell'esistenza e dell'esigibilità dei crediti, né di rappresentanza della massa dei creditori, ma ha il solo compito di realizzare i beni e di ripartire il ricavato, secondo le modalità stabilite nella sentenza di omologazione, fra tutti i creditori che siano stati indicati dal debitore nella domanda di ammissione al concordato, e che non siano stati successivamente contestati nel corso della procedura. Pertanto, nella controversia instaurata da uno di detti creditori contro il liquidatore, per l'inadempienza agli indicati doveri, deve escludersi che il liquidatore medesimo sia legittimato, per giustificare il proprio rifiuto di far partecipare quel creditore alla distribuzione del ricavato, a sollevare questioni sull'esistenza del credito e sulla ritualità del suo inserimento nell'ambito della procedura concordataria». COMMENTOIn virtù dell'art. 134 c.c.i.i., richiamato dall'art. 114, comma 2 c.c.i.i., il tribunale può, in ogni tempo, su proposta del giudice delegato o su richiesta del comitato dei creditori o d'ufficio, revocare il liquidatore giudiziale, previa convocazione sua e del comitato dei creditori. Tuttavia, dal momento che la sorveglianza sull'esecuzione del concordato spetta al commissario giudiziale, è lecito attendersi che l'istanza di revoca venga formulata proprio da questi, invece che dal comitato dei creditori, senza attendere l'attivazione d'ufficio dei poteri del giudice delegato e/o del tribunale. A norma dell'art. 136, comma 3 c.c.i.i. (anch'esso richiamato dall'art. 114), l'azione di responsabilità contro il liquidatore revocato potrà essere esercitata dal nuovo liquidatore, previa autorizzazione del giudice delegato. L'applicazione di tale norma sembrerebbe escludere una concorrente legittimazione del debitore e dei creditori prima dell'esaurimento della liquidazione. Successivamente, tuttavia, i creditori potranno agire in sede ordinaria per ottenere il risarcimento del danno conseguente all'inadempimento del mandato (cfr. Cass. I, n. 4177/2000; n. 6042/1978). Lo stesso varrà per il debitore qualora, per esempio, la condotta del liquidatore abbia dato causa alla risoluzione del concordato. |