Parere del Curatore sulla proposta di concordato (art. 241 c.c.i.i.)inquadramentoLa proposta di concordato è presentata con ricorso al giudice delegato, il quale chiede il parere del Curatore, con specifico riferimento ai presumibili risultati della liquidazione e alle garanzie offerte. FormulaTRIBUNALE DI .... Procedura di liquidazione giudiziale n. .... Giudice Delegato: Dr. .... Curatore n. .... PARERE DEL CURATORE SULLA PROPOSTA DI CONCORDATO EX ART. 241 c.c.i.i.[1] Il sottoscritto Dr. ...., in qualità di Curatore nella procedura di liquidazione giudiziale della società ...., in ottemperanza al provvedimento del .... con cui il G.D. ha richiesto il parere [2] dell'esponente ai sensi dell'art. 241 c.c.i.i. con specifico riferimento ai presumibili risultati della liquidazione ed alle garanzie offerte dalla proponente, espone quanto segue: 1. Il passivo accertato Con sentenza del .... il Tribunale di .... ha dichiarato aperta la liquidazione giudiziale di .... In data ..... il G.D. ha dichiarato esecutivo lo stato passivo delle domande tempestive. L'udienza di verifica delle domande tardive è stata fissata per il giorno .... Lo stato passivo, all'esito dell'esame delle domande tempestive, è così costituito: [esporre lo stato passivo] 2. Il Comitato dei Creditori Il comitato dei creditori è costituito da .... [ovvero non è stato costituito per indisponibilità del numero minimo dei componenti]. 3. L'attivo della liquidazione giudiziale 3.1. Disponibilità liquide Le attuali disponibilità liquide della procedura ammontano ad € .... 3.2. Ricavato della liquidazione La procedura ha acquisito all'attivo il seguente compendio immobiliare, il cui valore è stato quantificato dallo stimatore in € ..... 4. Giudizi pendenti La procedura ha in corso i seguenti giudizi [ .... ] 5. Crediti prededucibili I crediti da soddisfare in prededuzione sono di seguito indicati: – compenso del Curatore: .... – compenso del difensore della procedura: .... – compenso dello stimatore: ..... Si precisa che i compensi dei professionisti sono stati considerati ai minimi della tariffa di riferimento e saranno determinati dal G.D. a seguito di apposita istanza di liquidazione. Alla luce di quanto precede, i crediti in prededuzione ad oggi maturati da considerare nell'onere concordatario possono essere prudenzialmente quantificati in circa € ..... 6. La proposta di concordato Come sopra esposto, .... ha depositato in data .... una proposta di concordato con assuntore. La proposta prevede: [sintetizzare i contenuti della proposta: attivo e passivo, offerta ai creditori e modalità adempitiva della proposta nonché eventuali garanzie offerte]. 7. Sull'ammissibilità della domanda di concordato [riferire sulla legittimazione alla presentazione della domanda di concordato e sul rispetto della relativa tempistica; evidenziare eventuali profili di violazione dell'art. 2740 c.c. con riferimento al trattamento dei creditori]. 8. Sulla convenienza della proposta [3] [esporre le ragioni di convenienza del concordato rispetto alla prosecuzione della procedura di liquidazione, con specifico riferimento ai presumibili risultati della liquidazione ed alle garanzie offerte] Per tutto quanto esposto, il sottoscritto Curatore FORMULA parere positivo/negativo [4] alla proposta di concordato presentata da ..... Luogo e data .... F.to il Curatore .... [1]La norma, come modificata a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. Correttivo ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, stabilisce: «1. La proposta di concordato è presentata con ricorso al giudice delegato, il quale chiede il parere del curatore, con specifico riferimento ai presumibili risultati della liquidazione e alle garanzie offerte. Quando il ricorso è proposto da un terzo, esso deve contenere l'indicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata al quale ricevere le comunicazioni. Si applica l'articolo 10, comma 3. 2. Una volta espletato tale adempimento preliminare il giudice delegato, acquisito il parere favorevole del comitato dei creditori, valutata la ritualità della proposta, ordina che la stessa, unitamente al parere del comitato dei creditori e del curatore, venga comunicata a cura di quest'ultimo ai creditori a mezzo posta elettronica certificata, specificando dove possono essere reperiti i dati per la sua valutazione e informandoli che la mancata risposta sarà considerata come voto favorevole. Nel medesimo provvedimento il giudice delegato fissa un termine non inferiore a venti giorni e non superiore a trenta, entro il quale i creditori devono far pervenire nella cancelleria del tribunale eventuali dichiarazioni di dissenso. In caso di presentazione di più proposte o se comunque ne sopraggiunge una nuova prima che il giudice delegato ordini la comunicazione, tutte le proposte sono sottoposte all'approvazione dei creditori, salvo che il curatore e il comitato dei creditori, congiuntamente, ne individuino una o più maggiormente convenienti. 3. Qualora la proposta contenga condizioni differenziate per singole classi di creditori essa, prima di essere comunicata ai creditori, deve essere sottoposta, con i pareri di cui ai commi 1 e 2, al giudizio del tribunale che verifica il corretto utilizzo dei criteri di cui all'articolo 240, comma 2, lettere a) e b), tenendo conto della relazione giurata di cui al comma 4, dello stesso articolo». [2]Cfr. Cass. I, n. 24359/2013 onde: «Nel procedimento di concordato fallimentare risultante dai d.lgs. n. 5/2006 e n. 169/2007, il parere reso dal curatore sui presumibili risultati della liquidazione e sulle garanzie offerte, ai sensi dell'art. 125 l.fall., svolge una funzione diversa – più ridotta e limitata – rispetto a quella svolta dalla relazione del professionista ex art. 161 l.fall. nel concordato preventivo, atteso che, mentre quest'ultima costituisce lo strumento fondamentale perché i creditori possano venire a conoscenza delle vicende imprenditoriali, finanziarie ed economiche di un'impresa normalmente ancora in attività, il primo è reso con riferimento ad un'impresa fallita, della quale vengono accertati dagli organi fallimentari sia le attività, che le passività. Ne consegue che la maggiore conoscenza del ceto creditorio circa la situazione economico-finanziaria e patrimoniale dell'impresa fallita implica che il parere del curatore non debba incentrarsi in modo specifico sulla congruenza e non contraddittorietà della proposta concordataria, e che eventuali ulteriori carenze, omissioni o erronee indicazioni in esso contenute, ivi comprese le inesattezze in ordine all'indicazione delle percentuali di soddisfacimento dei creditori, non possono inficiare la regolarità del procedimento, ben potendo i creditori, del resto, valutare – in autonomia e alla luce della documentazione fornita dagli organi fallimentari – eventuali imprecisioni e contraddizioni o possibili divergenze interpretative della proposta». [3]Cfr. Cass. I, n. 19645/2015 secondo cui: «Nel giudizio di omologazione del concordato fallimentare, il controllo del tribunale è limitato alla verifica della regolarità formale della procedura e dell'esito della votazione – salvo che non sia prevista la suddivisione dei creditori in classi ed alcune di esse risultino dissenzienti – restando escluso ogni controllo sul merito, giacché la valutazione del contenuto della proposta concordataria, riguardando il profilo della convenienza, è devoluta ai creditori, sulla base del parere inerente ai presumibili risultati della liquidazione formulato dal curatore e dal comitato dei creditori». [4]Cfr. Cass. I, n. 3274/2011 per cui: «In tema di omologazione del concordato fallimentare, nella specie disciplinato dal d.lgs. n. 5/2006, la relazione positiva del curatore, resa sulla proposta ai sensi dell'art. 129 l.fall., non opera come condizione di procedibilità della relativa domanda, trattandosi di atto unicamente rivolto al tribunale (e non in grado di infirmare l'avvenuta approvazione dei creditori), diversamente dal parere positivo dello stesso curatore che, ai sensi dell'art. 125 l.fall., nel testo ratione temporis applicabile, non può mancare nella fase anteriore, potendo il giudice delegato solo in presenza di esso ordinare la comunicazione della proposta ai creditori». commentoÈ da ritenere che il parere del curatore non possa essere limitato ad un raffronto tra quanto presumibilmente conseguibile attraverso la liquidazione giudiziale e quanto promesso con la proposta di concordato, ma deve necessariamente estendersi alla “serietà” della proposta: quindi alla fattibilità del piano di ristrutturazione dei debiti e di soddisfazione dei crediti. Il curatore è, pertanto, chiamato ad esprimere un parere sulla convenienza della soluzione concordataria rispetto all'alternativa della liquidazione giudiziale e sul grado di sicurezza della sua attuabilità. Il parere (che costituisce condizione di procedibilità della proposta: cfr. Cass. I, n. 3274/2011) è rivolto al comitato dei creditori, chiamato a rendere un successivo parere, vincolante se negativo, nonché ai creditori chiamati a votare dopo il via libera del comitato, affinché possano rendere un assenso o dissenso informato (cfr. Trib. Napoli 22 ottobre 2008 e Trib. Mantova 3 aprile 2007). A sua volta, il G.D. esercita un vaglio preventivo in ordine alla completezza delle informazioni concernenti la fattibilità e la convenienza della proposta ed i presumibili risultati della liquidazione, onde consentire ai creditori una consapevole espressione del loro voto, con possibilità di chiedere al curatore una integrazione del parere stesso. Secondo la Suprema Corte, il parere del curatore deve fornire in primis il dato relativo al presumibile attivo realizzabile con la liquidazione giudiziale in raffronto con quanto ricavabile dall'alternativa concordataria, mentre, quanto alla congruità della somma offerta, quel parere avrebbe una valenza marginale rispetto al complesso degli elementi di cui i creditori dispongono (cfr. Cass. I, n. 24359/2013). |