Reclamo del Pubblico Ministero contro il decreto di rigetto dell'istanza di apertura della procedura di liquidazione giudiziale (art. 50 c.c.i.i.)inquadramentoL'art. 50 c.c.i.i. prevede la possibilità di proporre reclamo alla Corte d'appello contro il decreto motivato del Tribunale che abbia rigettato l'istanza di apertura della liquidazione giudiziale. La Corte decide al termine di un procedimento in camera di consiglio con un provvedimento che è ricorribile per cassazione nella sola ipotesi di accoglimento del reclamo. FormulaCORTE D'APPELLO DI .... RECLAMO CONTRO IL DECRETO DI RIGETTO DELL'ISTANZA DI APERTURA DELLA LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE RESO DAL TRIBUNALE DI .... IN DATA .... [1] PER PUBBLICO MINISTERO PRESSO IL TRIBUNALE DI ..... PREMESSO – che, con ricorso in data ...., l'istante ha chiesto, ritenuta l'emersione di una evidente situazione di insolvenza a carico della Società Beta al Tribunale di .... di .... disporre l'apertura della procedura di liquidazione giudiziale della società debitrice; – che, con decreto in data ...., il Tribunale di ...., ha rigettato tale ricorso sull'assunto per il quale ....; – che tale provvedimento è illegittimo poiché, a differenza di quanto evidenziato nello stesso, la società debitrice versa in uno stato di insolvenza e non è più in grado di adempiere, in via definitiva, alle proprie obbligazioni, atteso che .... – peraltro, .... – inoltre, .... [2]; CHIEDE che l'Ecc.ma Corte d'Appello di .... voglia, previa convocazione delle parti, dichiarare aperta con sentenza la procedura di liquidazione giudiziale a carico della società Beta e rimettere conseguentemente gli atti al Tribunale per gli adempimenti di competenza. Luogo e data .... Firma Pubblico Ministero .... [1]Il reclamo deve essere proposto entro trenta giorni dalla comunicazione del decreto. [2]Il reclamo deve contenere i motivi posti a fondamento dell'impugnazione. commentoL'art. 50 c.c.i.i. stabilisce che contro il decreto motivato con il quale il Tribunale respinge la domanda di apertura della liquidazione giudiziale possono proporre reclamo, entro trenta giorni dalla comunicazione, il ricorrente o il pubblico ministero dinanzi alla Corte d'appello. Il reclamo deve essere notificato, unitamente al decreto di fissazione dell'udienza, al debitore (nel senso che a pena di nullità dell'intero procedimento di reclamo la notificazione deve essere eseguita, ex art. 330, comma 1 c.p.c., presso il domicilio eletto nella prima fase dello stesso, v. Cass. n. 1335/2017). La procedura applicabile sarà quella propria dei procedimenti in camera di consiglio, stante l'espresso riferimento della norma agli artt. 737,738 c.p.c. La Corte d'Appello, se accoglie il reclamo, dichiara aperta la liquidazione giudiziale con sentenza e rimette gli atti al tribunale, che adotta, con decreto, i provvedimenti di cui all'articolo 49, comma 3. Tale sentenza è ricorribile per cassazione entro il termine di 30 giorni dalla notifica della sentenza. Vi è quindi una non trascurabile differenza rispetto al sistema precedente versato nella legge fallimentare, in virtù del quale, come noto, se la Corte d'appello accoglieva il reclamo contro il decreto di rigetto dell'istanza di fallimento si limitava a rimettere gli atti al Tribunale che, in base alla decisione, era poi chiamato ad emettere la sentenza dichiarativa di fallimento (sicché in tale assetto il provvedimento della Corte d'appello si riteneva non ricorribile per cassazione non avendo lo stesso portata decisoria: v., di recente, Cass. n. 30202/2019). La non definitività del provvedimento con il quale, invece, la Corte d'appello reitera il diniego già espresso dal Tribunale all'apertura della procedura di liquidazione giudiziale, rende ragione, invece, della previsione per la quale contro tale decreto non può essere proposto ricorso per cassazione. |