Istanza del comitato dei creditori per la cessazione dell'esercizio della impresainquadramentoL'art. 211 c.c.i.i. disciplina così come previsto nell'art. 104 l.fall, due diversi casi di cessazione dell'esercizio di impresa. Una prima ipotesi prevede il potere del Giudice delegato di disporre la cessazione dell'esercizio di impresa quando il comitato dei creditori non ravvisa l'opportunità di continuarlo, ed è proprio l'ipotesi di cui alla presente formula; l'altra ipotesi prevede che il Tribunale possa ordinare la cessazione dell'esercizio di impresa in qualsiasi momento laddove ne ravvisi l'opportunità con decreto in camera di consiglio non soggetto a reclamo sentiti il curatore ed il comitato dei creditori (art. 211, comma 7 c.c.i.i.). Quanto all'ipotesi disciplinata dall'art. 211, comma 5 c.c.i.i. la norma prevede che a fronte della richiesta del comitato dei creditori il giudice delegato debba “ordinare” la cessazione dell'esercizio di impresa. Si tratta, pertanto, di una scelta vincolata che non lascia margini di scelta discrezionale al giudice stesso e che potrà essere, pertanto, esercitata anche con un decreto che rinvii all'istanza, non essendo necessario per lo stesso alcuna specifica motivazione. FormulaFORMULA TRIBUNALE DI .... PROCEDURA DI LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE N. .... DEL .... Giudice Delegato: Dr. .... Curatore: Dr. .... ISTANZA PER LA DICHIARAZIONE DI CESSAZIONE DELL'ESERCIZIO DI IMPRESA Ill.mo Sig. Giudice delegato, il Comitato di creditori [1] della procedura di Liquidazione giudiziale sopra indicata, composto dai Sig.ri ..... PREMESSO – che con sentenza del .... il Tribunale ha aperto la liquidazione giudiziale della Società .... e che ha autorizzato la prosecuzione dell'attività di impresa (allegare sentenza); – che nel corso di questo mese l'attività è proseguita sotto la gestione del Curatore che ha .... (indicare modalità di svolgimento e allegare documentazione); – che, tuttavia, nel corso dell'ultima riunione con il Curatore, effettuata ai sensi dell'art. 211 comma 4, c.c.i.i., le informazioni sull'andamento della gestione hanno evidenziato la non opportunità della continuazione dell'esercizio di impresa; non opportunità confermata dall'ultimo rendiconto trimestrale depositato in cancelleria dal Curatore; CHIEDE all'Ill.mo Giudice delegato di ordinare la cessazione dell'esercizio di impresa della società fallita [2] . Luogo e data .... Firme componenti Comitato dei creditori con indicazione del ruolo (Allegare documentazione) Firma Curatore .... [1]L'iniziativa attribuita al Comitato dei creditori si giustifica con l'esigenza di impedire eventuali danni ai creditori derivanti dalla continuazione dell'esercizio di impresa. [2]Poiché la norma è formulata in modo tale da far ritenere che la decisione del Giudice delegato in modo conforme all'istanza sia imposta, ci si è domandati cosa accada qualora il Giudice delegato non decida nel senso indicato nell'istanza e quindi non provveda ad ordinare la cessazione dell'esercizio provvisorio, il relativo provvedimento potrebbe essere reclamato. commentoMentre, come visto, nel caso di cessazione su istanza del Comitato dei creditori la scelta del Giudice delegato è vincolata, nel caso previsto dal comma 7 il Tribunale ha il potere discrezionale di ordinare la cessazione dell'esercizio di impresa, subordinato all'opportunità della scelta e al parere del curatore e del Comitato dei creditori; parere che, a differenza dell'ipotesi prevista dalla presente formula, non sarà vincolante per il giudice delegato. Il provvedimento in base alla norma è adottato con decreto preso in camera di consiglio, non reclamabile né ricorribile per Cassazione. Resta da chiedersi che strumenti possa utilizzare il Giudice delegato qualora il Comitato dei creditori non cooperi nelle attività che richiedono la sua fattiva presenza, come l'ipotesi della presente formula. In tal caso secondo alcuni interpreti, con opinione senz'altro condivisibile, il giudice delegato potrebbe adoperare i poteri previsti dall'art. 140, comma 4 c.c.i.i., il cui comma 4 prevede che «in caso di inerzia, di impossibilità di costituzione per insufficienza di numero o indisponibilità dei creditori, o di funzionamento del comitato o di urgenza, provvede il giudice delegato». |