Decisione reclamo sul provvedimento di esdebitazioneInquadramentoL'esdebitazione consente ad un debitore sottoposto a liquidazione giudiziale di ottenere, in presenza di alcuni requisiti soggettivi di meritevolezza ed oggettivi, la cancellazione della parte di debiti non integralmente soddisfatti nel corso della procedura concorsuale. Il nuovo Codice della crisi potenzia tale idea, in linea generale sostituendo il fallimento con la liquidazione giudiziale e, più in particolare, estendo l'esdebitazione alle persone giuridiche e rendendo il beneficio sostanzialmente automatico, ma a contraddittorio differito, nel senso che in tanto l'esdebitazione è concessa salva successiva opposizione (motivata) da parte dei creditori non integralmente soddisfatti. L'esdebitazione viene concessa in sede di chiusura della procedura o decorsi tre anni dalla sua apertura. Il Correttivo-ter (d.lgs. n. 136/2024) ha incrementato il rispetto del contraddittorio, prevedendo che oltre al reclamo “postumo” al decreto di concessione dell'esdebitazione, l'eventuale istanza del debitore sia comunicata a cura del curatore ai creditori ammessi al passivo, affinché gli stessi possano presentare osservazioni nel termine di quindici giorni. Tale interlocuzione preventiva, che non sembra potersi tradurre in un vizio del provvedimento di concessione, posto che comunque resta consentito il reclamo successivo, può comunque portare “a galla” in sede preventiva eventuali profili non evidenziati dal curatore, migliorando la trasparenza ed il corredo conoscitivo alla base della decisione del giudice. FormulaCORTE D'APPELLO DI ... SEZIONE ... Il Collegio, composto dai seguenti magistrati: ... Presidente ... Giudice ... Giudice rel. Nel procedimento iscritto al ... / ... R.G. Avente ad oggetto: reclamo avverso decreto di esdebitazione reso dal Trib. di ... n. ... / ... [1] ha pronunciato il seguente DECRETO Visto il reclamo presentato in data ... dal Sig. ..., n. ... il ... C.F. ..., con l'Avv. ..., con il quale si è richiesto la revoca/annullamento del decreto emesso dal Trib. di ... in data ..., n. ... con il quale è stato concesso al Sig. ... il beneficio dell'esdebitazione relativamente ai crediti non integralmente soddisfatti dalla procedura di liquidazione aperta con sentenza n. ... del ..., relativamente alla società ..., con sede in ..., via ..., iscritta al R.I. tenuto dalla Camera di Commercio di ..., C.F. e P.I. ..., nonché del predetto Sig. ... in qualità di socio illimitatamente responsabile della stessa; all'esito dell'udienza di discussione in data ... OSSERVATO CHE Il reclamo appare infondato in quanto ..., (inserire succinta motivazione che giustifichi la concessione dell'esdebitazione); oppure il reclamo proposto dal sig. ... appare fondato, in quanto ..., (inserire succinta motivazione laddove vi siano elementi in diritto o di fatto che in concreto permettano di revocare/annullare il decreto che ha concesso il beneficio dell'esdebitazione); P.T.M. Revoca/annulla il decreto emesso dal Tribunale di ... in data ..., n. ..., con il quale sono stati dichiarati inesigibili nei confronti del Sig. ..., nato a ..., il ..., C.F. ..., sottoposto a liquidazione giudiziale in forza della sentenza n. ... / ..., i debiti concorsuali non integralmente soddisfatti da tale procedura (oppure ... ). Si comunichi Luogo e data ... Il Presidente ... 1. Come si è detto, con la riforma il contraddittorio con i creditori concorsuali non integralmente soddisfatti è successivo ed eventuale, nel senso che essi sono pur essendo chiamati ad interloquire anche sull'istanza del debitore, solo in sede di eventuale reclamo possono proporre le loro opposizioni. Essendo richiamato l'art. 124 c.c.i.i., dal punto di vista formale si applica quanto ivi previsto: «Il reclamo si propone con ricorso, che deve contenere: a) l'indicazione del tribunale o della corte di appello competente, del giudice delegato e della procedura di liquidazione giudiziale; b) le generalità, il codice fiscale del ricorrente e il nome e il domicilio digitale del difensore; c) l'esposizione delle ragioni di fatto e di diritto su cui si basa il reclamo, con le relative conclusioni; d) l'indicazione dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi e dei documenti prodotti. Il reclamo non sospende l'esecuzione del provvedimento impugnato». COMMENTOSecondo Cass. n. 16620/2016, in tema di esdebitazione, la condizione di soddisfacimento, almeno parziale, dei creditori concorsuali, prevista dall'art. 142, comma 2 l.fall., deve intendersi realizzata anche quando talune categorie di creditori (nella specie, i creditori chirografari) non abbiano ricevuto alcunché in sede di riparto. Trattasi di un principio consolidato almeno a decorrere da Cass. S.U., n. 11279/2011. Con riferimento a tale presupposto, recente giurisprudenza di merito ha osservato che nell'ipotesi in cui vi sia una esdebitazione invocata dopo l'entrata in vigore del codice della crisi ma in relazione ad un fallimento disciplinato dalla legge fallimentare, deve ritenersi che l'esdebitazione possa essere concessa anche se la procedura liquidatoria non ha consentito la soddisfazione di alcun credito concorsuale (posto, in ogni caso, il rispetto degli altri presupposto soggettivi) (Trib. Ferrara 20 febbraio 2024). Si è ritenuto che l'effetto indicato dal legislatore come ostativo alla concessione del beneficio della esdebitazione di cui all'art. 142 l.fall., consistente nella determinazione del ritardo o nella contribuzione al suo verificarsi, è riconducibile ad una condotta non delineata nella sua specificità, sicché questa può essere correttamente riscontrata dal giudice del merito quando sia stata accertata la conseguenza pregiudizievole dell'allungamento dei tempi di definizione della procedura. La genericità della formulazione normativa consente dunque al giudice un accertamento molto ampio, essendo il suo esame focalizzato sull'esistenza o meno di un ritardo nella definizione della procedura rispetto a quanto possibile e sull'eventuale nesso tra la condotta del fallito e detto ritardo. Nulla esclude dunque che l'esame possa essere condotto anche con riferimento a comportamenti posti in essere prima dell'apertura del fallimento, avendo certamente incidenza sui tempi di definizione della procedura anche le modalità operative adottate dall'imprenditore nell'esercizio dei suoi poteri gestori nel periodo precedente l'apertura della procedura concorsuale (Cass. S.U., n. 24215/2011). Sempre in tema di presupposto oggettivo, la più recente Cass. n. 15246/2022 ha affermato che il suo riscontro deve essere rimesso al prudente apprezzamento del giudice di merito, ma deve essere operato secondo un'interpretazione coerente con il favor debitoris che ispira la norma, sicché ove ricorrano gli altri presupposti, il beneficio dell'esdebitazione deve essere concesso a meno che i creditori siano rimasti totalmente insoddisfatti o siano stati soddisfatti in percentuale "affatto irrisoria". Una recente decisione di App. Bologna, 18 febbraio 2022, si è spinta ancora oltre, ritenendo che a seguito dell'approvazione del nuovo Codice della crisi (d.lgs. n. 14/2019), della Dir. UE n. 1023/2019 e dell'art. 14-quaterdeciesl. n. 3/2012, sia stato tacitamente abrogato il requisito oggettivo riguardante il pagamento parziale dei debitori per l'esdebitazione, in quanto una diversa interpretazione darebbe adito ad ingiustificate disparità di trattamento tra vecchi falliti e nuovi soggetti sottoposti alla liquidazione giudiziale o sovraindebitati, i quali sono legittimati a chiedere la liberazione dai debiti pregressi in presenza dei soli requisiti soggettivi. Cass. S.U., n. 23303/2015, ha affermato che la domanda ed il decreto di fissazione dell'udienza innanzi al tribunale vanno notificati a tutti i creditori non integralmente soddisfatti i quali, in quanto litisconsorti necessari, non possono essere pretermessi neppure nella fase di reclamo, dovendosi escludere, a pena di nullità rilevabile d'ufficio della decisione assunta, che il contraddittorio possa essere circoscritto a coloro che si siano costituiti innanzi al primo giudice, sicché, in tal caso, la decisione va cassata con rinvio al giudice del reclamo per l'integrazione del contraddittorio. Con la riforma, invece, l'esigenza del rispetto del contraddittorio è spostata alla sede dell'eventuale reclamo, posto che in prima battuta devono essere unicamente sentiti gli organi della procedura. |