Istanza di revoca di sospensione dei procedimenti di esecuzione forzata con divieto di avviare nuove azioni esecutive e cautelari ex art. 70, comma 5, c.c.i.i.inquadramentoL'art. 70 c.c.i.i., dopo avere attribuito al debitore la facoltà di richiedere misure protettive del patrimonio fino alla conclusione del procedimento (comma 4), stabilisce espressamente al comma 5 che dette misure sono revocabili in caso di atti in frode posti in essere dal debitore, dietro specifica richiesta di almeno uno dei creditori, o anche d'ufficio. FormulaTRIBUNALE DI .... ISTANZA DI REVOCA DI SOSPENSIONE DEI PROCEDIMENTI DI ESECUZIONE FORZATA CON DIVIETO DI AVVIARE NUOVE AZIONI ESECUTIVE E CAUTELARI ex ART. 70, COMMA 5, D.LGS. N. 14/2019 R.G. N. .... / .... GIUDICE DOTT./DOTT.SSA: .... – Il/la sottoscritto/a (nome e cognome) .... nato/a a .... il .... e residente a .... in via/piazza ...., C.F. ...., ai fini del presente procedimento rappresentato/a, dall'Avv. .... del foro di ...., nel cui studio in ...., via .... n. .... tel. .... fax .... PEC .... elegge domicilio, giusta procura speciale in calce al presente atto, - creditore - PREMESSO CHE – in data .... il Sig./Sig.ra .... presentava la proposta e il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, a norma e per gli effetti dell'art. 67 d.lgs. n. 14/2019, in allegato al doc. ....; [1] – la suddetta procedura veniva iscritta al R.G. n. .... del Tribunale di .... e il Giudice designato era il/la Dott./Dott.ssa ....; – il piano in questione veniva redatto con l'ausilio del/della Dott./Dott.ssa .... in qualità di professionista “gestore della crisi” facente parte dell'Organismo di Composizione della Crisi di ....; [2] – è attualmente pendente presso il Tribunale Ordinario di ...., dinanzi al Dott. ...., una procedura esecutiva mobiliare/mobiliare presso terzi/immobiliare avviata dall'esponente creditore .... nei confronti del/della ricorrente ed iscritta al R.E. n. ...., con udienza già fissata per il giorno .... alle ore ....; – in data .... il/la ricorrente ha presentato formale istanza di sospensione del procedimento di esecuzione forzata sopra descritto, asserendo che la sua prosecuzione potrebbe pregiudicare la fattibilità del piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, per i seguenti motivi: ....; – l'Ill.mo Giudice, con provvedimento del ...., ha accordato la sospensione del suddetto procedimento esecutivo, disponendo altresì il divieto di avviare nuove azioni esecutive e cautelari nei confronti del/della ricorrente; – tuttavia risulta che il/la ricorrente ha posto in essere atti in frode verso i creditori ex art. 70, comma 5 d.lgs. n. 14/2019[3] , costituiti in particolare dall'aver ..... * * * Tutto ciò premesso, il creditore esponente ...., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato, formula la presente ISTANZA DI REVOCA del provvedimento dell'Ill.mo Giudice Dott. .... del ...., con il quale veniva ordinata la sospensione della procedura esecutiva mobiliare/mobiliare presso terzi/immobiliare avviata da .... nei confronti del/della ricorrente ed iscritta al R.E. n. .... del Tribunale di ...., e disposto il divieto di azioni esecutive e cautelari sul patrimonio del/della medesimo/medesima, convocando preliminarmente le parti in udienza oppure autorizzando lo scambio di memorie scritte ex art. 70, comma 5 d.lgs. n. 14/2019. Con osservanza. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA SPECIALE Io sottoscritto Sig. (o Sig.ra) ...., nato/a a ...., il ...., C.F. ...., residente in ...., via ...., n. ...., delego a rappresentarmi e difendermi [4] ai fini del presente procedimento, in ogni sua fase e grado e sino a completa esecuzione, l'Avv. ...., del foro di ...., C.F. ...., PEC ...., fax ...., eleggendo domicilio presso il suo studio sito a ...., in via ...., n. ...., conferendogli ogni facoltà e potere di legge, ivi compreso quello di presentare osservazioni alla proposta ed al piano di ristrutturazione di debiti del consumatore Sig. ...., ovvero presentare istanza di revoca della sospensione di procedimenti esecutivi o del divieto di avviare nuove azioni esecutive o cautelari ex art. 70, comma 5 d.lgs. n. 14/2019, nell'ambito del procedimento iscritto al R.G. .... del Tribunale di ..... Autorizzo altresì l'Avv. .... al trattamento dei nostri dati personali, in conformità al d.lgs. n. 196/2003 (legge sulla privacy) e del Regolamento UE n. 2016/679 (GDPR), limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Luogo e data .... Firma del creditore .... È autentica Firma Avv. .... [1]Nelle procedure familiari: «- in data ...., il Sig./Sig.ra ...., il Sig./Sig.ra ...., il Sig./Sig.ra ...., presentavano la proposta e il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, in allegato al doc. ...., nell'ambito di una procedura familiare ex art. 66 d.lgs. n. 14/2019». [2]Oppure: «- il piano in questione veniva redatto con l'ausilio del/della Dott./Dott.ssa ...., in qualità di professionista “gestore della crisi” nominato dal Presidente del Tribunale di ...., non essendovi O.C.C. nella circoscrizione territoriale del Tribunale competente». [3]Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno chiarito che le condotte fraudolente del debitore vengono in rilievo ogniqualvolta dirette ad alterare consapevolmente le regole di soddisfacimento dei creditori, in forza dei principi generali dell'abuso del diritto nonché, in particolare, dell'abuso dello strumento concordatario (Cass. S.U., n. 27073/2016). [4]Se il creditore è una società: «Il Sig. (o la Sig.ra) ...., nato/a a ...., il ...., C.F. ...., residente in ...., via ...., n. ...., in qualità di legale rappresentante della Società ...., P.I. ...., con sede legale a .... in via/piazza .... n. ...., delega a rappresentare e difendere la suddetta società l'Avv. .... del foro di ....». commentoA mente dell'art. 70, comma 4 del d.lgs. n. 14/2019 il giudice può disporre, su istanza del debitore, la sospensione dei procedimenti di esecuzione forzata che possono pregiudicare la fattibilità del piano. La citata previsione normativa si pone in linea di continuità con quanto disposto dall'art. 12-bis della l. n. 3/2012, ma prevede innovativamente che il giudice, oltre a sospendere i procedimenti esecutivi già pendenti, può precludere l'avvio di nuove azioni esecutive e cautelari sul patrimonio del consumatore fino alla conclusione del procedimento. Dunque la sospensione dei procedimenti esecutivi pendenti non è effetto automatico dell'avvio della procedura di ristrutturazione, ma spetta al giudice valutare se la prosecuzione del procedimento esecutivo possa pregiudicare la fattibilità del piano. Il legislatore ha previsto poi, sempre all'art. 70, comma 4 del d.lgs. n. 14/2019, che il giudice può adottare ogni altra misura reputata idonea a conservare la piena integrità del patrimonio, ad esempio, dopo l'intervento del d.lgs. n. 147/2020, il divieto di compiere atti di straordinaria amministrazione non preventivamente autorizzati, anche in tal caso sino alla conclusione della procedura. Se il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore non dovesse essere omologato, il provvedimento di sospensione e di divieto di avviare nuove azioni esecutive e cautelari cesserebbe immediatamente i suoi effetti. I destinatari di tali divieti sono tutti i creditori aventi titolo o causa anteriore, dovendosi intendere con il termine “anteriorità” un momento antecedente alla data di deposito del decreto di apertura della procedura emesso dal giudice, mentre invece i creditori, aventi titolo o causa posteriore all'apertura della procedura, restano liberi di soddisfare le proprie pretese sui beni del debitore. Con riferimento ai beni sui quali opera il divieto in esame, si ritiene che si estenda a tutti i beni del debitore, compresi quelli non ricompresi nell'ambito dall'accordo, al fine di preservare l'intero patrimonio, anche in vista di un possibile insuccesso della procedura ed in modo tale da garantire la parità di trattamento di tutti i creditori (Trentini, Rapporti tra procedimenti esecutivi individuali e procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, 2019, 15). L'art. 70, comma 4 c.c.i.i. è norma speciale e prevalente rispetto agli artt. 54 e 55 c.c.i.i. (Trib. Oristano 30 novembre 2023). In ipotesi di violazione del divieto in oggetto da parte dei creditori, il debitore ha a disposizione gli strumenti dell'opposizione all'esecuzione o dell'opposizione agli atti esecutivi exartt. 615 e 617 c.p.c., in ogni caso sempre dinanzi al Giudice dell'esecuzione. La nuova disciplina sulla ristrutturazione dei debiti del consumatore introduce poi un innovativo strumento di tutela a disposizione dei creditori per l'ipotesi in cui il debitore abbia posto in essere atti in frode nei confronti dei creditori medesimi. In particolare l'art. 70 c.c.i.i., dopo aver disciplinato la facoltà del debitore di chiedere misure protettive del patrimonio fino alla conclusione del procedimento (comma 4), prevede espressamente al comma 5 che dette misure siano revocabili in caso di atti in frode posti in essere dal debitore, dietro specifica richiesta di almeno uno dei creditori, o anche d'ufficio. La formula che precede ha ad oggetto l'istanza del creditore di revoca delle misure protettive. L'art. 70, comma 5 stabilisce altresì che il giudice, salvo che l'istanza di revoca non risulti palesemente inammissibile o manifestamente infondata, provvede con decreto dopo aver sentito le parti, anche mediante lo scambio di memorie scritte. A tal riguardo si ritiene che il decreto del giudice, di accoglimento o di rigetto dell'istanza di revoca, possa essere oggetto di reclamo ai sensi dell'art. 124 c.c.i.i., sul presupposto che quest'ultimo sia strumento generale di impugnazione delle misure cautelari e protettive ai sensi del Titolo III del d.lgs. n. 14/2019. La natura cautelare del provvedimento in questione induce invece a escludere che contro di esso sia ammissibile il ricorso straordinario in Corte di Cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. In caso di mancata omologazione o di revoca delle misure protettive del patrimonio del debitore, le procedure esecutive possono essere proseguite senza necessità di riassunzione ex art. 627 c.p.c. Ciò chiarito, occorre adesso interrogarsi sulla nozione di “atti in frode” che giustificano la revoca delle misure protettive. Sul punto, rispetto alla l. n. 3/2012, la giurisprudenza di merito ha rilevato che l'atto in frode deve essere caratterizzato da un particolare coefficiente soggettivo di dolosa ed artificiosa preordinazione (Trib. Benevento 23 aprile 2019). Anche la giurisprudenza di legittimità ha avuto modo di pronunciarsi sul concetto di frode ed ha dedotto che esso, già sul piano meramente letterale, evoca una condotta positiva, caratterizzata da inganno o altro artificio, sorretta da un particolare stato soggettivo, che è quello della dolosa preordinazione dell'atto al prevalente, se non unico, scopo della lesione degli interessi dei creditori. L'atto in frode, in altri termini, non si identifica con il mero atto pregiudizievole, ma richiede il carattere “fraudolento” della disposizione patrimoniale (Cass. I, n. 13817/2011; Cass. I, n. 23387/2013, sebbene in riferimento ai requisiti di ammissibilità alle procedure concordatarie). Ancor più nel dettaglio le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno chiarito che le condotte fraudolente del debitore vengono in rilievo ogniqualvolta siano dirette ad alterare consapevolmente le regole di soddisfacimento dei creditori, in forza dei principi generali dell'abuso del diritto nonché, in particolare, dell'abuso dello strumento concordatario (Cass. S.U., n. 27073/2016). Alcune ipotesi di atti in frode sono state peraltro previste espressamente dallo stesso codice della crisi di impresa e dell'insolvenza, segnatamente dall'art. 72, in tema di revoca della sentenza di omologazione del piano. Il riferimento è ai casi in cui il debitore ha aumentato o diminuito il passivo dolosamente o con colpa grave, ha sottratto o dissimulato una parte rilevante dell'attivo oppure ha dolosamente simulato attività inesistenti. A tal riguardo la giurisprudenza di merito ha ritenuto che atti dispositivi del patrimonio quali donazioni, atti di costituzione di fondo patrimoniale, atti costitutivi di trust (Trib. Reggio Emilia 11 marzo 2015), ecc. costituiscono senza dubbio un'ipotesi di frode ai creditori. Peraltro l'elencazione di cui all'art. 72 c.c.i.i. non deve ritenersi tassativa, giacché la stessa norma precisa che costituiscono atti in frode tutti quelli che sono comunque diretti a frodare le ragioni dei creditori. L'art. 70, comma 5 c.c.i.i. non chiarisce se il giudice possa valutare anche gli atti in frode anteriori alla domanda di procedura di sovraindebitamento, ma si fa però presente che la giurisprudenza, rispetto alla l. n. 3/2012, ha ritenuto possibile considerare anche gli atti in frode anteriori alla procedura (Trib. Monza 21 novembre 2018). |