Informativa all'autorità di vigilanza in ordine alla rinuncia all'acquisizione di beni del debitore dopo l'emanazione del provvedimento che ordina la liquidazioneInquadramentoGli effetti dell'apertura della procedura di liquidazione coatta amministrativa sono disciplinati dall'art. 42 l.fall. (art. 142 c.c.i.i.) sull'amministrazione dei beni, dall'art. 44 l.fall. (rectius, art. 144 c.c.i.i.) sugli effetti degli atti compiuti successivamente alla emanazione del provvedimento, dall'art. 45 l.fall. (ora, art. 145 c.c.i.i.) sull'irrilevanza delle trascrizioni compiute dopo la emanazione del provvedimento di messa di liquidazione, dall'art. 46 l.fall. (art. 146 c.c.i.i.) sui beni non compresi nella procedura, dall'art. 47 l.fall. (art. 147 c.c.i.i.) sugli alimenti a favore dell'imprenditore. Non è invece richiamato l'art. 48 l.fall., ma si assume concordemente che la corrispondenza relativa all'impresa debba nondimeno essere consegnata al commissario liquidatore. FormulaSpett.le (indicare l'Autorità di Vigilanza competente) e p.c. Spett.le Comitato di sorveglianza ( ..., Presidente) ( ..., membro) ( ..., membro) OGGETTO: informativa in ordine alla rinuncia all'acquisizione di beni del debitore sopravvenuti all'emanazione del provvedimento di liquidazione. Il sottoscritto, nella qualità di Commissario liquidatore della Società ... in liquidazione coatta amministrativa, informa la S.V. che in data ... è sopravvenuto nel patrimonio della società ... in liquidazione coatta amministrativa (indicare il bene appreso al patrimonio della società). Il predetto bene non è funzionale ad un migliore soddisfacimento dei creditori e, quindi, si ritiene inutile la sua apprensione al patrimonio della società ... : in tal senso si è peraltro espresso il Comitato di sorveglianza con parere reso in data ..., allegato alla presente. Di tanto si riteneva doveroso informare codesta spett.le Autorità di vigilanza. Luogo e data ... Il Commissario liquidatore ... COMMENTOIl commissario liquidatore provvede all'amministrazione dei beni che pervengono alla procedura dopo l'emanazione del provvedimento amministrativo (dedotte le spese occorrenti per l'acquisizione). Trovano conseguentemente applicazione, anche per le imprese poste in liquidazione coatta, alcuni dei principi elaborati dalla giurisprudenza in materia di fallimento ed in particolare quello per cui la procedura può appropriarsi immediatamente di tutte le somme affluite su di un conto corrente dell'impresa in epoca successiva all'ammissione alla procedura e delle quali non risulti provato il titolo di acquisizione costituendo beni sopravvenuti (Cass. I, n. 8274/2002), nonché perfino dei risultati positivi dell'attività imprenditoriale che fosse nel frattempo proseguita, al netto delle spese incontrate per la loro realizzazione (Cass. I, n. 5738/1998). Si prevede, inoltre, che il commissario liquidatore possa rinunciare ad acquisire i beni pervenuti alla procedura dopo l'apertura della procedura quando la loro acquisizione sia troppo onerosa. La mancanza nella liquidazione coatta del comitato dei creditori, come di un organo con analoghe funzioni, rende difficile la trasposizione nel regime della liquidazione coatta delle norme dettate per il fallimento (qui, il comma 3 dell'art. 42 l.fall.: ora art. 142 c.c.i.i.). Dovrebbe quindi forse subordinarsi la rinuncia del commissario liquidatore all'acquisizione dei beni privi di utilità all'autorizzazione dell'autorità di vigilanza, a meno che non si assuma, come sembra preferibile, che, comportando la scelta del commissario liquidatore una mera valutazione di opportunità, sia sufficiente l'espressione di parere favorevole da parte del comitato di sorveglianza. La possibilità che dopo l'apertura della procedura residuino beni nella disponibilità dell'impresa assoggettata a liquidazione coatta (quelli che il commissario liquidatore ha rinunciato ad acquisire), in principio, potrebbe rendere eccezionalmente possibile una esecuzione singolare a iniziativa dei creditori nel corso della procedura. Dall'ambito della procedura sono esclusi i beni e diritti strettamente personali, quali le somme corrisposte all'imprenditore quale risarcimento per danni morali (Cass. I, n. 5539/1997), ma in un caso si è deciso che possano essere apprese alla procedura anche le somme liquidate per risarcimento del danno biologico e morale conseguente un sinistro stradale che abbia causato il decesso dell'imprenditore sottoposto a procedura concorsuale (Trib. Milano 28 febbraio 2000). Rimangono nella disponibilità dell'imprenditore, là dove si tratti di impresa individuale, anche le cose che non possono essere pignorate ed in genere i beni indicati nell'art. 46 l.fall. (ovvero nell'art. 146 c.c.i.i.). |