Reclamo ex art. 669-terdecies c.p.c. contro il provvedimento di concessione di una misura protettivainquadramentoIl codice della crisi di impresa prevede che contro il provvedimento di concessione (rectius, di conferma) delle misure protettive è proponibile reclamo ex art. 669-terdecies c.p.c. In particolare, i provvedimenti emessi dal giudice monocratico possono essere oggetto di reclamo ad iniziativa della parte interessata dinanzi al Tribunale in composizione collegiale. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] RECLAMO [2] Per la Società ...., in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ...., elettivamente domiciliata presso lo studio dell'Avv. ...., che la rappresenta e difende come da procura in calce alla memoria di costituzione nella prima fase del procedimento; - ricorrente - CONTRO Società ...., in persona del legale rappresentante p.t., elettivamente domiciliata presso lo studio dell'Avv. ...., che la rappresenta e difende per delega a margine del ricorso introduttivo; - resistente - PREMESSO CHE – Con ricorso ex art. 40 c.c.i.i. la resistente, unitamente alla richiesta di apertura di una procedura di concordato preventivo nei propri confronti ha fatto istanza, ai sensi degli artt. 54,55 c.c.i.i., per la concessione di misure protettive volte a non vanificare, per iniziative cautelari od esecutive di singoli creditori, la possibile continuità dell'impresa e la formazione delle maggioranze per il concordato; – Con provvedimento del ...., non comunicato [3], il giudice designato ha confermato le misure protettive richieste, fissandone la durata in mesi tre; – Tale provvedimento è illegittimo in quanto le misure in questione, inibitorie di alcuni rapporti giuridici in corso, tra i quali il contratto di .... (doc. 1) stipulato con l'odierna ricorrente, non rientrano nel novero di quelle che possono essere concesse ai sensi dell'art. 2 lett. p), c.c.i.i., atteso che tale norma ha il proprio riferimento, rispettivamente per il concordato preventivo e per gli accordi di ristrutturazione dei debiti, negli artt. 168 e 182-bis l.fall., e deve quindi ritenersi che le misure in esame si esauriscano nell'inibizione alle azioni esecutive e cautelari, nella neutralizzazione dei tempi per il decorso di prescrizioni e decadenze e nella inoffensività delle cause di prelazione non concordate; – Invero, .... [4]; Tutto ciò premesso, la Società ...., come sopra rappresentata, difesa e domiciliata, RICORRE al Tribunale di .... in composizione collegiale affinché, in riforma dell'ordinanza impugnata, previa comparizione delle parti [5], rigetti il ricorso proposto nella prima fase dalla parte resistente, con vittoria di spese. Si allegano: 1) .... 2) .... 3) ..... Luogo e data .... Firma Avv. .... [1]Ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c., il reclamo contro i provvedimenti monocratici del Tribunale deve essere proposto al collegio, del quale non può far parte il magistrato che ha emanato il provvedimento. [2]Il reclamo si propone con ricorso, entro il termine perentorio di quindici giorni dalla comunicazione del provvedimento ovvero della sua pronuncia in udienza. [3]Le relative indicazioni sono opportune a fronte delle ricorrenti eccezioni delle parti resistenti sul mancato rispetto del termine per la proposizione del reclamo. [4]È opportuno articolare anche difese subordinate circa l'insussistenza dei presupposti di fatto per l'emanazione della misura per l'ipotesi nella quale il Tribunale ritenga invece ammissibile una misura dal contenuto siffatto. [5]Il collegio, convocate le parti, pronuncia non oltre i venti giorni (termine peraltro ordinatorio) dal deposito del ricorso, ordinanza non impugnabile con la quale conferma, modifica o revoca il provvedimento cautelare. L'art. 55, comma 1, terzo periodo, introdotto dal d.lgs. n. 136/2024, prevede che l'udienza deve essere preferibilmente celebrata mediante sistemi di videoconferenza. commentoAi sensi dell'art. 55 c.c.i.i. le misure protettive spiegano effetti immediati dalla domanda di concessione pubblicata nel registro delle imprese ma, una volta depositata presso il tribunale la domanda di apertura della procedura di crisi accompagnata dalla richiesta delle stesse, è designato un magistrato cui è affidato il compito di procedere all'istruzione della domanda ed, in particolare, di verificare la legittimità dei provvedimenti disposti, il cui effetto protettivo viene meno se il giudice li revoca ovvero se entro trenta giorni dalla domanda non emette la relativa decisione (cfr. Fabiani, Le misure cautelari e protettive nel codice della crisi di impresa, cit., 849 ss., secondo il quale l'effetto viene meno ma ex nunc visto il tenore letterale della formula «cessano gli effetti»). Il comma 3 dello stesso art. 55 c.c.i.i. stabilisce, in particolare, che il giudice provveda con decreto a confermare ovvero a revocare le misure protettive assunte, ove necessarie, sommarie informazioni. Dalla formulazione letterale della norma sembra quindi doversi evincere che il modello è mutuato da quello del procedimento cautelare delineato dall'art. 669-sexies, comma 2 c.p.c. per il modulo eccezionale c.d. a contraddittorio differito, senza che, tuttavia, sia prevista una convocazione, anche successiva alla conferma o revoca della misura, delle altre parti. Peraltro, il contraddittorio sembra in parte recuperato dal comma 4 dell'art. 55 c.c.i.i., per l'ipotesi in cui il commissario giudiziale, le parti del procedimento o il pubblico ministero, propongano istanza di revoca o modifica delle misure protettive adducendo la ricorrenza di fatti di frode. In questo caso, infatti, il tribunale provvede all'esito del contraddittorio tra le parti. Analogamente il tribunale può disporre – sembra doversi ritenere con il medesimo procedimento e quindi sentite le parti – quando accerta che l'attività intrapresa dal debitore non è idonea a pervenire alla composizione assistita della crisi o alla regolazione della crisi e dell'insolvenza. Sul piano processuale è significativo evidenziare che, se la concessione delle misure protettive, costruita come una sorta di verifica della legittimità delle stesse la cui efficacia si produce sin dall'iscrizione nel registro delle imprese, è demandata al giudice monocratico, la revoca è rimessa al tribunale in composizione collegiale. Le misure protettive sono reclamabili ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c. Riteniamo che la strumentalità, anche delle misure protettive, alla conservazione del valore dell'impresa in vista del buon esito di una procedura di crisi implichi che le stesse siano prive di quel connotato di decisorietà che consentirebbe la ricorribilità per cassazione ai sensi dell'art. 111, comma 7 Cost., dei provvedimenti resi in sede di reclamo. |