La misura cautelare dell’inibitoria, alle banche, della segnalazione in Centrale Rischi e al CRIF
14 Gennaio 2025
Nel provvedimento del Tribunale di Crotone si dà atto della richiesta, da parte della ricorrente, con ricorso ex artt. 18 e 19 c.c.i.i., di confermare le misure protettive di legge e di adottare la misura cautelare consistente nella inibitoria all'istituto di credito della facoltà di segnalazione a sofferenza in Centrale Rischi o in CRIF della posizione della medesima ricorrente, la quale aveva omesso il versamento di una rata semestrale del mutuo a suo tempo ottenuto. Ritenuti, nel caso di specie, sussistenti i presupposti per la conferma delle misure protettive richieste (la funzionalità di queste ad assicurare il buon esito delle trattative e la ragionevole perseguibilità del risanamento della società come intrinsecamente correlata all'andamento delle trattative), il Tribunale procede con l'esaminare la sussistenza dei presupposti per accordare alla società richiedente la misura cautelare richiesta nei confronti della banca. A tal proposito, valorizzando la funzione attribuita dal c.c.i.i. alle misure cautelari – la tutela delle trattative, in modo da portare a compimento il percorso di risanamento iniziato –, il Tribunale accoglie la richiesta in quanto «la società ricorrente si vedrebbe, infatti, esposta al rischio di non poter accedere, per effetto della segnalazione, al credito sul mercato necessario per la realizzazione del piano industriale di risanamento, oltre che esposta al rischio di vedersi revocare le linee di credito già esistenti ed utilizzate. Rischio, quest'ultimo che non può ritenersi scongiurato ex lege alla luce di quanto prescritto dall'art. 16, comma 5, c.c.i.i. atteso che, se da un lato è previsto che l'accesso alla composizione negoziata della crisi non costituisce di per sé causa di sospensione e di revoca degli affidamenti bancari, dall'altro tali sospensioni possono comunque essere disposte se richiesto dalla disciplina di vigilanza prudenziale».
Si richiama anche un ancor più recente pronunciamento del Tribunale di Venezia, al quale pure la ricorrente aveva avanzato istanza di concessione di misura cautelare consistente nell'inibizione agli istituti di credito di segnalare in Centrale Rischi e al CRIF l'intervenuta sospensione dei pagamenti nel corso delle trattative, nonché la revoca delle linee di credito già esistenti e utilizzate. Anche in questo caso, il Tribunale ha concesso «la misura cautelare della inibitoria agli istituti di credito di segnalare in Centrale Rischi e alla Crif l'intervenuta sospensione dei pagamenti nel corso delle trattative nonché di revocare le linee di credito già esistenti ed utilizzate in quanto, come si diceva, si ritiene che sussistano i presupposti del fumus boni iuris ovvero la ragionevole prospettiva di risanamento tenuto conto delle informazioni sin ora disponibili e dello stato non avanzato delle trattative appena iniziate e del periculum in mora, inteso come funzionalità delle misure richieste ad assicurare il buon esito delle trattative». |