Il Correttivo e il processo civile telematico: le modifiche agli articoli 196-quater e 196-quinquies disp. att. c.p.c.

15 Gennaio 2025

Il contributo esamina le modifiche e le precisazioni introdotte dal Correttivo nel codice disp. att. c.p.c. che consentono la realizzazione dell'integrale digitalizzazione del processo civile

Inquadramento

L’art. 4, comma 5, lett. a-b del d.lgs. n. 164/2024 ha modificato gli artt. 196-quater e 196-quinquies disp. att. c.p.c. Ad una prima lettura, in disparte gli interventi di coordinamento con le nuove previsioni di cui al codice di rito, emerge l’ormai definitiva – e per certi versi rafforzata – scelta di avvalersi del processo civile telematico. Le disposizioni attuative emendate dal Correttivo riguardano, come si dirà, il deposito telematico di atti e provvedimenti (ovviamente obbligatorio) e gli atti del processo da redigersi in formato elettronico.

Il novellato art. 196-quater disp. att. c.p.c.

Da un punto di vista, per così dire, storico la norma in esame ha già rappresentato una rilevante novità frutto del d.lgs. n. 149/2022 la cui entrata in vigore era stata anticipata al 1º gennaio 2023.

Invero, la riforma Cartabia ha introdotto la definitiva obbligatorietà del deposito telematico; dunque anche degli atti introduttivi e di costituzione in giudizio. Tale obbligatorietà, seppur già prevista partire dal marzo del 2020 a seguito della nota fase pandemica da Covid 19, rappresentava, comunque, un'eccezione temporanea alla regola generale. Come si ricorderà infatti la normativa emergenziale era destinata a cessare in data 31 dicembre 2023, tuttavia, il d.lgs. 149/2022 ha reso sempre obbligatorio il deposito telematico di qualsiasi atto processuale rendendo per così dire ormai stabile la regola che era stata varata per far fronte all'emergenza sanitaria.

La prima modifica elaborata dal Correttivo attiene all'art. 196-quater, comma 1 disp. att. c.p.c. Coerentemente all'eliminazione della nota di iscrizione a ruolo voluta in termini generali dal d.lgs. 164/2024 (per tutti si veda il novellato art. 165 c.p.c.) anche la norma che qui ci occupa è stata uniformata in tal senso. Difatti, il riferimento alla nota di iscrizione a ruolo è stato espunto.

La seconda modifica attiene all'art. 196-quater, comma 4 disp. att. c.p.c..

Invero, se prima il capo dell'ufficio giudiziario poteva autorizzare il deposito degli atti processuali e dei documenti con modalità non telematiche in caso di urgenza e qualora i sistemi informatici ministeriali non fossero funzionanti, ora tale autorizzazione (ad ulteriore conferma che la via telematica debba sempre essere preferita) richiede anche una certificazione di non funzionamento di detti sistemi da parte del direttore generale per i servizi informativi automatizzati del Ministero della giustizia; certificazione da pubblicarsi sul Portale dei Servizi Telematici (PST) del predetto Ministero. Ci pare, dunque, che non sia più sufficiente un mero non funzionamento (oltre alla situazione d'urgenza, che, peraltro, continua a non essere definita dalla norma), ma occorre una formale certificazione in tal senso.

L'eccezione al deposito telematico risulta, quindi, applicabile in concreto solo a fronte di un adempimento ulteriore da parte del già menzionato direttore generale. In linea con tale nuova impostazione, se in passato la riattivazione del sistema informatico veniva resa nota attraverso il sito istituzionale dell'ufficio giudiziario coinvolto, ora il ritorno al normale funzionamento del sistema informatico deve essere pubblicizzato mediante il Portale dei Servizi Telematici ministeriale.

Il novellato art. 196-quinquies disp. att. c.p.c.

Il comma 1 della norma in esame subisce una correzione grammaticale che conferma la definitiva impronta telematica del processo civile. Difatti, nella propria formulazione originaria l'art. 196-quinquies disp. att. c.p.c. prevedeva che «l’atto del processo redatto in formato elettronico dal magistrato o dal personale degli uffici giudiziari e degli uffici notificazioni, esecuzioni e protesti è depositato telematicamente nel fascicolo informatico». L'attenzione, quindi, si concentrava sul momento del deposito da effettuarsi telematicamente. La modifica introdotta dal Correttivo, apparentemente irrilevante, stabilisce che «L’atto del processo è redatto in formato elettronico (…) ed è depositato telematicamente nel fascicolo informatico». Dunque, il legislatore delegato pone l'accento sul formato dell'atto processuale che, a scanso di equivoci, deve essere sempre redatto in formato elettronico e, poi, come in passato, depositato telematicamente.

Il comma 2 dell'art. 196-quinquies disp. att. c.p.c. è stato oggetto di una più dettagliata riformulazione. Invero, in caso di atto formato da un organo in composizione collegiale, l'originale del provvedimento (sempre da sottoscriversi con firma digitale) deve, ora, rispettare anche le disposizioni previste - per le tre tipologie di provvedimento giurisdizionale - nella parte generale del codice dedicata agli atti del giudice collegiale. La disposizione in esame, difatti, richiama espressamente l'art. 132, comma 3 c.p.c. (sentenza), art. 134, comma 1, c.p.a. (ordinanza) e art. 135, comma 4, c.p.c. (decreto). Il previgente riferimento alla sottoscrizione presidenziale viene, quindi, sostituito alla disciplina di volta in volta prevista dalle norme poc'anzi citate.

Il comma 4 – recante la modalità di estrazione dell'atto in formato cartaceo – si arricchisce di una precisazione inerente il momento del deposito. Difatti, il cancelliere, previa conversione dell'atto analogico in formato “copia informatica” nel rispetto della normativa anche regolamentare, provvede al relativo deposito nel fascicolo informatico (fin qui, nulla di nuovo). La norma in esame precisa che il provvedimento del magistrato si intende depositato, anche agli effetti di cui all'art. 133 c.p.c., quando è effettuato il deposito nel fascicolo informatico. Chiarimento, quello voluto dal decreto correttivo, che ci pare utile al fine di evitare dubbi interpretativi relativamente a tutti gli eventuali termini decorrenti dall'emissione (originariamente cartacea) del provvedimento del giudice.

L'unico dato rilevante (e così ad esempio per il computo dei termini) è il momento del deposito nel fascicolo informatico.

Riferimenti

Gargano, Riforma Cartabia e le novità telematiche: le date di entrata in vigore delle varie disposizioni, in IUS Processo telematico, 28 febbraio 2023

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