In caso di malfunzionamento del sistema il Gip non può imporre il deposito telematico

La Redazione
16 Gennaio 2025

È abnorme la decisione di dichiarare inammissibile la richiesta di archiviazione presentata in forma cartacea dal Pubblico Ministero, dopo che il Procuratore Capo aveva confermato l'impossibilità di ricorrere al deposito telematico.

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero contro l'ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari che aveva dichiarato inammissibile la richiesta di archiviazione dei procedimenti contro ignoti seriali in quanto presentata in formato cartaceo. La questione riguardava la richiesta di archiviazione contro ignoti seriali, che, per legge, deve essere fatta cumulativamente; cumulo che però era impedito dal mancato funzionamento della specifica attività del sistema telematico. Non potendo essere soddisfatta in maniera singola, la dichiarazione di inammissibilità risultava abnorme, sia in quanto determinante la stasi processuale, sia perché il mancato deposito telematico rientra tra le nullità processuali e non tra i casi di inammissibilità.

Inoltre, la Corte ha chiarito che, se il malfunzionamento del sistema è “certificato” dal responsabile dei sistemi informatici del ministero o “accertato” dal capo dell'ufficio giudiziario o dal magistrato preposto (Magrif), il deposito telematico risulterebbe impraticabile e, di conseguenza, il deposito cartaceo diventa un'opzione valida. Inoltre, nel caso specifico, l’obbligo di presentazione cumulativa delle domande di archiviazione era impossibile a causa del malfunzionamento del sistema: pertanto, il Giudice per le Indagini Preliminari non poteva escludere il deposito in forma analogica in quanto non può sindacare il contenuto del provvedimento del Procuratore capo che accerti l’avvenuto malfunzionamento del sistema informatico o della sola specifica attività che consente il deposito telematico degli atti, che è la modalità prevista per legge nell’ambito delle indagini preliminari.

Inoltre, il Collegio specifica che il Giudice per le Indagini Preliminari non può ritenere che l’accertato malfunzionamento consenta di procedere al deposito cartaceo solo quando l’impasse coinvolga l’intero sistema e non solo una delle sue funzionalità: infatti, in caso di domande di archiviazione contro ignoti seriali, che devono essere depositate cumulativamente, è essenziale verificare se il sistema non permetta tale cumulo per cattivo funzionamento della specifica funzionalità.

Tirando le somme, emette un atto abnorme il giudice delle indagini preliminari che dichiari l’inammissibilità della richiesta di archiviazione depositata in forma cartacea dal PM, a fronte del malfunzionamento “accertato” dell’applicativo dell’ufficio giudiziario, per procedimenti relativi a ignoti seriali. Infatti, una volta accertato il malfunzionamento e dichiarata inammissibile la richiesta di archiviazione depositata in modalità analogica il PM non avrebbe più potuto ripresentarla. Il Pubblico Ministero era quindi obbligato a considerare sia il malfunzionamento del sistema, confermato dal capo dell'ufficio giudiziario, che la decisione del Giudice per le Indagini Preliminari, che impediva di presentare la domanda con modalità alternative a quelle del deposito telematico.

(fonte: dirittoegiustizia.it)

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