Obbligo di deposito telematico della querela: non sussiste se non presentata presso gli uffici giudiziari
20 Gennaio 2025
Massima Il deposito telematico della querela è esplicitamente ed esclusivamente riferito alle ipotesi in cui essa debba essere presentata presso gli uffici della Procura della Repubblica, quando al deposito provvede il difensore e non il querelante personalmente. Il caso Il Tribunale di Teramo confermava, con ordinanza, il decreto emesso dal G.i.P. del Tribunale della medesima città, che aveva disposto il sequestro impeditivo del dispositivo ACRYOS, completo di accessori e consolle, in relazione al delitto di cui all'art. 646 c.p. Avverso questa decisione, l'imputato proponeva ricorso per Cassazione, rilevando che la querela non era stata presentata dalla P.O., bensì dal difensore (tramite delegato), a mezzo deposito cartaceo presso la Questura di Biella anziché mediante il portale del PPT. La questione L'obbligo di deposito telematico sussiste anche quando la querela venga depositata presso uffici diversi dalla Procura della Repubblica? Le soluzioni giuridiche Il ricorrente sosteneva che, quando la querela non è presentata dalla P.O., sussiste l'obbligo di deposito mediante il portale del processo penale telematico, quand'anche la medesima sia depositata presso gli uffici delle Forze dell'Ordine, anziché presso la Procura della Repubblica. Per tale motivo, il ricorrente deduceva la violazione degli artt. 111-bis c.p.p. e 87, comma 6-bis, d.lgs. n. 150/2022. La Corte ha ritenuto inammissibile l'impugnazione, non trovando tale assunto alcun riscontro nelle norme richiamate. Invero, l'art. 111-bis c.p.p. è ubicato nel Libro II del codice, le cui disposizioni mirano a regolare gli atti del procedimento penale, che costituiscono gli unici destinatari della disciplina in esso contenuta. Di talché, la Corte osserva che “il procedimento penale ha inizio con l'iscrizione della notizia di reato presso la Procura della Repubblica e non con gli atti che a essa preludono e che si collocano al di fuori di esso, tra i quali la querela che, infatti, non viene neanche menzionata nell'art. 111-bis c.p.p. richiamato dal ricorrente” (sez. II, 3 aprile 2024, n. 20754). Peraltro, la norma dispone “in ogni stato e grado del procedimento”, perimetrando chiaramente l'obbligo di deposito telematico di atti, documenti, memorie e richieste provenienti dalle parti. Ancor più specifico, con riferimento alle modalità di presentazione della querela, è l'art. 87, comma 6-bis, d.lgs. n. 150/2022, che dispone: “Sino al quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3, ovvero sino al diverso termine previsto dal regolamento di cui al comma 3 per gli uffici giudiziari e le tipologie di atti in esso indicati, il deposito di memorie, documenti, richieste e istanze indicati dall'art. 415-bis, comma 3, c.p.p., dell'opposizione alla richiesta di archiviazione indicata dall'art. 410 c.p.p., della denuncia di cui all'art. 333 c.p.p., della querela di cui all'art. 336 c.p.p. e della relativa procura speciale, nonché della nomina del difensore e della rinuncia o revoca del mandato indicate dall'art. 107 c.p.p., negli uffici delle procure della Repubblica presso i tribunali avviene esclusivamente mediante deposito nel portale del processo penale telematico […]”. In conclusione, secondo la decisione in commento, nella fattispecie in esame, “Il dettato della norma è chiaro e non è passibile di letture alternativa, atteso che la presentazione con modalità telematica della querela è esplicitamente ed esclusivamente riferita alle ipotesi in cui essa debba essere presentata nella Procura della Repubblica (quando non presentata direttamente dal querelante personalmente, ma dal suo difensore)”. Osservazioni Ai sensi dell'art. 111-bis, comma 1, c.p.p., “Salvo quanto previsto dall'art. 175-bis, in ogni stato e grado del procedimento, il deposito di atti, documenti, richieste, memorie ha luogo esclusivamente con modalità telematiche, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione degli atti e dei documenti informatici”. Tale disposizione è stata inserita, nell'alveo del codice di procedura, dall'art. 6, comma 1, lett. c), d.lgs. n. 150/2022, a decorrere dal 30 dicembre 2022 (ex art. 99-bis d.lgs. n. 150/2022), così come modificato dall'art. 6 d.l. n. 162/2022, convertito – con modificazioni – nella l. n. 199/2022. Ai sensi dell'art. 87, comma 5, d.lgs. n. 150/2022, l'art. 111-bis c.p.p. è applicabile a partire dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3, ovvero a partire dal diverso termine previsto dal regolamento di cui al comma 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022. Il successivo comma 6 di quest'ultima disposizione, poi, prevede che: “Sino al quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3, ovvero sino al diverso termine previsto dal regolamento di cui al comma 3 per gli uffici giudiziari e le tipologie di atti in esso indicati […]” il deposito della querela, ex art. 336 c.p.p., “negli uffici delle procure della Repubblica presso i tribunali avviene esclusivamente mediante deposito nel portale del processo penale telematico”. Sulla scorta delle disposizioni richiamate, nel caso oggetto della sentenza illustrata, la Corte di cassazione ha ritenuto che, nelle ipotesi in cui la querela venga presentata dal difensore e non direttamente dal querelante, l'obbligo di deposito telematico della stessa sussiste esclusivamente in relazione agli uffici della Procura della Repubblica. Si tratta di una pronuncia che, seppur apparentemente rigorosa, opera una interpretazione letterale del combinato disposto di cui agli artt. 111-bis c.p.p. e 87, comma 6-bis, d.lgs. n. 150/2022. Difatti, la Corte dapprima effettua un'analisi “topografica” dell'art. 111-bis c.p.p., che è ubicato nel Libro II del codice di procedura, a sua volta dedicato alla disciplina degli atti del procedimento penale. Successivamente, essa rileva che il procedimento penale trae origine dall'iscrizione della notizia di reato presso la Procura; di conseguenza, tutti gli atti che precedono tale momento, come la querela, si collocano al di fuori del procedimento penale. Del resto, la Corte osserva che, non solo l'art. 111-bis c.p.p. non fa menzione della querela, ma lo stesso circoscrive la cogenza della modalità telematica del deposito di atti, documenti, richieste e memorie mediante l'inciso “ogni stato e grado del procedimento”. Da ultimo, per la Corte risulta dirimente il disposto di cui all'art. 87, comma 6-bis, d.lgs. n. 150/2022, il quale espressamente prevede che, presso gli uffici della Procura della Repubblica, la presentazione della querela debba avvenire esclusivamente attraverso il deposito nel portale del processo penale telematico. Con la sentenza illustrata, la Cassazione ritiene chiaro il combinato disposto di cui alle norme richiamate e, quindi, non accoglibile l'interpretazione estensiva avanzata dalla difesa, in assenza di un addentellato normativo in grado di supportare l'assunto del ricorrente. Del resto, osserva la Corte, il portale del PPT è strumento adibito alla ricezione degli atti presso gli uffici giudiziari e non anche presso gli uffici delle Forze dell'ordine. Giova rammentare che, dapprima con il d.m. n. 217/2023 (entrato in vigore il 14 gennaio 2024) e, poi, con il recente d.m. n. 206/2024 (entrato in vigore il 30 dicembre 2024), è stata data attuazione al disposto di cui ai commi 1 e 3 dell'art. 87 d.lgs. n. 150/2022. L'art. 3 del d.m. n. 217/2023, quanto al regime del deposito della querela, ha previsto che “fermo quanto disposto dai commi 7 e 8, a decorrere dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione del presente regolamento, durante la fase delle indagini preliminari il deposito di atti, documenti, richieste e memorie ha luogo con modalità telematiche ai sensi dell'art. 111-bis c.p.p.nei seguenti uffici giudiziari penali: a) Procura della Repubblica presso il tribunale; b) Procura europea; c) Tribunale ordinario, limitatamente all'ufficio del giudice per le indagini preliminari; d) Procura generale presso la Corte d'appello, limitatamente al procedimento di avocazione. Fermo quanto disposto dal comma 8, a decorrere dal medesimo termine indicato al comma 1, il deposito da parte dei difensori di atti, documenti, richieste e memorie ha luogo con modalità telematiche ai sensi dell'art. 111-bis c.p.p. anche al di fuori dei casi previsti dal comma 1, nei seguenti uffici giudiziari penali: a) Corte d'appello; b) Tribunale ordinario; c) Giudice di pace; d) Procura generale presso la Corte d'appello; e) Procura della Repubblica presso il Tribunale; f) Procura europea. […] A decorrere dalla scadenza del termine di cui al comma 1 e sino al 31 dicembre 2024, negli uffici giudiziari penali indicati dal comma 2, il deposito da parte dei difensori di atti, documenti, richieste e memorie può avere luogo anche con modalità non telematiche, ad esclusione dei depositi nella fase delle indagini preliminari e nei procedimenti di archiviazione di cui agli artt. 408, 409, 410, 411 e 415 c.p.p. e di riapertura delle indagini di cui all'art. 414 c.p.p. nonché della nomina del difensore e della rinuncia o revoca del mandato indicate dall'art. 107 c.p.p. Il deposito da parte dei difensori di atti, documenti, richieste e memorie può, altresì, avere luogo anche con modalità non telematiche nei procedimenti relativi all'impugnazione dei provvedimenti in materia di misura cautelare o in materia di sequestro probatorio emessi durante la fase delle indagini preliminari. Rimane consentito il deposito mediante posta elettronica certificata come disciplinato dall'art. 87-bis d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 per tutti i casi in cui il deposito può avere luogo anche con modalità non telematiche”. Tale regolamento, mediante l'art. 2, ha colorato di contenuto la generica locuzione “modalità telematiche” di cui all'art. 111-bis c.p.p., individuando il portale dei depositi telematici quale unico sistema utilizzabile per la trasmissione di atti, documenti e richieste. Di conseguenza, dal 14 gennaio 2024 è in vigore il regime di esclusività del deposito mediante portale telematico, degli atti che afferiscono alle indagini preliminari. Ne deriva che, anche in assenza di espressa menzione, da parte del regolamento, delle denunce e delle querele, stante il chiaro riferimento alle indagini preliminari, è possibile ritenere che l'unica forma di deposito prevista per i difensori, muniti di procura speciale, sia l'utilizzo del portale telematico. L'art. 1 del d.m. n. 206/2024 (pubblicato ed entrato in vigore il 30 dicembre 2024), ha sostituito il surrichiamato art. 3 d.m. n. 217/2023, prevedendo che: “Salvo quanto disposto dai commi 2, 3 e 4, a decorrere dal 1° gennaio 2025, il deposito di atti, documenti, richieste e memorie da parte dei soggetti abilitati interni ed esterni ha luogo esclusivamente con modalità telematiche, ai sensi dell'art. 111-bis c.p.p. nei seguenti uffici penali: a) Procura della Repubblica presso il tribunale ordinario; b) Procura europea; c) sezione del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale ordinario; d) Tribunale ordinario; e) Procura generale presso la Corte d'appello, limitatamente al procedimento di avocazione”. La disposizione in oggetto, al comma 2, ha previsto altresì la possibilità del deposito di atti, documenti, richieste e memorie attraverso modalità non telematiche (c.d. doppio binario), ma esclusivamente per i soggetti abilitati interni, escludendo di fatto dal novero delle eccezioni i difensori, i quali rientrano nell'alveo dei soggetti abilitati esterni. Per tale motivo, con l'emanazione dei suddetti regolamenti attuativi della riforma Cartabia, è ormai pacifico che il deposito della querela negli uffici di Procura presso il Tribunale ordinario, da parte del difensore munito di procura speciale, debba avvenire esclusivamente attraverso il portale telematico. Non può, quindi, trovare applicazione neppure il comma 9 dell'art. 1 d.m. n. 206/2024, che ha previsto una clausola di salvezza secondo cui “rimane consentito ai difensori il deposito mediante posta elettronica certificata come disciplinato dall'art. 87-bis del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 per tutti i casi in cui il deposito può avere luogo anche con modalità non telematiche”, essendo del tutto escluse tali ultime modalità con riferimento al deposito della querela da parte del difensore. Ne deriva che, a valle dei suddetti regolamenti, non risulta più ammissibile l'inoltro, da parte del procuratore speciale, della querela a mezzo PEC. In tal modo, è superata ogni questione circa le modalità di invio della stessa o la regolarità dell'autenticazione da parte del difensore, come nel caso oggetto della pronuncia della Corte di Cassazione, sez. V, 8 febbraio 2024 , n. 8920/2024 (ipotesi in cui la Corte rigettava il ricorso del PM e confermava la sussistenza del difetto di querela, come stabilito in primo grado dal G.d.P. di Palermo, avendo l'avvocato trasmesso l'atto a mezzo PEC quando non era stato ancora conferito l'incarico dalla P.O., quindi in un momento in cui non risultava ancora difensore e, di conseguenza, P.U. autorizzato ad autenticare la querela suddetta). |