Licenziamento disciplinare: termine di decadenza per il diritto di difesa del lavoratore

La Redazione
30 Gennaio 2025

Nel caso di un licenziamento disciplinare, la contestazione deve essere notificata per iscritto e i provvedimenti disciplinari non possono essere impartiti fino a quando non siano trascorsi almeno 5 giorni. Questo periodo di decadenza per esercitare il diritto di difesa è calcolato in base alla data di invio delle giustificazioni e non alla data di ricezione delle stesse da parte del datore di lavoro.

Nella sentenza presa in esame, i Giudici di legittimità, intervenendo su un caso di licenziamento disciplinare, hanno sottolineato che l'art. 7, comma 2, legge n. 300/1970 (Statuto dei lavoratori) vieta l'applicazione di provvedimenti disciplinari senza un'audizione preventiva del lavoratore per la sua difesa.

Nel caso specifico, la Corte Suprema ha indicato anche il contenuto dell'art. 8 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Metalmeccanica per le aziende industriali, il quale stabilisce che il datore di lavoro non può prendere alcun provvedimento disciplinare senza contestare preventivamente l'accusa al lavoratore e senza sentirlo nella sua difesa. È necessario che la contestazione avvenga per iscritto, e il lavoratore ha il diritto di presentare le proprie giustificazioni entro un termine di 5 giorni. Se entro i successivi 6 giorni non viene preso alcun provvedimento, le giustificazioni si ritengono accettate. Il lavoratore può anche presentare verbalmente le proprie difese, assistito da un rappresentante sindacale. Qualsiasi provvedimento disciplinare deve essere motivato e comunicato per iscritto.

Riguardo all'interpretazione delle norme collettive, la Cassazione ha dichiarato che il secondo comma dell'art. 8, che menziona la presentazione delle giustificazioni senza specificare la ricezione da parte del datore di lavoro, è chiaro nell'indicare che il termine per la difesa del lavoratore si riferisce all'invio delle giustificazioni. È stato ribadito che il datore di lavoro non può omettere l'audizione del lavoratore che ha richiesto espressamente di essere sentito, anche se ha inviato giustificazioni scritte dettagliate e complete.

Pertanto, i Giudici hanno ritenuto non condivisibile la decisione della Corte territoriale che aveva interpretato in modo diverso l'art. 7, comma 5, legge n. 300/1970, equiparandolo all'art. 8 del CCNL, per quanto riguarda il termine entro il quale le difese del lavoratore devono essere inviate al datore di lavoro, confutando la considerazione che la ricezione tardiva delle difese fosse irrispettosa del termine. Secondo i Giudici, ai fini della tutela del diritto di difesa del lavoratore, è più pertinente considerare la data di invio delle giustificazioni anziché quella di ricezione.

Di conseguenza, la sentenza impugnata è stata annullata con rinvio alla stessa Corte d'Appello per un nuovo esame del caso.

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