Istanza di sospensione (improcedibilità) dell'esecuzione per decreto di apertura della procedura di liquidazioneInquadramentoL'art. 270 del Codice della crisi di impresa stabilisce che a fronte dell'emanazione da parte del giudice del decreto di apertura della liquidazione controllata trova applicazione, tra l'altro, l'art. 150 del medesimo codice con conseguente divieto per i creditori di dare corso o proseguire procedure esecutive e cautelari di natura individuale. Per le azioni esecutive già in corso deve ritenersi che l'emanazione del decreto in esame ne comporti una causa di sospensione cd. esterna ex art. 623 c.p.c. FormulaTRIBUNALE DI ... GIUDICE DELL'ESECUZIONE DOTT. ... PROCEDURA ESECUTIVA IMMOBILIARE R.G.E. ... Per Il sig. ..., nato a ... il ..., C.F. ..., residente in ... alla Via ..., elettivamente domiciliato in ... nello studio dell'Avv. ... (C.F. ...) (PEC ...), giusta mandato in calce al presente atto [1]; - Debitore esecutato – NEI CONFRONTI DI ..., rappresentata e difesa come in atti; -Creditore procedente - PREMESSO CHE - in data ... l'istante ha presentato ricorso dinanzi a questo stesso Tribunale per pervenire, in ragione di una irreversibile situazione di sovraindebitamento, alla liquidazione del proprio patrimonio (doc. 1); - con decreto in data ..., è stata disposta dal Tribunale adito l'apertura della procedura di liquidazione (doc. 2) [2], che comporta, tra l'altro, che, a pena di nullità, non possono essere proseguite procedure esecutive individuali da parte del singolo creditore; CHIEDE all'Ill.mo Giudice dell'esecuzione adito di disporre la sospensione dell'indicata procedura esecutiva ex art. 623 c.p.c.[3] Si allegano: .... Con Osservanza Luogo e data, ... Firma Avv. ... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente procedimento l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione Firma Avv. ... 1. L'istanza in questione – almeno ove il debitore non abbia già depositato altri atti nella procedura esecutiva, è equiparabile ad un atto introduttivo del giudizio sicché trova applicazione l'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011, in tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio. 2. Poiché l'effetto sospensivo consegue al decreto di apertura della procedura di liquidazione, lo stesso deve essere allegato all'istanza presentata al giudice dell'esecuzione. 3. La sospensione dell'esecuzione deriva, infatti, nella fattispecie in esame, dal provvedimento di un altro giudice che ha, secondo quanto previsto dalla legge di riferimento, quale effetto quello della sospensione delle procedure esecutive pendenti a carico del debitore. COMMENTOL'art. 270 del Codice della crisi di impresa stabilisce che a fronte dell'emanazione da parte del giudice del decreto di apertura della liquidazione controllata trova applicazione, tra l'altro, l'art. 150 del medesimo codice con conseguente divieto per i creditori di dare corso o proseguire procedure esecutive e cautelari di natura individuale. Per le azioni esecutive già in corso deve ritenersi che l'emanazione del decreto in esame ne comporti una causa di sospensione cd. esterna ex art. 623 c.p.c. Per le azioni esecutive già in corso deve ritenersi che l'emanazione del decreto in esame ne comporti una causa di sospensione cd. esterna ex art. 623 c.p.c. e non di radicale improcedibilità, stante la prevista possibilità per il liquidatore di optare per un intervento nella medesima procedura esecutiva. Occorre per altro verso considerare che nella procedura di liquidazione giudiziale del patrimonio del debitore, al contrario di quanto accade nel fallimento, i crediti impignorabili di cui all'art. 545 c.p.c. non sono ricompresi nella liquidazione, sicché il Giudice designato ha sì la facoltà di determinare quanto necessario al mantenimento del debitore, ma solo in aumento, nell'ipotesi in cui cioè l'applicazione dell'art. 545 c.p.c., per la modestia dello stipendio o della pensione percepiti dal debitore, non gli consentirebbero un adeguato mantenimento (cfr. Trib. Milano II, 10 aprile 2019, n. 190, in dejure.giuffre.it). |