Ricorso per l'autorizzazione al pignoramento nei giorni festivi ed al di fuori delle ore previste dall'art. 147 c.p.c.

Girolamo Venturella

Inquadramento

L'art. 519 c.p.c. rubricato “tempo del pignoramento” indica i giorni e le ore in cui il pignoramento non può essere effettuato, salva autorizzazione del presidente del tribunale o del giudice da lui delegato. La norma stabilisce anche che il pignoramento già regolarmente iniziato nelle ore prescritte dall'art. 147 c.p.c. può essere proseguito fino al suo compimento.

Detto articolo è stato modificato dal d.lgs. n. 116/2017, con decorrenza dal 31 ottobre 2021. Il testo dell'art. 519 c.p.c. in vigore dal 31 ottobre 2021 è dunque il seguente: «1. Il pignoramento non può essere eseguito nei giorni festivi, né fuori delle ore indicate nell'art. 147, salvo che ne sia data autorizzazione dal giudice di pace. 2. Il pignoramento iniziato nelle ore prescritte può essere proseguito fino al suo compimento». Nella sostanza, è stato soltanto modificato l'organo deputato al rilascio dell'autorizzazione, da individuarsi nel giudice di pace.

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI ...

ILL. MO SIG. PRESIDENTE [1]

ISTANZA EX ART. 519 C.P.C. PER L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE

AD ESECUZIONE MOBILIARE NEI GIORNI FESTIVI

ED AL DI FUORI DELLE ORE PREVISTE DALL'ART. 147 C.P.C.

Il Sig. ..., rappresentato e difeso per procura in calce al presente atto dall'Avv. ... C.F. ..., PEC ..., elettivamente domiciliato presso lo studio del predetto difensore in ..., il quale dichiara di voler ricevere le comunicazioni e le notifiche relative al presente procedimento all'indirizzo PEC ...

PREMESSO CHE

- che con provvedimento [2] emesso in data e munito di formula esecutiva il ..., il Tribunale di ... condannava il Sig. ... al pagamento in favore dell'attuale esponente della somma di Euro ..., nonché delle spese della procedura pari ad Euro ..., oltre IVA e CPA, nonché ..., oltre imposta di registro;

ovvero: che con scrittura privata autenticata nelle firme in data ... dal notaio ... il Sig. ... si è obbligato a corrispondere a favore dell'odierno creditore la somma di Euro ... per sorte capitale oltre interessi nella misura legale (ovvero convenzionale al tasso di ... ) con decorrenza dal ...;

ovvero: che l'esponente Sig. ... è creditore del Sig. ... per la somma di Euro ... portata da un vaglia cambiario (ovvero un assegno bancario) emesso in data ...;

ovvero: che con atto in notaio ... repertorio n. ..., raccolta n. ..., registrato in data ..., munito della formula esecutiva in data ..., il Sig. ... ha assunto l'obbligo di pagare in favore dell'odierno istante la somma di Euro ... entro il ... oltre interessi nella misura del ...;

- che in data ... veniva notificato alla parte debitrice atto di precetto, unitamente al suddetto titolo esecutivo, con il quale si intimava il pagamento dell'importo complessivo di Euro ..., oltre interessi ed accessori successivi;

- che alla data odierna il debitore non ha inteso provvedere al pagamento di quanto dovuto;

- che, pertanto, l'odierno istante intende procedere ad espropriazione mobiliare nei confronti del debitore, Sig. ...;

- l'Ufficiale Giudiziario incaricato del chiesto pignoramento si è già recato presso il domicilio del debitore negli orari previsti dalla legge ma non ha rinvenuto alcuna presenza ed ha trovato chiusi i predetti luoghi, come da verbale negativo che si allega.

Stante l'anzidetto, il creditore istante Sig. ..., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato, sussistendone la necessità ed i presupposti di legge,

RICORRE

alla S.V. Ill.ma affinché Voglia autorizzare l'Ufficiale Giudiziario, ai sensi e per gli effetti dell'art. 519 c.p.c., a procedere al pignoramento dei beni di proprietà dei debitore Sig. ... nato a ... e residente in ..., alla via ... n. ..., C.F. ..., anche nei giorni festivi ed al di fuori delle ore previste dall'art. 147 c.p.c., stante l'impossibilità di rinvenire quest'ultimo e/o di accedere presso la di lui residenza nelle ore e nei giorni previsti dall'art. 147 c.p.c.

Con osservanza.

Luogo e data ...

1. L'Autorizzazione può essere rilasciata dal presidente del tribunale o da un giudice da lui delegato. Come spiegato nell'inquadramento della formula, a decorrere dal 31 ottobre 2021 l'istanza va proposta al giudice di pace del luogo in cui deve essere eseguito il pignoramento.

2. Indicare il tipo di provvedimento giudiziario che costituisce titolo esecutivo (ad es. sentenza, decreto ingiuntivo, ordinanza esecutiva, decreto esecutivo, verbale di conciliazione, ecc.).

COMMENTO

L'attuale formulazione dell'art. 519 c.p.c. rubricato “tempo del pignoramento” prevede che «Il pignoramento non può essere eseguito nei giorni festivi, né fuori delle ore indicate nell'art. 147, salvo che ne sia data autorizzazione dal presidente del tribunale o da un giudice da lui delegato. Il pignoramento iniziato nelle ore prescritte può essere proseguito fino al suo compimento».

Il d.lgs. n. 116/2017 ha disposto (con l'art. 32, comma 5) che «a decorrere dal 31 ottobre 2021 ai procedimenti civili contenziosi, di volontaria giurisdizione e di espropriazione forzata introdotti dinanzi al giudice di pace a norma dell'articolo 27 si applicano le disposizioni, anche regolamentari, in materia di processo civile telematico per i procedimenti di competenza del tribunale vigenti alla medesima data. Per i procedimenti di cui all'art. 27, comma 1, lett. a), numero 1, lett. c), numero 2), e comma 3, lett. d), capoverso “Art. 60-bis”, e lett. e), la disposizione del primo periodo si applica a decorrere dal 31 ottobre 2025».

Pertanto, il testo modificato della norma in commento, vigente dal 31 ottobre 2021, è il seguente: «Il pignoramento non può essere eseguito nei giorni festivi, né fuori delle ore indicate nell'art. 147, salvo che ne sia data autorizzazione dal giudice di pace. Il pignoramento iniziato nelle ore prescritte può essere proseguito fino al suo compimento».

L'art. 147 c.p.c. individua, come detto, i giorni e le ore in cui il pignoramento non può avvenire. Il giudice può, tuttavia, derogare a tale regola concedendo l'autorizzazione ad effettuare il pignoramento in orari e giorni diversi da quelli previsti dalla legge.

L'autorizzazione può essere concessa dal giudice allorché, effettuata una comparazione tra gli interessi del debitore e quelli del creditore, ritenga che il pignoramento non possa essere altrimenti compiuto se non derogando alla tempistica ordinaria.

Tra i motivi generalmente posti a sostegno dell'istanza da parte del creditore procedente rientrano l'impossibilità di reperire il debitore e/o di accedere presso il suo domicilio nei giorni ed orari previsti dall'art. 147 c.p.c. ed il pericolo nel ritardo (ciò in analogia a quanto previsto dall'art. 482 c.p.c.).

In caso di inosservanza del divieto si avrà come conseguenza soltanto l'irregolarità del pignoramento e non la sua nullità, sicché la violazione del disposto non è denunciabile con l'opposizione agli atti esecutivi.

Con una sentenza abbastanza datata (rispetto alla quale non si rinvengono pronunce di segno contrario) la Suprema Corte ha effettuato un distinguo tra il sequestro conservativo (assimilabile al pignoramento) e quello giudiziario, avendo precisato che il divieto di esecuzione nei giorni festivi, previsto per il sequestro conservativo sui mobili dall'art. 678 c. p.c. che dichiara applicabili le norme del pignoramento (art. 519, contenente il divieto), non è previsto dall'art. 677 per l'esecuzione del sequestro giudiziario che rinvia alle disposizioni degli art. 605 e seguenti c.p.c.  Il pignoramento può essere effettuato anche in giorni festivi o al di fuori degli orari consentiti previa autorizzazione del Presidente del tribunale o di un giudice dallo stesso delegato.

Sebbene la norma resti silente sui presupposti dell'autorizzazione, secondo una parte della dottrina la stessa sarebbe subordinata alla ricorrenza di un pericolo nel ritardo analogo a quello che consente l'esecuzione immediata ai sensi dell'art. 482 (Verde, 825).

Nella prassi applicativa si è ritenuto che le difficoltà di ordine pubblico insorte nel corso dell'esecuzione non giustificano l'autorizzazione ad eseguire lo sfratto fuori delle ore indicate dall'art. 147, in deroga a quanto previsto dall'art. 519 (Pret. Roma 29 novembre 1990, Foro it., 1991, I, 2279).

La disposizione di cui all'art. 147 c.p.c. fissa l'orario entro il quale le notificazioni possono essere eseguite: ossia tra le ore 7 e le ore 21. La disposizione mira a tutelare il diritto al riposo del destinatario della notificazione e, ove diversi, dei consegnatari degli atti da notificare. La norma è stata novellata dalla riforma del 2022, che vi ha aggiunto due commi, al fine di disciplinare il tempo della notificazione eseguita con la posta elettronica certificata, per dare attuazione alla sentenza della Corte cost. n. 75/2019 che, con riferimento alla notifica di un atto in materia civile, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 147 c.p.c. nella parte in cui prevede che la notifica eseguita con modalità telematiche la cui ricevuta di accettazione è generata dopo le ore 21 ed entro le ore 24 si perfeziona per il destinatario alle ore 7 del giorno successivo, anziché al momento di generazione della predetta ricevuta. Si è previsto che le notificazioni a mezzo posta elettronica certificata possono essere eseguite senza limiti orari e che si perfezionano in momenti diversi per il notificante (al momento in cui è generata la ricevuta di accettazione) e per il destinatario (nel momento in cui è generata la ricevuta di avvenuta consegna e, se quest'ultima è generata tra le ore 21 e le ore 7 del mattino del giorno successivo, alle ore 7). Occorre dunque prestare attenzione in tutti i casi in cui si debba osservare un termine a comparire, nel qual caso, se si notifica dopo le 21, la notificazione si ha per eseguita per il destinatario il giorno successivo.

Si ritiene che la disposizione non trovi applicazione nei casi in cui la notificazione non presupponga un accesso da parte dell'ufficiale giudiziario nelle private abitazioni, così come, ad es., nelle ipotesi di notificazione a mezzo del servizio postale (Balena, 259; Punzi, 641).

L'applicabilità della disposizione è stata, altresì esclusa, per la medesima ragione, allorché la notificazione debba essere eseguita con le formalità di cui all'art 140, rimanendo sostituito, in tal caso, l'orario dell'art. 147 dello stesso codice da quello di apertura degli uffici ove devono essere compiute le formalità di notificazione (Cass. n. 3478/1979).

Con riguardo alle notificazioni da eseguire nei confronti delle pubbliche amministrazioni si registrano due orientamenti. Secondo l'uno, le notificazioni debbono essere eseguite durante l'orario di apertura al pubblico degli uffici (Cass. n. 853/1972). Secondo l'altro le notificazioni alle amministrazioni dello Stato possono essere effettuate secondo i disposti dell'art. 144 e negli orari previsti dall'art. 147, senza che essi debbano limitarsi al solo tempo in cui l'ufficio è aperto al pubblico (Cass. n. 158/1977).

È controverso inoltre se l'inosservanza degli orari stabiliti dalla norma comporti l'invalidità della notificazione e, in particolare, se la notificazione eseguita oltre il prescritto orario nell'ultimo giorno utile per l'impugnazione di un atto comporti l'inammissibilità del gravame. Secondo un successivo orientamento la notificazione eseguita l'ultimo giorno utile per la sua proponibilità, ma oltre l'orario stabilito, determina la decadenza dal diritto di proporre impugnazione senza che la radicale inefficacia dell'atto possa essere sanata dalla comparizione dell'intimato (Cass. S.U., n. 946/1954; Cass. n. 665/1958). Secondo un altro orientamento, ove il destinatario della notificazione di un'impugnazione cui l'atto sia consegnato l'ultimo giorno utile per proporre l'impugnazione stessa, oltre i limiti di tempo stabiliti, non rifiuti la consegna ma l'accetti, sia pure con riserva, l'irregolarità della notificazione non impedisce il completamento della fattispecie notificatoria, risultando realizzati sia lo scopo immediato di essa (legale ed effettiva conoscenza dell'atto medesimo) sia quello mediato, ossia la costituzione del rapporto giuridico processuale (Cass. n. 1422/1980).

È stato infine affermato che la notificazione del ricorso per cassazione effettuata mediante tempestiva consegna dell'atto ad un ufficiale giudiziario incompetente, il quale lo abbia poi recapitato al destinatario oltre il termine previsto per la predetta impugnazione, non può considerarsi tardiva, dovendo il principio di scissione degli effetti della notificazione trovare applicazione anche nei casi di nullità di quest'ultima, qualora la stessa sia stata sanata dalla costituzione in giudizio della parte intimate (Cass. n. 22995/2014).

In tema di notificazione con modalità telematica, la S.C. ha stabilito che l'art. 16-septies d.l. n. 179/2012, conv. con modif. in l. n. 221/2012, si interpreta nel senso che la notificazione richiesta, con rilascio della ricevuta di accettazione dopo le ore 21.00, ai sensi dell'art. 3-bis, comma 3 l. n. 53/1994, si perfeziona alle ore 7.00 del giorno successivo, secondo la chiara disposizione normativa, intesa a tutelare il diritto di difesa del destinatario della notifica senza condizionare irragionevolmente quello del mittente (Cass. n. 30766/2017; Cass. n. 21445/2018; Cass. n. 393/2019).

La disposizione in discorso è stata sospettata di incostituzionalità (App. Milano 16 ottobre 2017, in ilprocessocivile.it). Dopodiché, come accennato, Corte cost. n. 75/2019 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 16-septies citato, nella parte in cui prevede che la notifica eseguita con modalità telematiche la cui ricevuta di accettazione è generata dopo le ore 21 ed entro le ore 24 si perfeziona per il notificante alle ore 7 del giorno successivo, anziché al momento di generazione della predetta ricevuta. È stato quindi affermato che, in tema di notificazione con modalità telematica, nel regime antecedente all'introduzione dell'art. 16-septies del d.l. n. 179/2012, conv. con modif. nella l. n. 221 del 2012, disposta dall'art. 45-bis, comma 2, lett. b), del d.l. n. 90/2014, conv. con modif. nella l. n. 114/2014, non trova applicazione l'art. 147 c.p.c. - secondo cui le notificazioni non possono farsi prima delle ore 7.00 e dopo le ore 21.00 - trattandosi di disposizione da interpretare, alla luce della sentenza n. 75/2019 della Corte cost., in chiave funzionale alla tutela del diritto del riposo del destinatario, diritto che non è attinto dall'effettuazione di una notificazione telematica, con conseguente applicazione della regola generale sui termini per le impugnazioni e fissazione della scadenza alle ore 24.00 dell'ultimo giorno utile (Cass. n. 1383/2022).

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