La negoziazione assistita nelle controversie di lavoro. Cenni generali
L'art. 2-ter, d.l. n. 132/2014, così come convertito dalla l. n. 162/2014, ha introdotto per la prima volta all'interno dell'ordinamento giuridico italiano la negoziazione assistita nelle controversie di lavoro che consente alle parti di un rapporto di lavoro di conciliare o prevenire una controversia anche attraverso questa procedura e non soltanto dinnanzi un organismo di conciliazione in sede amministrativa o sindacale ovvero dinanzi all'autorità giudiziaria.
La norma, in particolare, prevede che «Per le controversie di cui all'articolo 409 del codice di procedura civile, fermo restando quanto disposto dall'articolo 412-ter del medesimo codice, le parti possono ricorrere alla negoziazione assistita senza che ciò costituisca condizione di procedibilità della domanda giudiziale. Ciascuna parte è assistita da almeno un avvocato e può essere anche assistita da un consulente del lavoro. All'accordo raggiunto all'esito della procedura di negoziazione assistita si applica l'articolo 2113, quarto comma, del codice civile. L'accordo è trasmesso a cura di una delle due parti, entro dieci giorni, ad uno degli organismi di cui all'articolo 76 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276.». Questa disposizione è stata introdotta dall'art. 9, comma 1, lett. d), d.lgs. n. 149/2022.
La negoziazione assistita, in via generale, consiste in un accordo col quale le parti, assistite da uno o più avvocati, convengono di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole una controversia che è già sorta o potrebbe sorgere. La procedura di negoziazione assistita può essere utilizzata, in alternativa alla giurisdizione ordinaria, per qualsiasi tipo di controversia purché si verta in materia di diritti disponibili.
Si tratta di una procedura facoltativa che richiede una convenzione tra le parti ed avviene alla presenza di almeno un avvocato per ciascuna parte che può, altresì, essere assistita, in aggiunta, da un consulente del lavoro. Può svolgersi, con le dovute garanzie, anche a distanza mediante l'utilizzo di sistemi audiovisivi ed informatici. È previsto che entro dieci giorni dal raggiungimento dell'accordo, a cura di una delle parti, lo stesso venga trasmesso ad una delle commissioni di certificazione.
L'esigenza di una definizione conciliativa delle controversie di lavoro, quale imprescindibile misura deflattiva del contenzioso, è stata particolarmente avvertita in ambito giuslavoristico, in ragione delle peculiari esigenze di celere definizione delle controversie, tipiche di un sistema di gestione di diritti di rilievo costituzionale primario e super primario, quali il diritto al lavoro ed alla percezione della “giusta” retribuzione che, secondo l'art. 36 Cost., deve essere proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e, in ogni caso, sufficiente ad assicurare al lavoratore ed alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Questo mezzo alternativo al processo del lavoro mira, quindi, a deflazionare il contenzioso giudiziario e a rendere certi e celeri le controversie di lavoro. Del resto non può non rilevarsi che il contenzioso lavoristico è particolarmente cospicuo in alcune zone della nostra penisola e le esigenze di riduzione delle pendenze e del disposition time, così come richiesto dal PNRR, ha imposto al legislatore di valorizzare la negoziazione assistita nel settore lavoristico.
L'art. 2-ter rinvia espressamente all'art. 409 c.p.c. per delimitare le controversie che possono essere oggetto di negoziazione assistita. Di conseguenza, la negoziazione assistita riguarderà esclusivamente le cause di lavoro e non quelle di previdenza. L'esclusione delle controversie di previdenza ed assistenza appare ragionevole in quanto trattasi di controversie avente ad oggetto contributi (pacificamente non disponibili) ovvero forme di assistenza obbligatorie che non possono essere costituite in sede di conciliazione e senza la presenza dell'ente che gestisce le provvidenze. Potranno essere oggetto di negoziazione assistita:
- le controversie aventi ad oggetto diritti di natura patrimoniale o non patrimoniale derivanti da un rapporto di lavoro subordinato (a prescindere dal fatto che il datore di lavoro eserciti attività d'impresa);
- controversie relative a rapporti di agenzia, rappresentanza commerciale ed altri rapporti di collaborazione che si concretino in una prestazione di opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale, anche se non a carattere subordinato.