La responsabilità professionale dell’intermediario assicurativo
Cinzia Altomare
09 Aprile 2025
La responsabilità professionale dell’intermediario assicurativo rappresenta un concetto tuttora difficile da inquadrare, anche perché le normative che la informano sono assai diversificate e si sono stratificate nel tempo. Cercheremo di presentarne gli aspetti più significativi, tenendo conto delle più recenti indicazioni fornite dall’istituto di vigilanza.
Definizione di intermediario assicurativo: il CAP
La questione della responsabilità professionale dell'intermediario assicurativo non si è posta immediatamente all'attenzione degli addetti ai lavori, essenzialmente perché bisognava prima definire cosa in effetti fosse un intermediario assicurativo.
Una prima descrizione di questo tipo di attività, all'interno del nostro ordinamento giuridico, è infatti relativamente recente e risale alle indicazioni previste all'art. 1, l. n. 792/1984 (Istituzione e funzionamento dell'albo dei mediatori di assicurazione), che l'ha definita come segue: «chi esercita professionalmente attività volta a mettere in diretta relazione con imprese di assicurazione o riassicurazione, alle quali non sia vincolato da impegni di sorta, soggetti che intendano provvedere con la sua collaborazione alla copertura dei rischi, assistendoli nella determinazione del contenuto dei relativi contratti e collaborando eventualmente alla loro gestione ed esecuzione».
Un ventennio dopo, il Codice delle assicurazioni private (CAP), novellato dal d.lgs. n. 209/2005, ha inquadrato ulteriormente questa funzione, che «consiste nel presentare o proporre prodotti assicurativi e riassicurativi o nel prestare assistenza e consulenza finalizzate a tale attività e, se previsto dall'incarico intermediativo, nella conclusione dei contratti ovvero nella collaborazione alla gestione o all'esecuzione, segnatamente in caso di sinistri, dei contratti stipulati».
Al Codice delle assicurazioni dobbiamo la regolamentazione organica e sistematica di tutta l'attività assicurativa e la costituzione del Registro unico degli intermediari(RUI), disciplinato dall'IVASS, nel quale sono approdate tutte le figure professionali e societarie coinvolte nella distribuzione e vendita dei prodotti assicurativi. È qui previsto che gli intermediari possano essere persone fisiche o società: in quest'ultimo caso, però, il rappresentante legale deve essere iscritto come persona fisica al RUI.
Inoltre, se la società dovesse svolgere nel contempo sia l'attività di intermediazione assicurativa, che quella di intermediazione riassicurativa, la responsabilità per le due diverse attività dovranno essere affidate a due persone fisiche distinte, entrambe iscritte al RUI.
Si è quindi iniziato a definire con più precisione l'attività svolta da questi soggetti e le norme che la regolano che, in linea di massima, possono essere riassunte:
dal disposto del Codice civile, per quanto attiene agli aspetti generali della responsabilità contrattuale ed extracontrattuale;
dalla citata l. n. 792/1984;
dal d.lgs n. 209/2005, ovvero il Codice delle assicurazioni private, che ha recepito la Direttiva comunitaria 2002/92/CE sull'intermediazione;
dai Regolamenti dell'IVASS, il Regolatore deputato ad avere il controllo di tutta l'attività assicurativa; tra questi, ricorderemo in particolare il Regolamento n. 5/2006 ed il Regolamento n. 45 (emanato il 4 agosto 2020), che ha stabilito particolari requisiti e controlli per l'allocazione e la distribuzione dei prodotti assicurativi, completando quanto stabilito dalla Direttiva europea 2016/97, più nota come IDD o Insurance Distribution Directive.
Direttiva europea 2016/97 (Insurance Distribution Directive)
La IDD, recepita nel nostro ordinamento con il d.lgs. n. 68/2018, ha armonizzato le disposizioni nazionali in materia di distribuzione assicurativa e riassicurativa dell'Unione, rafforzando la tutela dei diritti dei consumatori.
Scopo della direttiva, impedire l'intermediazione di prodotti non adeguati alle esigenze dei consumatori stessi, partendo dalla definizione del relativo target di riferimento ed ampliando l'operatività del Codice delle assicurazioni a tutti i soggetti che distribuiscono prodotti assicurativi: agenti, broker, operatori di bancassicurazione, imprese di assicurazione, comparatori, agenzie di viaggio, autonoleggi e perfino alla grande distribuzione.
Sulla sua base, il nuovo Codice delle assicurazioni private e il conseguente Regolamento IVASS n. 40 del 2 agosto 2018 definiscono:
distributore: «qualsiasi intermediario assicurativo o riassicurativo, intermediario assicurativo a titolo accessorio e impresa di assicurazione o riassicurazione»;
distribuzione assicurativa e riassicurativa: «l'attività consistente nel proporre prodotti assicurativi e riassicurativi o nel prestare assistenza e consulenza o compiere altri atti preparatori relativi alla conclusione dei relativi contratti o nella conclusione di tali contratti, ovvero nella collaborazione alla gestione o all'esecuzione, segnatamente in caso di sinistri, dei contratti stipulati, ivi inclusa la fornitura, tramite un sito internet o altri mezzi, di informazioni, relativamente a uno o più contratti di assicurazione, anche confrontati o ordinati, sulla base di criteri eventualmente scelti dal cliente, in termini di premi ed eventuali sconti applicati o di ulteriori caratteristiche del contratto, se il cliente è in grado di concludere direttamente o indirettamente lo stesso».
Il Regolamento 40, inoltre, ha riformato il Registro unico degli intermediari, riformulando le relative classi di appartenenza.
Da quel momento, il RUI si compone infatti di 6 gruppi:
sezione A: agenti;
sezione B: mediatori o broker;
sezione C: produttori diretti;
sezione D: banche, intermediari finanziari, istituti di pagamento, SIM e Poste Italiane spa – Divisione servizi di bancoposta;
sezione E: addetti all'attività di distribuzione al di fuori dei locali degli intermediari iscritti alle sezioni A, B, D o F, per i quali operano a titolo accessorio, nonché gli addetti degli intermediari iscritti nella sezione E, che operano al di fuori dei locali di questi ultimi;
sezione F: gli intermediari assicurativi a titolo accessorio che, ai sensi dell'art. 109-bis, comma 1 CAP, operano su incarico di una o più imprese di assicurazione.
Da notare come, all'interno della nuova categoria F, siano rientrati tutti coloro che svolgono un'attività primaria diversa da quella assicurativa e che possono occasionalmente offrire prodotti assicurativi, come ad esempio:
le agenzie viaggi che propongono anche polizze per le coperture dei rischi legati al viaggio, come perdita bagaglio, annullamento del viaggio, spese mediche, etc.;
le società di autonoleggio che, oltre al veicolo, offrono una copertura assicurativa associata al veicolo stesso (kasko, atti vandalici, furto, ecc.);
la grande distribuzione organizzata, che propone coperture assicurative per i danni accidentali o il furto dei beni messi in vendita, come ad esempio smartphone, lavatrici, ecc.
L'introduzione di tale nuova categoria è stata quindi mutuata dalla diffusione di prodotti assicurativi associati a beni di consumo e servizi. Fino a quel momento, infatti, tale attività era sfuggita alle norme di settore ed al controllo degli organi di sorveglianza del comparto assicurativo e finanziario.
Profili di responsabilità applicabili all'attività di intermediazione assicurativa
La figura professionale dell'intermediario assicurativo ha dato adito ad una serie di problemi interpretativi, per quanto attiene ai profili di responsabilità applicabili.
La questione dipende dal fatto che, in realtà, manchiamo di un apposito percorso di studi universitari che garantisca il livello di conoscenze che ci si aspetta da questo professionista.
La situazione sta a mano a mano evolvendo ed esistono ormai corsi di specializzazione che permettono a varie figure professionali di approfondire le loro conoscenze in ambito assicurativo, consentendo loro di operare in questa particolarissima sfera. Ci riferiamo ai corsi sul diritto delle assicurazioni, a quelli in scienze bancarie, economiche e assicurative ed a quelli di statistica, finanza ed assicurazione, fino ai percorsi che interessano la medicina legale. Si tratta, tuttavia, di corsi di studi che raramente informano la figura professionale dell'intermediario.
In questo caso, in particolare, il fatto che predomini la caratteristica di interposizione tra assicurando ed assicuratore e che prevalga l'attività di tipo consulenziale, rileva grandemente nell'individuazione della disciplina applicabile in caso di inadempimento.
Essendo la responsabilità professionale di natura contrattuale, la stessa riguarderà la lesione dei diritti relativi che valgono nei confronti dei soggetti che hanno stipulato l'accordo o contratto, rappresentato dal mandato conferito all'intermediario.
Come sappiamo, ciò comporta un diverso atteggiamento della legge per quanto concerne l'onere della prova e il periodo di prescrizione. Il primo, infatti, graverà sul professionista, dal momento che la legge presume che cada su di lui, in quanto esperto in materia, rispetto al fruitore del prodotto assicurativo, la colpa di un eventuale errore: sarà quindi lui a dimostrare di aver fatto il possibile perché l'errore stesso non si verificasse.
Come sappiamo, i diversi connotati che distinguono la RC contrattuale da quella extracontrattuale hanno un'importanza notevole sul piano assicurativo. Chi si deve difendere dall'accusa di aver causato il danno si troverà infatti in una posizione più complessa, dovendo provare la propria non colpevolezza, ma soprattutto dovendo concedere alla controparte un più lungo periodo di tempo per organizzarsi.
La vita di un sinistro da responsabilità contrattuale sarà pertanto di più lunga durata, dal momento in cui il fatto che l'ha generato è occorso, fino a quello in cui vi sarà la possibilità di chiederne il ristoro.
È questo il motivo per cui gli assicuratori definiscono la responsabilità professionale un ramo “a lunga coda” (long tail): un tipo di assicurazione in cui la vita di ogni sinistro può durare diversi anni.
Ritornando quindi alle fonti normative della responsabilità di questo professionista, ci si baserà principalmente sull'art. 1754 ss. c.c. per l'attività di mediazione, sull'art. 2229 ss. c.c.per la prestazione d'opera intellettuale e sull'art. 1719 ss. c.c., per quanto attiene alla disciplina del rapporto fiduciario (cioè del mandato) che lega il broker ai propri clienti.
Costituzione dell'albo professionale dei mediatori assicurativi e dovere di diligenza ex art. 1176 c.c.
Avendo il Codice delle assicurazioni private regolamentato l'attività del brokeraggio assicurativo con la creazione di un albo professionale, la responsabilità di tale soggetto viene inoltre identificata nella violazione degli obblighi di diligenza che lo stesso è chiamato a rispettare ai sensi dell'art. 1176 c.c.
La qualità professionale dell'attività prestata dal broker determina, cioè, la necessità di rispettare un grado di diligenza adeguato alle circostanze del caso e presuppone che lo stesso sia dotato di una conoscenza tecnica del mercato assicurativo sufficiente alla bisogna. Egli sarà dunque tenuto a fornire al cliente le informazioni necessarie a guidarlo nella scelta della polizza più adatta per qualità e prezzo, tenendo conto di tutti gli aspetti inerenti le caratteristiche del rischio preso in esame.
Il broker è svincolato dalle parti che concludono il contratto assicurativo e rappresenta il consulente di fiducia dell'assicurando. Il suo compito è consigliare il soggetto che deve contrarre una copertura assicurativa nella collocazione del suo rischio sul mercato, assistendolo sia nella fase di stipula della polizza, che in quella successiva di gestione della stessa.
Si tratta quindi di un mediatore qualificato, la cui attività consiste nell'individuare le specifiche esigenze dell'assicurando e consigliare le condizioni contrattuali più adatte a soddisfarle.
Le caratteristiche professionali richieste saranno dunque:
onorabilità (nessuna condanna penale, né alcun coinvolgimento in procedure di fallimento);
professionalità (la presenza di adeguate cognizioni e capacità professionali accertata dall'IVASS con una specifica prova di idoneità);
autonomia (nessun rapporto privilegiato con particolari compagnie di assicurazione).
Il mediatore svolge infatti la propria attività su incarico del cliente, senza alcun potere di rappresentanza di imprese di assicurazione o riassicurazione e con una posizione di autonomia e indipendenza rispetto alle stesse.
Da notare che quest'ultimo punto riguarda in particolare i mediatori iscritti alla sezione B, ossia i broker. I mediatori iscritti alla sezione A, ovvero gli agenti di assicurazione, agiscono in realtà per conto di una o più imprese di assicurazione o riassicurazione e ciò appare in contrasto con la necessità di garantire la loro autonomia e indipendenza, a favore del cliente/assicurando e, in generale, nella gestione del principio di adeguatezza cui faremo riferimento a breve.
Broker assicurativo vs Agente assicurativo
In realtà, l'agente in possesso dei requisiti previsti dal Regolamento IVASS può assumere il mandato agenziale da una o più compagnie, a seconda che decida di operare in regime di mono-mandato o di pluri-mandato. Al pari di un broker, può essere indicato come “mediatore assicurativo”, dal momento che entrambi fungono da intermediari tra la società assicuratrice e il cliente finale.
Sebbene si tratti di attività apparentemente molto simili, però, esistono delle differenze sostanziali tra queste due figure.
Come il broker, l'agente assicurativo è un libero professionista, che lavora però per conto di una o più compagnie di assicurazione, solitamente entro un determinato territorio, all'interno del quale funge da rappresentante autorizzato. In quanto tale, si occupa di gestire il portafoglio clienti e di commercializzare i prodotti assicurativi proposti dalla società da cui ha ricevuto il mandato.
È lo stesso Codice delle assicurazioni private a distinguere tra agente e broker assicurativo. Le loro specifiche attività professionali sono state disciplinate dall'art. 109, comma 2,d.lgs. n. 209/2005: «Nel registro sono iscritti in sezioni distinte: a) gli agenti di assicurazione, in qualità di intermediari che agiscono in nome o per conto di una o più imprese di assicurazione o di riassicurazione; b) i mediatori di assicurazione o di riassicurazione, altresì denominati broker, in qualità di intermediari che agiscono su incarico del cliente e senza poteri di rappresentanza di imprese di assicurazione o di riassicurazione […]».
Tanto gli agenti quanto i broker sono quindi professionisti del mercato assicurativo che mettono in contatto il cliente con la compagnia. Mentre i primi lavorano su incarico del cliente, però, i secondi agiscono su mandato delle società che rappresentano. Tanto è vero che i broker sono remunerati direttamente dai clienti, mentre gli agenti assicurativi ricevono il loro compenso, sotto forma di provvigioni, dalla compagnia per cui lavorano.
Ecco perché l'agente, a differenza del broker, non può essere definito un consulente assicurativo indipendente: la sua attività di consulenza si fonda su un vincolo contrattuale esistente con la compagnia rappresentata e consistente nella promozione e vendita dei prodotti assicurativi offerti da quella compagnia. È pur vero che lo stesso effettuerà un lavoro di analisi dettagliata dei rischi e delle coperture offerte, ma operando con margini di manovra molto più limitati, rispetto a quelli con cui può agire un broker assicurativo.
Quest'ultimo può quindi agire assai più liberamente, non avendo alcun vincolo contrattuale con alcuna compagnia, accedendo ad una gamma di soluzioni assicurative più ampia, rispetto a quella offerta da un agente assicurativo, con l'intento di trovare la copertura assicurativa più adatta al proprio cliente.
Per contro, l'agente può beneficiare di condizioni di copertura riservategli in esclusiva ed accade frequentemente che i broker si rivolgano agli agenti per potervi accedere, nell'ambito delle collaborazioni orizzontali cui faremo menzione in seguito.
Il principio di adeguatezza
Il CAP ha disciplinato gli obblighi che gli intermediari assicurativi sono tenuti ad osservare per non incorrere in casi di responsabilità civile professionale per inadempimento contrattuale. Tra questi di grande rilevanza è il rispetto del principio di adeguatezza, che impone la cosiddetta regola del best advice: le soluzioni assicurative consigliate dall'intermediario devono conformarsi interamente alle esigenze del cliente.
All'art. 52, Regolamento n. 40/2018, «Adeguatezza dei contratti offerti», l'IVASS ribadisce come per gli intermediari vi sia obbligo di «proporre o consigliare contratti adeguati in relazione alle esigenze di copertura assicurativa e previdenziale del contraente» e dunque di acquisire prima della sottoscrizione di una proposta o di un contratto di assicurazione «ogni informazione che ritengono utile in funzione delle caratteristiche e della complessità del contratto offerto, conservandone traccia documentale».
Il broker è tenuto a documentare di aver informato l'assicurandodell'eventuale inadeguatezza di una proposta assicurativa o previdenziale, dando evidenza di tale informativa in un'apposita dichiarazione sottoscritta dal contraente e dall'intermediario.
Questo punto è di particolare importanza perché, qualora il cliente si rifiutasse di sottoscrivere tale documentazione, sarebbe addirittura consigliabile rinunciare al mandato dallo stesso ricevuto, non potendo l'intermediario adempiere uno specifico obbligo vigente.
Caratteristica dell'intermediazione assicurativa è pertanto un'attività di consulenza che non si limita alla semplice informativa sulle caratteristiche del prodotto offerto ma consiste nella piena comprensione delle necessità del cliente, allo scopo di proporre il tipo di copertura di cui questi ha effettivamente bisogno.
Riassumendo, gli obblighi cui il broker assicurativo è soggetto consistono dunque:
nell'agire con diligenza e “adeguata” perizia, exart. 1176 c.c.: la sua attività è infatti connotata dal profilo della professione intellettuale, richiedendosi specifiche e approfondite conoscenze di economia, tecnica e diritto delle assicurazioni;
nel provvedere ad un'informazione piena, consapevole e corretta del cliente, sia preliminarmente alla conclusione del contratto, che in costanza di contratto, previa valutazione dell'entità e natura del rischio e della situazione contingente del mercato assicurativo;
nell'agire con trasparenza, fornendo un'analisi imparziale e sufficientemente ampia dei prodotti disponibili sul mercato, indicando le ragioni su cui si fondano le scelte consigliate;
nell'acquisire tutte le informazioni necessarie a valutare le esigenze assicurative, informando i clienti sul proprio operato;
nel sottoporre sempre al cliente le proposte acquisite, comunicando alle parti (assicuratore ed assicurando) eventuali circostanze conosciute, relative alla valutazione ed alla sicurezza del rischio, che potrebbero influire sulla conclusione della proposta di assicurazione;
nell'individuare la copertura più adatta a soddisfare le esigenze del cliente, sensibilizzandolo sulle problematiche economiche, giuridiche e assicurative del rischio e sull'affidabilità economica dei potenziali assicuratori;
nel cooperare nella compilazione degli eventuali questionari, supervisionando la descrizione del rischio e ragguagliando il cliente sulle conseguenze di reticenze o informazioni inesatte;
nella revisione periodica del contratto e nella gestione dei sinistri e recupero degli eventuali danni;
nel contrarre una polizza assicurativa a copertura di eventuali errori ed omissioni professionali, contribuendo ad uno speciale Fondo di Garanzia per il risarcimento dei danni causati dalla sua attività, che non fossero indennizzati attraverso tali polizze stipulate.
Il POG e Regolamento n. 45 dell’IVASS
Allo scopo di assicurare la corretta attuazione dei doveri professionali di chi si occupa della creazione e distribuzione di prodotti assicurativi, la IDD ha introdotto il Product Oversight Governance (POG), un procedimento complesso e strutturato, che ha lo scopo di tutelare il cliente, sin dal primo momento in cui una soluzione assicurativa viene predisposta.
Al momento della creazione di un determinato prodotto, infatti, l'assicuratore e l'intermediario dovranno verificare che lo stesso sia in linea con gli interessi del cliente per il quale è stato realizzato ed accertarsi che continui a rispondere nel tempo a tale caratteristica, anche nella fase successiva alla vendita. Ciò comporta uno scambio di informazioni tra gli assicuratori e i distributori e implica una serie di problemi sul piano del rispetto della privacy e delle responsabilità derivanti dalla quantità e dalla natura dei dati condivisi, alla luce della normativa vigente a tale riguardo (il GDPR).
I requisiti previsti per il governo ed il controllo del prodotto, attraverso il POG, sono indirizzati agli assicuratori ed agli intermediari che contribuiscono a realizzare prodotti assicurativi. Costoro sono definiti manufacturer o produttori, in contrapposizione a coloro che si limitano a distribuire tali prodotti, senza realizzarli in proprio. Questi ultimi sono definiti, invece, distributori.
È comunque importante tenere conto del fatto che il distributore non rappresenta una funzione di secondo piano, rappresentando l'interfaccia col cliente e contribuendo in tal modo alla creazione del prodotto stesso.
Attraverso il Regolamento delegato UE 2017/2358, emesso dalla Commissione europea ad integrazione della IDD, sono state poi aggiunte nuove indicazioni riguardanti la gestione e distribuzione dei prodotti assicurativi, con l'obbiettivo di meglio salvaguardare il cliente, in ogni aspetto della relazione con lui intercorrente.
Il Regolamento n. 45 dell'IVASS, emanato il 4 agosto 2020, ha quindi completato i dettami previsti per la distribuzione dei prodotti assicurativi, in conformità a quanto stabilito dalla IDD medesima.
Esso trova applicazione per le imprese italiane, gli intermediari assicurativi, i broker, le banche, le SIM, Poste Italiane, tutti i soggetti addetti all'intermediazione, nonché le società con sede legale in uno stato estero ma con sedi secondarie nel territorio italiano, disciplinando il processo di approvazione dei prodotti assicurativi.
Questa norma garantisce la progettazione di ciascun prodotto, perché tenga conto degli obiettivi e degli interessi del cliente, in quanto consumatore.
È necessario quindi garantire che la progettazione di ciascun prodotto soddisfi i seguenti criteri:
tenga conto degli obiettivi, degli interessi e delle caratteristiche dei clienti e non arrechi loro alcun tipo di danno;
supporti una gestione corretta di eventuali conflitti di interesse;
assicuri che il personale, la rete distributiva ed ogni altro soggetto coinvolto nella realizzazione, distribuzione, gestione e servizio del prodotto identifichino e gestiscano i rischi di condotte non corrette (conduct risk);
assicuri che tali soggetti si comportino in modo corretto, onesto, professionale e nel miglior interesse del cliente.
Il produttore (manufacturer) sarà quindi obbligato a identificare, con sufficiente grado di dettaglio, il mercato di riferimento (target market) in cui distribuire il prodotto assicurativo e le tipologie di clienti a cui il prodotto può essere distribuito, adottando misure idonee affinché la distribuzione venga effettuata solamente nel mercato corretto e tenendo conto della tipologia di clientela, dei rischi cui la stessa è soggetta, delle caratteristiche del prodotto venduto e perfino della situazione occupazionale e familiare, età e livello di conoscenza dei prodotti proposti.
Per quanto attiene alla distribuzione, sarà poi necessario controllare che gli intermediari assicurativi delle varie sezioni del RUI distribuiscano i prodotti in modo corretto.
Tale processo di approvazione si applica a tutti i prodotti assicurativi messi in commercializzazione dopo il 1° ottobre 2018 ed a quelli già esistenti, cui siano state apportate modifiche significative dopo la stessa data.
Non trattandosi di prodotti standardizzabili, lo stesso non si applica invece ai prodotti assicurativi che interessano i grandi rischi.
Il Regolamento delinea anche la disciplina dei rapporti tra gli intermediari iscritti alle varie sezioni del RUI. Agenti, broker e intermediari dovranno infatti fornire ai loro addetti esterni le informazioni relative al mercato di riferimento ed alla strategia di distribuzione dei prodotti assicurativi forniti.
Tali collaborazioni orizzontali devono essere formalizzate per iscritto, prevedendo il rispetto degli obblighi in materia di POG e possono essere instaurate tra gli intermediari iscritti nelle sezioni A, B e D del RUI «operativi», nonché quelli iscritti nell'elenco annesso al RUI medesimo.
IVASS: lettera al mercato del 27 marzo 2024 e Provvedimento n. 147/2024
Come abbiamo visto, il POG costituisce un processo alquanto articolato e non sono poche le problematiche che hanno fatto seguito alla sua introduzione.
Forse per tale ragione, in seguito alle verifiche svolte sulle modalità di attuazione di questa normativa, l'IVASS ha riscontrato “significative carenze” in materia di governance del processo, riscontrando come le imprese vigilate non applicassero alcune delle funzioni fondamentali prescritte, in merito alle procedure per l'approvazione dei nuovi prodotti ed al livello di granularità richiesto nella definizione del mercato di riferimento.
Tramite una lettera al mercato, pubblicata il 27 marzo 2024, l'istituto ha quindi formalizzato una serie di aspettative, rivolte alle imprese di assicurazione con sede legale in Italia e agli intermediari produttori, inclusi i soggetti aventi sede legale nello Spazio Economico Europeo, attivi in Italia in regime di stabilimento o in libera prestazione di servizi.
Il Regolatore ha poi provveduto alla pubblicazione del Provvedimento n. 147/2024 del 20 giugno 2024, accogliendo le istanze di chi riteneva che l'intera procedura fosse eccessivamente complessa, apportando alcune modifiche al Regolamento n. 40/2018 sulla distribuzione assicurativa ed a quello n. 41/2018 in materia di trasparenza, informativa e disegno dei prodotti assicurativi.
È stato in tal modo introdotto il MUP (Modello unico precontrattuale), che integra le informazioni prima contenute nei numerosi moduli applicati e ne abroga altri.
Tale documento, che deve essere obbligatoriamente predisposto dall'assicuratore e dal distributore per ciascun prodotto venduto, deve prevedere:
una sezione con le informazioni generali del distributore ed una che contiene le informazioni sul modello di distribuzione;
una sezione contenente le informazioni relative a situazioni di potenziale conflitto d'interesse e sull'attività di distribuzione e consulenza;
una sezione con le informazioni sulleremunerazioni previste nella catena di distribuzione ed una sul pagamento dei premi;
una sezione con le informazioni sugli strumenti di tutela del contraente.
Il Provvedimento, infine, ha semplificato una serie di elementi connessi alla fase di attuazione del contratto (ad esempio, come segnalare un reclamo), in quanto è stato riconosciuto come gli stessi potessero essere facilmente reperiti nelle Condizioni generali di polizza. La richiesta è stata invece di concentrarsi su informazioni ritenute più utili agli assicurati, come quelle relative ai costi di distribuzione, alle esclusioni e limitazioni contenute nel contratto, al regime fiscale applicabile ed alle informazioni obbligatorie exart. 185 CAP, che concernono la solvibilità della compagnia assicuratrice e le procedure di reclamo.
L'Ordinanza sarà effettiva entro 12 mesi dalla data della sua pubblicazione, ovvero il 5 luglio 2025, data in cui imprese e distributori dovranno essere in possesso dei nuovi modelli prescritti. Essa introduce, infine, alcuni riferimenti alla normativa comunitaria in materia di sostenibilità finanziaria, introducendo a livello nazionale gli obblighi introdotti dalla normativa comunitaria già avviati dall'IVASS con la pubblicazione dell'Ordinanza n. 131/2023.
Conclusioni
La responsabilità degli intermediari assicurativi è tuttora difficile da inquadrare perfettamente.
Si tratta di un profilo professionale che è stato definito solo recentemente e non è ancora consacrato da uno specifico corso di studi universitari, come accade per le altre professioni.
Per contro, però, la qualità professionale dell'attività prestata dall'intermediario assicurativo prevede l'obbligo di rispettare un elevato grado di diligenza e presuppone che lo stesso sia dotato di una conoscenza tecnica del mercato assicurativo alquanto capillare, che implica competenze in grado di spaziare dall'ambito economico a quello giuridico e perfino ingegneristico.
Nel corso dell'ultimo decennio, infatti, le fonti normative sulla distribuzione assicurativa si sono a mano a mano evolute, passando da una più precisa definizione dell'attività di questi soggetti a quella della creazione e vendita dei prodotti assicurativi, fino a determinare i fattori di sostenibilità degli stessi, alla luce di una sempre maggiore protezione dei diritti dell'assicurato, in quanto consumatore.
Le disposizioni che informano quest'attività sono quindi diverse e non si limitano alle indicazioni previste dal Codice civile e dalla normativa comunitaria, che ha ispirato la promulgazione del Codice delle assicurazioni private, cui dobbiamo la principale sua regolamentazione.
Esistono, infatti, numerose indicazioni e ordinanze emanate dall'IVASS, con lo scopo di guidare questa figura professionale alla corretta attuazione dei tanti doveri cui la stessa è soggetta.
Tra queste, la più recente è costituita dal POG, un procedimento complesso e strutturato che informa la creazione e distribuzione dei prodotti assicurativi, ove la responsabilità dell'intermediario si incrocia con quella che grava sulle compagnie assicuratrici, con l'intento di tutelare gli assicurati/consumatori, sin dal primo momento in cui una soluzione assicurativa viene loro proposta.
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Sommario
Direttiva europea 2016/97 (Insurance Distribution Directive)
Profili di responsabilità applicabili all'attività di intermediazione assicurativa
Costituzione dell'albo professionale dei mediatori assicurativi e dovere di diligenza ex art. 1176 c.c.