In assenza di anomalie informatiche accertate il mancato deposito è imputabile al solo difensore

La Redazione
14 Aprile 2025

Non può ritenersi scusabile l’errore qualora le mere difficoltà di utilizzo di un sistema informatico possano essere gestite e prevenute dal difensore con l’ordinaria diligenza e perizia.

«In base all'art. 196-quater, comma 1, disp. att. c.p.c., applicabile, ai sensi dell'art. 35, comma 2, d.lgs. n. 149/2022, a tutti i procedimenti civili pendenti davanti alla Corte di Cassazione a decorrere dal 1° gennaio 2023, il deposito degli atti processuali e dei documenti, ivi compresa la nota di iscrizione a ruolo, da parte dei difensoriha luogo esclusivamente con modalità telematiche, salvi i casi eccezionali previsti dall'art. 196-quater, comma 4, disp. att. c.p.c.».

Sulla base di tale assunto poggia la sentenza in commento che trae origine da una segnalazione, da parte del ricorrente, circa presunti problemi tecnici nei quali è incorso e che gli hanno impedito di depositare telematicamente il ricorso.

Con istanza depositata tramite e-mail presso la Cancelleria civile della Corte di cassazione, l'avvocato di parte, rappresentando problemi tecnici nel deposito telematico del ricorso, formulava richiesta di deposito cartaceo, a mezzo dell'acquisizione informatica degli allegati alla e-mail.

Sicché, il Presidente titolare della Sezione competente disponeva la trasmissione dell'istanza alla Prima Presidente, ex art. 196-quater disp. att. c.p.c., la quale autorizzava in via d'urgenza il deposito cartaceo facendo, altresì, salva la verifica sulla presunta sussistenza dei problemi tecnici rilevati richiedendo una relazione tecnica del CED.

Il CED chiariva il corretto funzionamento dei sistemi informatici nel giorno indicato dal difensore e non rilevava alcun problema che avesse potuto impedire il deposito telematico.

Tale risultanza non permetteva, dunque, di ritenere realizzata la condizione di fatto prevista dall'art. 196-quater disp. att. c.p.c. volta a giustificare il deposito cartaceo. È infatti ormai pacifico in giurisprudenza che «il fatto ostativo, rilevante ai fini della tempestività e regolarità del deposito, è solo quello che sia oggettivamente estraneo alla volontà della parte e che non sia governabile dalla medesima, in quanto riferibile ad un evento che presenti il carattere dell'assolutezza, e non già dell'impossibilità relativa, o della mera difficoltà».

Ciò posto, secondo la Suprema Corte, nel caso di specie, «la mancata iscrizione del ricorso nel termine previsto, esclusa l'anomalia informatica, può ritenersi imputabile alla sola negligenza del difensorenon potendosi ritenere scusabile l'errore allorquando le mere difficoltà di utilizzo di un sistema informatico possano essere governate e prevenute con l'ordinaria diligenza e perizia».

Fonte: Diritto e Giustizia

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