Si considerano i redditi del genitore collocatario nell'ammissione al patrocinio a spese dello Stato per il curatore speciale del minore?
18 Aprile 2025
Per rispondere al quesito occorre preliminarmente prendere le mosse dalla normativa di riferimento in materia di gratuito patrocinio prevista dal d.P.R., 30/05/2002 n. 115 (T.U. Spese di Giustizia). L'accesso del minore al gratuito patrocinio non è mai automatico. L'art 76 disciplina espressamente le condizioni per essere ammesso a tale beneficio prevedendo come regola generale: 1) che l'istante (in tal caso il minore) sia titolare di un reddito imponibile risultante dall'ultima dichiarazione non superiore a euro 12.838,01; 2) che ai fini della soglia di reddito si tengano conto anche dei redditi conseguiti nel medesimo periodo da ogni componente della famiglia. Quindi laddove l'istante, come nel caso di specie, conviva con altri familiari i redditi percepiti da quest'ultimi debbano essere sommati. Per familiari si intendono, non soltanto coloro i quali sono legati all'istante da vincoli di consanguineità o comunque giuridici, ma anche quanti convivono con lui, rilevando un legame affettivo stabile e duraturo, a prescindere dalla coabitazione fisica. Infatti, secondo la Corte, nella materia del gratuito patrocinio, la locuzione “componente della famiglia” ha una sua specifica pregnanza, avendo il legislatore voluto tenere conto della capacità economico-finanziaria di tutti coloro che, per legami giuridici o di fatto, comunque concorrono a formare il reddito familiare del soggetto richiedente il beneficio (come in caso di convivenza more uxorio, vedi Cass. civ. n. 4975/2022, Cass. pen. n. 109/2005, Cass. pen. n. 19349/2005, Cass. pen. n. 13265/2004), e ciò in quanto non sarebbe conforme ai princìpi costituzionali di solidarietà, di equa distribuzione e di partecipazione di ogni cittadino alla spesa comune attraverso il prelievo fiscale il fatto di gravare i contribuenti del costo della difesa di chi può fruire dell'apporto economico dei vari componenti il nucleo familiare, ancorché il suo reddito personale gli consenta di accedere al beneficio (Cass., n. 18134/2023). Tuttavia, occorre considerare che il quarto comma dell'art. 76 prevede una specifica deroga stabilendo che nel caso in cui si verta in giudizi aventi ad oggetto diritti della personalità o laddove gli interessi del richiedente il beneficio siano in conflitto con quelli degli altri componenti del nucleo familiare, non si debba tenere conto del reddito di questi ultimi. Per conflitto di interessi deve intendersi, in linea generale, ogni situazione in cui uno dei componenti del nucleo familiare sia portatore di interessi contrapposti tali da giustificare che il suo reddito non sia sommato con quello del richiedente. In tali casi, quindi, il legislatore riconosce che i redditi dei familiari non devono essere conteggiati e influenzare la valutazione dell'accesso al beneficio. Il conflitto di interessi giustifica anche la nomina del Curatore speciale, figura normata dall'473-bis.8 c.p.c.. Tale disposizione contiene ipotesi tipizzate di nomina (obbligatoria e facoltativa) del curatore speciale del minore nell'ambito dei procedimenti che lo coinvolgono. Pur trattandosi di situazioni giuridiche fortemente differenziate, si può comunque osservare come le fattispecie per cui è normativamente prevista la nomina del curatore speciale del minore sono tutte caratterizzate dalla sussistenza del conflitto di interessi tra il minore ed i suoi legali rappresentanti o da un'inadeguatezza temporanea dei genitori a rappresentare gli interessi del minore in sede processuale (art. 78, comma 4, c.p.c.). Raccordando, quindi, la previsione normativa di cui all'art. 76, comma 4 d.P.R., 30 maggio 2002 n. 115 con quelle di cui agli artt. 320 c.c., 78 c.p.c. e 473-bis.8 c.p.c. si può giungere alla conclusione che nei procedimenti in cui è nominato il Curatore Speciale del minore, (vuoi perché sussista conflitto di interessi con i genitori, vuoi perché si verta in materia di diritti personalissimi), quest'ultimo, se privo di reddito o con un reddito inferiore a euro 12.838,01, ha diritto a beneficiare del gratuito patrocinio e i redditi dei familiari con lui conviventi non devono essere considerati. Nel caso in esame il Curatore speciale del minore, se iscritto nelle apposite liste dei difensori ammessi al gratuito patrocinio, avrebbe avuto, quindi, diritto ad ottenere la liquidazione dei compensi a spese dello Stato posto che i redditi del genitore (collocatario) in ragione del conflitto di interesse non dovevano essere considerati. Se è, quindi, vero che la giurisprudenza in materia di patrocinio a spese dello Stato ha chiarito come regola generale che non è computabile il reddito del familiare in situazione conflittuale (Cass. 27423/2018; Cass. 20545/2020), al pari della Corte di Appello di Potenza, vi sono stati Tribunali (come quello di Pisa in una recente pronuncia del 10 ottobre 2023) che non condividono la diffusa tesi secondo cui i compensi del Curatore speciale del minore debbano essere liquidati a spese dello Stato ex art. 76 L d.P.R. 115/01 per due ordini di ragioni: 1) In primo luogo, in quanto il Curatore viene a volte nominato dal Tribunale anche quando i genitori si trovano ancora nella piena titolarità della responsabilità genitoriale e quindi, come tali, sono direttamente obbligati col proprio patrimonio a far fronte agli obblighi civili della prole minorenne. 2) In secondo luogo perché si ritiene contrario a giustizia far ricadere sull'Erario e dunque sulla collettività, notevolissimi oneri di spesa connessi ai compensi e spese del curatore, oneri cospicui questi spesso derivanti dalle violazioni da parte dei genitori o di uno di essi ai propri basilari doveri nei confronti dei propri figli minori con il risultato che, diversamente opinando, tali genitori si vedrebbero così ingiustificatamente sollevati, magari pur in presenza di una situazione finanziaria florida, dalle conseguenze patrimoniali delle proprie condotte illecite e inadempienti ai propri doveri genitoriali. Per il Tribunale di Pisa si dovrebbe , quindi, applicare, al pari del compenso per gli altri ausiliari del giudice, la regola della soccombenza e deve essere individuato, ove possibile, il genitore obbligato che col proprio comportamento illecito ha dato causa alla necessità della nomina del Curatore Speciale. |