Licenziamento per la lavoratrice che fuma in fabbrica?
17 Aprile 2025
La vicenda riguarda il licenziamento di una lavoratrice, impiegata in uno stabilimento dedicato alla produzione di sostanze chimiche, sorpresa a fumare. Per il datore di lavoro data la pericolosità dell’azione posta in essere la donna, il licenziamento è immediato. In appello però viene ordinata la reintegrazione della donna nel suo posto di lavoro, annullato il licenziamento e condannata la società al pagamento di un'indennità risarcitoria. La Corte difatti ha rilevato che la contestazione disciplinare riguardava il pericolo per la sicurezza derivante dall'attività proibita di fumare in azienda, pericolo non riscontrato per azienda e materiali. Conseguentemente la società presenta ricorso per cassazione. La S.C. conferma orientamenti ormai consolidati secondo cui è richiesto al giudice di merito di valutare le circostanze concrete in cui si è verificato il comportamento del lavoratore nel caso di violazione di divieti sul luogo di lavoro. Nel caso di specie la Corte territoriale ha adeguatamente considerato la contestazione disciplinare e ha valutato correttamente la condotta della lavoratrice sull’eventuale possibilità di provocare incidenti alle persone, agli impianti, ai materiali. In conclusione, esclusa la pericolosità potenziale della condotta tenuta dalla lavoratrice, il licenziamento risulta illegittimo. |