Sulla distinzione fra rinuncia agli atti del giudizio e rinuncia all’azione
15 Aprile 2025
Una società mandataria in proprio e quale mandataria di una costituenda ATI appellava la sentenza del T.a.r. per la Lombardia che aveva respinto il ricorso proposto contro un'amministrazione comunale. La società appellante, con ricorso di primo grado, aveva contestato la legittimità della procedura di project financing a iniziativa privata, ai sensi dell'art. 183, comma 15, d.lgs. n. 50/2016, indetta dall'amministrazione comunale per la riqualificazione e gestione, mediante concessione, del termovalorizzatore di rifiuti solidi urbani e di rifiuti speciali non pericolosi. Nel giudizio di appello la società ricorrente reiterava, in chiave critica, le censure formulate in primo grado; si costituivano il Comune e la controinteressata ATI, quest'ultima proponente appello incidentale. La Sezione, con ordinanza, per decidere la controversia, disponeva una consulenza tecnica d'ufficio mediante la nomina di un collegio tecnico che depositava la propria relazione peritale. Qualche settimana dopo, la società appellante formulava una richiesta di rinuncia al giudizio in esame. Il Comune convenuto dichiarava di non opporsi alla rinuncia al giudizio della parte appellante, mentre la società controinteressata convenuta dichiarava di volere rinunciare all'appello incidentale. Al riguardo il Collegio, richiamando l'indirizzo del Consiglio di Stato, ha fornito chiarimenti sulla distinzione tra la rinuncia alla domanda e la rinuncia agli atti del giudizio. In particolare, la rinuncia agli atti del giudizio rileva sul piano dell'estinzione del processo, cui consegue una pronuncia meramente processuale, di modo che la domanda può essere riproposta se sono ancora aperti i termini per far valere in giudizio la pretesa sostanziale. Invece, nel caso della rinuncia all'azione, consegue una pronuncia con cui il giudice prende atto della volontà del ricorrente di rinunciare alla pretesa sostanziale dedotta in giudizio, che comporta l'inammissibilità di una futura riproposizione della domanda, in quanto la decisione rileva sul piano del merito, cui consegue l'estinzione del diritto di azione. Pertanto, il Consiglio di Stato ha dichiarato estinto il giudizio. |