Non integra nullità della sentenza d'appello il fatto che questa confermi la decisione di primo grado sulla base di motivazioni diverse

La Redazione
23 Aprile 2025

La S.C. chiarisce che il fatto in sé e per sé considerato non è oggetto di giudicato interno, quindi la Corte d'appello adita, anche nel caso in cui confermi la decisione resa dal giudice di prime cure, può confermarla sulla base di motivazioni diverse rispetto a quelle individuate dal giudice in primo grado

I congiunti di Tizio e Caia convenivano in giudizio la To. Service Sas e la Fondiaria-Sai Spa chiedendone la condanna in solido al risarcimento dei danni subiti a seguito del sinistro stradale tra l'auto guidata da Tizio, in cui viaggiava anche Caia e l'autocarro che procedeva sulla corsia opposta, di proprietà della Sas e assicurato con Fondiaria. Tizio e Caia erano morti a causa dell'incidente. Il Tribunale ravvisava il concorso di colpa delle vittime Tizio nella misura del 70% e, tra i vari attori, accoglieva solo la domanda risarcitoria – limitatamente al danno non patrimoniale da perdita del rapporto parentale – proposta dalle figlie delle vittime. Gli attori impugnavano la sentenza e la Corte d'appello, in parziale riforma della sentenza resa in primo grado, riconosceva la sussistenza di un danno risarcibile da perdita del rapporto parentale anche in capo agli altri congiunti delle vittime, ma confermava il concorso di colpa delle stesse e liquidava i danni di conseguenza. Gli appellanti ricorrevano in Cassazione lamentando, per quanto qui di interesse, il mancato rispetto da parte della Corte territoriale del giudicato interno maturato sul capo di sentenza con cui il Tribunale aveva ricostruito la dinamica dell'incidente, in quanto la Corte d'Appello, basandosi sulla versione della Polizia stradale e non del ctu, invece, aveva ribaltato la ricostruzione effettuata dal giudice di primo grado.

La Cassazione ha ritenuto la censura infondata richiamando un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità, secondo cui: «Il giudicato interno non si determina sul fatto ma su una statuizione minima della sentenza, costituita dalla sequenza rappresentata da fatto, norma ed effetto, suscettibile di acquisire autonoma efficacia decisoria nell'ambito della controversia, sicché l'appello motivato con riguardo ad uno soltanto degli elementi di quella statuizione riapre la cognizione sull'intera questione che essa identifica, così espandendo nuovamente il potere del giudice di riconsiderarla e riqualificarla anche relativamente agli aspetti che, sebbene ad essa coessenziali, non siano stati singolarmente coinvolti, neppure in via implicita, dal motivo di gravame (v. Cass. civ., sez. III, 14 dicembre 2024, n. 32563; Cass. civ., sez. III, 19 ottobre 2022, n. 30728).

Nel caso di specie la sentenza del giudice di primo grado aveva ad oggetto l'accertamento della dinamica di scontro fra veicoli per individuare la ripartizione della colpa tra danneggiante e vittime, ma l'impugnazione dei ricorrenti avente ad oggetto quest'ultimo effetto giuridico ha riaperto la cognizione sull'intera statuizione. La Corte territoriale ha tratto il medesimo effetto giuridico individuato dal Tribunale; quindi, ha confermato la sentenza resa in prime cure, ma sulla base di una motivazione diversa da quella del primo giudice. Ciò è perfettamente consentito dal sistema, in base al principio secondo cui la sentenza d'appello, anche se confermativa, si sostituisce totalmente alla sentenza di primo grado, dunque il giudice d'appello ben può in dispositivo confermare la decisione impugnata ed in motivazione enunciare, a sostegno di tale statuizione, ragioni ed argomentazioni diverse da quelle addotte dal giudice di primo grado, senza che sia per questo configurabile una contraddittorietà tra il dispositivo e la motivazione della sentenza d'appello (fra le tante v. Cass. civ., sez. III, 10 ottobre 2003, n. 15185; Cass. civ., sez. VI, 10 gennaio 2017, n. 352; Cass. civ., sez. II, 31 marzo 2022, n. 10536; Cass. civ., sez. III, 26 ottobre 2022, n. 31703).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.