Prova della natura ritorsiva del licenziamento e insussistenza del giustificato motivo oggettivo

Teresa Zappia
24 Aprile 2025

Al fine di accertare la natura ritorsiva del licenziamento è possibile valorizzare gli stessi elementi valutati per escludere la sussistenza del giustificato motivo oggettivo del recesso datoriale?

In linea con la giurisprudenza di legittimità, per accogliere la domanda di accertamento della nullità del licenziamento, in quanto fondato su motivo illecito, occorre che l'intento ritorsivo datoriale abbia avuto efficacia determinativa esclusiva della volontà di recedere dal rapporto di lavoro, anche rispetto ad altri fatti rilevanti ai fini della configurazione di una giusta causa o di un giustificato motivo di recesso, senza che sia necessario procedere ad un giudizio di comparazione fra le diverse ragioni causative del recesso. In ordine al profilo probatorio, l'allegazione, da parte del lavoratore del carattere ritorsivo del licenziamento intimato non esonera il datore dall'onere di provare l'esistenza della giusta causa o del giustificato motivo della propria determinazione (art. 5 l. n. 604/1966). Tenuto fermo quanto detto, nel caso in cui il datore abbia almeno apparentemente fornito la suddetta prova, incomberà sul dipendente l'onere di dimostrare, anche mediante presunzioni, l'intento ritorsivo e, dunque, l'illiceità del motivo unico e determinante del licenziamento. A tale ultimo fine non può escludersi la possibilità di valutare anche quegli elementi che sono stati considerati per escludere il giustificato motivo oggettivo di recesso, nel caso in cui essi, da soli o nel concorso con altri, nella loro valutazione unitaria e globale, consentano di ritenere raggiunta, anche in via presuntiva, la prova del carattere ritorsivo del recesso. Tuttavia, l'accertata insussistenza del giustificato motivo oggettivo del licenziamento non consente, da sola, di presumere il motivo illecito se non ricorrono ulteriori fatti che consentono di provare la ritorsione datoriale (Cfr.: Cass., sez. lav., 09 marzo 2025, n. 6221; Cass., sez. lav., 08 luglio 2024, n. 18547; Cass., sez. lav., 24 giugno 2024, n. 17266).

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