Nessun nuovo accordo con l'ex coniuge per beneficiare della detrazione IRPEF per i figli divenuti maggiorenni

La Redazione
10 Giugno 2025

La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15224/2025, ha stabilito che il coniuge affidatario può beneficiare della detrazione per i figli a carico divenuti maggiorenni nella stessa misura di quando erano minorenni.

Lo ha stabilito la Cassazione, con l'ordinanza n. 15224/2025, che ha accolto il ricorso di una madre, unica affidataria dei figli, contro una cartella di pagamento di 1.104,83 euro emessa nel 2012 dall'Agenzia delle Entrate: alla donna veniva contestato il fatto che avesse fruito integralmente della detrazione, senza ripartirla al 50% con il coniuge separato, essendo i figli diventati maggiorenni, in assenza di un nuovo accordo in merito.

Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale di Frosinone le aveva dato ragione, ma in secondo grado, la Commissione Tributaria Regionale del Lazio, aveva affermato la piena validità ed efficacia della cartella, «tenuto anche conto che l'altro coniuge aveva provveduto a detrarre la sua quota del 50% delle spese per i carichi di famiglia nella propria dichiarazione dei redditi». 

La Suprema Corte, nell'accogliere il ricorso, afferma che quanto sostenuto dalla Commissione Tributaria «non trova fondamento in alcuna norma di legge o principio del diritto tributario così come di quello di famiglia», e «contrasta con la normativa di prassi emanata dallo stesso Ente impositore», che, nella circolare n. 15/e del 2007, precisa: «si ritiene che i genitori possano continuare, salvo diverso accordo, a fruire per il figlio maggiorenne e non portatore di handicap, della detrazione ripartita nella medesima misura in cui era ripartita nel periodo della minore età del figlio».

Inoltre, i Giudici ricordano che l'art. 12 del Tuir, nella versione applicabile ratione temporis, dispone «1. Dall'imposta lorda si detraggono per carichi di famiglia i seguenti importi: […] c) 800 euro per ciascun figlio […]. In caso di separazione legale ed effettiva o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, la detrazione spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario».

Nel decidere la controversia, pertanto, i giudici del rinvio dovranno attenersi al seguente principio di diritto: «la detrazione fiscale per i figli a carico, prevista dall'art. 12, comma 1, d.lgs. n. 546 del 1992 è riconosciuta ai genitori, legalmente separati o divorziati, nella medesima misura in cui era ripartita nel periodo della minore età del figlio, quando quest'ultimo raggiunge la maggiore età, senza che sia necessario un accordo in tal senso tra i genitori».

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