Prova della cessione del credito in blocco: l’avviso in Gazzetta Ufficiale non basta

La Redazione
04 Agosto 2025

La Corte di cassazione, con la sentenza del 25 luglio 2025, n. 21279, ha chiarito che nell’ambito della cessione in blocco dei crediti ex art. 58 TUB, l’intervenuta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale ha valore meramente indiziario e non è sufficiente, da sola, a provare la legittimazione del cessionario in giudizio.

La vicenda esaminata dalla Corte trae origine dal ricorso per cassazione con il quale, per quanto d’interesse, veniva denunciata violazione e falsa applicazione degli artt. 1260, 1262 e 2697 c.c., degli artt. 112, 115 e 116 c.p.c. e dell'art. 58 TUB, in relazione all'art. 360, comma 1, n. 3), c.p.c., per non avere la Corte d'appello di Roma accolto l'eccezione sulla carenza di legittimazione attiva di (omissis) e della mandataria (omissis), e per l'effetto di (omissis) e della mandataria (omissis), in difetto della produzione del contratto di cessione e/o di altre prove idonee a dimostrare l'inclusione del credito controverso tra i rapporti ceduti, a tal scopo non bastando la produzione della sola Gazzetta Ufficiale, che assolve funzione solo corrispondente a quella della notificazione dell'avvenuta cessione.

La Cassazione, nella sentenza 25 luglio 2025, n. 21279, ha accolto il motivo di ricorso relativo a profili squisitamente processuali, censurando l'operato della Corte d'appello di Roma. La Corte di legittimità ha, infatti, richiamato il suo consolidato orientamento in materia di prova della titolarità del credito nelle cessioni in blocco ex art. 58 del Testo Unico Bancario (TUB). Ad avviso della Corte ha errato il giudice d'appello nella parte in cui ha ritenuto raggiunta la prova dell'avvenuta cessione del credito sulla base delle sole risultanze della Gazzetta Ufficiale. La Cassazione ha riaffermato che la pubblicazione dell'avviso di cessione in Gazzetta Ufficiale ha la funzione di surrogare la notifica individuale ai debitori ceduti ai fini dell'opponibilità della cessione (ex art. 1264 c.c.), ma non costituisce prova sufficiente dell'esistenza del contratto di cessione né dell'inclusione di uno specifico credito nel perimetro dei rapporti ceduti, specialmente a fronte di una contestazione del debitore. Il cessionario che agisce in giudizio ha l'onere di dimostrare la propria legittimazione sostanziale, producendo il contratto di cessione o fornendo altri elementi probatori idonei. La pubblicazione in G.U. può assumere, al più, un valore indiziario, da valutare nel contesto di un accertamento complessivo delle risultanze di fatto (Cass. civ. n. 17944/2023).

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