Le sanzioni tributarie sono personali e non si trasmettono agli eredi: la Cassazione ribadisce la cessazione della materia del contendere in caso di decesso del contribuente

La Redazione
11 Agosto 2025

La recente ordinanza della Cassazione n. 22476/25 si inserisce nel solco di una giurisprudenza ormai consolidata: le sanzioni tributarie hanno natura personale e, in caso di decesso del contribuente, non si trasmettono agli eredi, con conseguente cessazione della materia del contendere nel relativo processo.

In questa ordinanza (Cassazione n. 22476/25), la Suprema Corte è tornata a ribadire un principio fondamentale del diritto tributario: le sanzioni amministrative tributarie sono personali, non si trasmettono agli eredi e, in caso di decesso del contribuente, il processo tributario relativo a tali sanzioni deve essere dichiarato estinto per cessazione della materia del contendere.

La S.C. ricorda che l'articolo 8 del d.lgs. 472/1997 sancisce chiaramente il principio della responsabilità personale per le sanzioni amministrative tributarie: la persona fisica risponde delle proprie violazioni, e la sanzione non si trasmette agli eredi, nemmeno se già definitiva al momento del decesso. Tale previsione normativa rafforza il carattere personale delle sanzioni, escludendo ogni forma di successione passiva nel debito sanzionatorio.

Il principio della intrasmissibilità delle sanzioni agli eredi è pacificamente accolto sia dalla dottrina che dalla giurisprudenza: in caso di morte del contribuente, gli eredi non sono tenuti al pagamento delle sanzioni irrogate nei suoi confronti, anche qualora la sanzione sia già divenuta definitiva.

Ne consegue che, laddove il processo tributario abbia ad oggetto esclusivamente sanzioni personali e il contribuente venga a mancare, il giudice deve dichiarare cessata la materia del contendere, in quanto viene meno il presupposto soggettivo della responsabilità.

La Suprema Corte ha inoltre chiarito che la dichiarazione di cessazione della materia del contendere, in caso di decesso del contribuente, comporta la liquidazione delle spese secondo il principio della soccombenza virtuale, ossia valutando l'ipotetico esito del giudizio se questofosse proseguito nel merito.

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