L’assegnazione della casa familiare in caso di figlia maggiorenne disabile
19 Agosto 2025
In materia di divorzio, la Suprema Corte conferma che l'assegnazione della casa familiare al genitore convivente con figlia maggiorenne portatrice di handicap grave richiede la sussistenza, al momento della decisione, di un concreto e attuale collegamento tra la figlia, l'immobile e il genitore stesso. Non assumono rilievo, ai fini dell'assegnazione, mere prospettive future ed eventuali di rientro del figlio nella casa familiare. Viene così ribadito che la disciplina prevista per i figli minori (art. 337-sexies c.c.) si applica anche ai figli maggiorenni disabili gravi, in quanto la legge prevede l'estensione delle stesse tutele in tema di mantenimento, frequentazione e assegnazione della casa. In particolare la Corte ha sostenuto che anche in caso di disabilità grave, l'accertamento deve essere concreto: non vi è spazio per attribuire l'immobile sulla base di esigenze eventuali e non attuali o possibili risvolti futuri che potrebbero risultare da valutazioni mediche ancora da svolgere. |