Non è automatica l’aggiunta del cognome paterno se rischia di danneggiare il minore

La Redazione
28 Agosto 2025

La Cassazione nell’ordinanza 23905/2025, rigetta il ricorso di un genitore che, dopo una prolungata assenza dalla vita della figlia, aveva chiesto di riallacciare i rapporti con lei, reclamando l’affidamento condiviso e l’integrazione del suo cognome a quello materno.

La Corte di cassazione, con l’ordinanza n. 23905/2025, ha confermato il rigetto del ricorso di un padre che, dopo una prolungata assenza dalla vita della figlia, aveva chiesto sia l’affidamento condiviso sia l’aggiunta del proprio cognome a quello materno. I fatti: il padre, non avendo partecipato attivamente alla crescita della bambina e risultando inadempiente agli obblighi di mantenimento, si è visto negare le sue richieste sia in primo che in secondo grado. I giudici di legittimità, nel respingere nuovamente il ricorso, hanno ribadito che l’affidamento esclusivo alla madre è giustificato dalla tutela dell’interesse morale e materiale della minore. Sul cognome, la Cassazione precisa che l’art. 262 c.c. consente l’aggiunta del cognome del genitore che riconosce tardivamente solo se ciò non lede la consolidata identità personale del figlio, né arreca pregiudizio. Il superiore interesse del minore è quindi centrale in ogni decisione.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.