Codice deontologico forense: in Gazzetta le ultime modifiche
03 Settembre 2025
Vediamo nel dettaglio le modifiche introdotte: Riservatezza della corrispondenza L'avvocato non deve consegnare al cliente e alla parte assistita la corrispondenza di cui al comma 1 dell'art. 48, cod. deont., ovvero la corrispondenza intercorsa esclusivamente tra colleghi qualificata come riservata, nonché quella contenente proposte transattive e relative risposte. Qualora venga meno il mandato professionale, «può consegnarla al collega che gli succede, a sua volta tenuto ad osservare il medesimo dovere di riservatezza» (art. 48, comma 3, cod. deont.). Dovere di verità «L'avvocato, nella presentazione di istanze o richieste riguardanti lo stesso fatto, deve indicare i provvedimenti già ottenuti, compresi quelli di rigetto, di cui sia a conoscenza» (art. 50, comma 6, cod. deont.). Testimonianza «L'avvocato deve comunque astenersi dal deporre sul contenuto di quanto appreso nel corso di colloqui riservati con colleghi nonché sul contenuto della corrispondenza riservata e di quella contenente proposte transattive e relative risposte intercorsa con questi ultimi» (art. 51, comma 2, cod. deont.). Ascolto del minore «Salvo che sia stato nominato curatore speciale del minore, l'avvocato non può procedere all'ascolto di una persona minore di età senza il consenso degli esercenti la responsabilità genitoriale, sempre che non sussista conflitto di interessi con gli stessi» (art. 56, comma 1, cod. deont.). «L'avvocato procede all'ascolto del minore secondo modalità che assicurino il preminente interesse dello stesso» (art. 56, comma 1-bis, cod. deont.). Arbitrato Con la modifica dell'art. 61, comma 3, cod. deont. «L'avvocato non deve accettare la nomina ad arbitro se una delle parti del procedimento sia assistita, o sia stata assistita negli ultimi due anni, da altro professionista di lui socio o con lui associato, ovvero che eserciti negli stessi locali o collabori professionalmente in maniera non occasionale. In ogni caso l'avvocato deve comunicare per iscritto alle parti ogni ulteriore circostanza di fatto e ogni rapporto con i difensori che possano incidere sulla sua indipendenza, al fine di ottenere il consenso delle parti stesse all'espletamento dell'incarico». Inoltre, secondo la modifica al comma 5, l'avvocato «deve rendere con chiarezza e lealtà le dichiarazioni di cui all'art. 813 del codice di procedura civile». Infine, con la riscrittura del comma 7, «il divieto di intrattenere rapporti professionali di cui al comma precedente si estende ai professionisti soci, associati ovvero che esercitino negli stessi locali o collaborino professionalmente in maniera non occasionale». Mediazione In tema di mediazione, l'avvocato non deve assumere la funzione di mediatore se «una delle parti sia assistita o sia stata assistita negli ultimi due anni da professionista di lui socio o con lui associato ovvero che eserciti negli stessi locali e collabori professionalmente in maniera non occasionale. In ogni caso costituisce condizione ostativa all'assunzione dell'incarico di mediatore la ricorrenza di una delle ipotesi di ricusazione degli arbitri previste dal codice di rito. Il divieto si estende ai professionisti soci, associati ovvero che esercitino negli stessi locali e collaborino professionalmente in maniera non occasionale» (art. 62, comma 3, lett. b, cod. deont.). Negoziazione assistita Il nuovo art. 62-bis, di seguito riportato, è invece dedicato alla negoziazione assistita: «1. All'avvocato che assiste la parte in negoziazione è fatto obbligo di comportarsi con lealtà nei confronti delle parti, dei loro difensori e dei terzi nel corso del procedimento e nella attività di istruzione stragiudiziale. 2. All'avvocato che assiste la parte in negoziazione è fatto obbligo di mantenere riservate le informazioni ricevute. Le dichiarazioni rese e le informazioni acquisite nel corso del procedimento non possono essere utilizzate ne' riferite nel giudizio avente in tutto o in parte il medesimo oggetto, ad eccezione delle dichiarazioni acquisite nell'attività di istruzione stragiudiziale. 3. L'avvocato che assiste la parte in negoziazione non deve intrattenersi con i terzi chiamati a rendere le dichiarazioni nell'ambito del procedimento o con le persone informate sui fatti con forzature o suggestioni dirette a conseguire deposizioni compiacenti. 4. All'avvocato che assiste la parte in negoziazione è fatto divieto di impugnare un accordo alla cui redazione ha partecipato, salvo che la stessa sia giustificata da fatti sopravvenuti o dei quali dimostri di non avere avuto conoscenza. 5. La violazione del divieto di cui ai commi 1, 3 e 4 comporta l'applicazione della sanzione disciplinare della censura. La violazione del divieto di cui al comma 2 comporta l'applicazione della sanzione disciplinare della sospensione dall'esercizio dell'attività professionale da due a sei mesi». Fonte: dirittoegiustizia |