Compensazione e perequazione: la Suprema Corte sul diritto all’assegno e alla quota TFR nel divorzio

La Redazione
10 Settembre 2025

Confermato l’assegno divorzile e la quota TFR alla ex moglie, valorizzando il sacrificio professionale per la famiglia e la disparità nei trattamenti pensionistici.

La vicenda trae origine dall'appello proposto dal signor O.A. contro la decisione del Tribunale di Parma che, in sede di divorzio, aveva riconosciuto a favore della ex moglie, signora G.M., un assegno divorzile di 350 euro mensili e la quota del TFR ai sensi dell'art. 12-bis della legge n. 898/1970.

La Corte d'appello di Bologna, pur riformando parzialmente la sentenza di primo grado, ha confermato sia l'assegno che la quota TFR, escludendo invece il diritto della signora G.M. sulle somme accantonate nel fondo pensione complementare dell'ex marito. Nella motivazione, la Corte ha riconosciuto che non sussisteva squilibrio patrimoniale dovuto ai diversi ruoli familiari, poiché la ex moglie era già stata compensata tramite accordi separativi e la divisione dei beni. Tuttavia, il riconoscimento dell'assegno è stato giustificato dal divario tra i trattamenti pensionistici degli ex coniugi, originato dal lungo periodo in cui la signora G.M. aveva sacrificato opportunità lavorative per dedicarsi ai figli.

Il signor O.A. ha proposto ricorso per Cassazione lamentando, tra l'altro, che la funzione compensativa dell'assegno fosse già stata soddisfatta in sede di separazione e che la perdita di chance lavorative della ex moglie non fosse stata adeguatamente provata. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ribadendo che la funzione dell'assegno divorzile è sia compensativa che perequativa e che va riconosciuto quando, al momento del divorzio, persista uno squilibrio economico riconducibile all'organizzazione familiare. La Corte ha inoltre chiarito che il fondo pensione complementare non è assimilabile al TFR e non può essere oggetto di riparto in sede divorzile.

La decisione conferma che il giudice deve valutare il contributo dato dal coniuge economicamente più debole alla vita familiare, anche in assenza di perdita documentale di occasioni lavorative, secondo i principi delle Sezioni Unite sulla funzione perequativa dell'assegno divorzile, e che la divisione patrimoniale in separazione non esclude la spettanza dell'assegno se permangono squilibri al momento del divorzio.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.