Atti di ordinaria e straordinaria amministrazione: criteri distintivi

La Redazione
01 Agosto 2014

Sono atti di ordinaria amministrazione, e possono essere compiuti dal debitore senza autorizzazione del tribunale, dopo il deposito dell'istanza di concordato in bianco, ex art. 161, comma 7, l. fall., quegli atti di comune gestione dell'azienda, ossia quelli strettamente aderenti alle finalità e alle dimensioni del patrimonio aziendale, ovvero quelli che migliorino o comunque conservino il patrimonio.

Sono atti di ordinaria amministrazione, e possono essere compiuti dal debitore senza autorizzazione del tribunale, dopo il deposito dell'istanza di concordato in bianco, ex art. 161, comma 7, l. fall., quegli atti di comune gestione dell'azienda, ossia quelli strettamente aderenti alle finalità e alle dimensioni del patrimonio aziendale, ovvero quelli che migliorino o comunque conservino il patrimonio.
L'affitto d'azienda, così come la cessione del contratto d'affitto, la stipula del contratto di locazione o la vendita di attrezzature, devono invece essere qualificati come atti di straordinaria amministrazione e devono pertanto essere autorizzati dal tribunale.

Per valutare se un atto sia di ordinaria o di straordinaria amministrazione non può farsi riferimento al criterio utilizzato per l'amministrazione del patrimonio degli incapaci, ossia se l'atto sia conservativo o meno, poiché l'attività imprenditoriale presuppone necessariamente atti di disposizione del patrimonio.

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