Codice Civile art. 241 - Prova in giudizio (1) (2).Prova in giudizio (1) (2). [I]. Quando mancano l'atto di nascita e il possesso di stato, la prova della filiazione può darsi in giudizio con ogni mezzo (3) (4).
(1) L’art. 7, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha sostituito il Titolo, modificando la rubrica del Titolo (la precedente era «Della filiazione»), e sostituendo la «Sezione II: "Delle prove della filiazione legittima"» con il «Capo II: "Delle prove della filiazione"». (2) Rubrica sostituita dall'art. 16, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154. Il testo precedente recitava: «Prova con testimoni». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. (3) L'art. 16, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha sostituito il comma. Il testo precedente recitava: «Quando mancano l'atto di nascita e il possesso di stato, o quando il figlio fu iscritto sotto falsi nomi o come nato da genitori ignoti, la prova della filiazione può darsi col mezzo di testimoni». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. (4) Seguiva un secondo comma abrogato dall'art. 16, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154. Il testo precedente recitava: «Questa prova non può essere ammessa che quando vi è un principio di prova per iscritto, ovvero quando le presunzioni e gli indizi sono abbastanza gravi da determinare l'ammissione della prova». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. InquadramentoLa precedente versione dell'art. 240 prevedeva che quando mancasse l'atto di nascita e il possesso di stato, o quando il figlio fosse iscritto sotto falsi nomi o come nato da genitori ignoti, la prova della filiazione potesse darsi col mezzo di testimoni. Questa prova non poteva essere ammessa che quando vi fosse un principio di prova per iscritto, ovvero quando le presunzioni e gli indizi fossero abbastanza gravi da determinare l'ammissione della prova. Il nuovo art. 241 prevede, invece, che quando mancano l'atto di nascita e il possesso di stato, la prova della filiazione può darsi in giudizio con ogni mezzo. Regime giuridicoGli artt. 241, 242, 243, prima del d.lgs. n. 154/2013, regolavano la prova in giudizio della filiazione. L'art. 241, vecchia versione, prevedeva che la prova della filiazione potesse offrirsi con testimoni ma purché vi fosse un principio di prova per iscritto oppure quando le presunzioni e gli indizi fossero abbastanza gravi da determinare l'ammissione della prova. In coerenza con questo regime, l'art. 242 prevedeva che “il principio di prova per iscritto risulta dai documenti di famiglia, dai registri e dalle carte private del padre o della madre, dagli atti pubblici e privati provenienti da una delle parti che sono impegnate nella controversia o da altra persona, che, se fosse in vita, avrebbe interesse nella controversia”. L'art. 243 regolava, al contempo, la prova contraria stabilendo che: “La prova contraria può darsi con tutti i mezzi atti a dimostrare che il reclamante non è figlio della donna che egli pretende di avere per madre, oppure che non è figlio del marito della madre, quando risulta provata la maternità”. Il d.lgs. n. 154/2013, avendo riscritto l'art. 241, ha abrogato gli artt. 242 e 243. Il nuovo regime, previsto per l'azione di reclamo ma ormai affine a quello enucleato per la disposizione di cui all'art. 269, si giustifica considerando i progressi compiuti nell'ambito delle indagini ematologiche e genetiche che consentono oggi di fornire la prova certa della paternità e della maternità, collocando su un secondo piano la prova testimoniale (Buffone, Le novità del “decreto filiazione”, Milano, 2014, 34). BibliografiaAuletta, Diritto di famiglia, Torino, 2014; Bianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Buffone, Le novità del “decreto filiazione”, Milano, 2014; Cian-Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Finocchiaro F., in Comm. S. B., artt. 84-158, Bologna-Roma, 1993; Jemolo, in La famiglia e il diritto, in Ann. fac. giur. Univ. Catania, Napoli, 1949, 57; Oberto, La comunione legale tra i coniugi, in Tr. C.M., Milano, 2010; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015. |