Codice Civile art. 932 - Tesoro.

Alberto Celeste

Tesoro.

[I]. Tesoro è qualunque cosa mobile di pregio, nascosta o sotterrata, di cui nessuno può provare d'essere proprietario.

[II]. Il tesoro appartiene al proprietario del fondo in cui si trova [959, 988; 647 c.p.]. Se il tesoro è trovato nel fondo altrui, purché sia stato scoperto per solo effetto del caso, spetta per metà al proprietario del fondo e per metà al ritrovatore. La stessa disposizione si applica se il tesoro è scoperto in una cosa mobile altrui.

[III]. Per il ritrovamento degli oggetti d'interesse storico, archeologico, paletnologico, paleontologico e artistico, si osservano le disposizioni delle leggi speciali [826 2] (1).

(1) V. ora artt. 88 ss. d.lg. 22 gennaio 2004, n. 42.

Inquadramento

Una particolare forma di invenzione è quella che riguarda il tesoro, ossia qualunque cosa mobile di pregio, nascosta o sotterrata, di cui nessuno può provare di essere proprietario. Essa appartiene al proprietario del fondo in cui si trova, ma se il tesoro è trovato nel fondo altrui, purché sia stato scoperto per solo effetto del caso, spetta per metà al proprietario del fondo e per metà al ritrovatore, aggiungendo che la stessa disposizione si applica se il tesoro è scoperto in una cosa mobile altrui. Per quanto concerne, invece, il ritrovamento degli oggetti di interesse storico, archeologico, paletnologico, paleontologico e artistico, si osservano le disposizioni delle leggi speciali (si veda, soprattutto, gli artt. 88 ss. d.lgs. n. 42/2004, avente ad oggetto il codice dei beni culturali e del paesaggio).

Dunque, un tesoro in senso giuridico si configura quando manca un proprietario (che riesca a dimostrare il suo titolo) di cosa mobile pregiata occultata (Martini, 711). Dalla predetta definizione discende che la regola per cui titolare del tesoro è il proprietario del fondo o della cosa mobile in cui è ritrovato vige solo nella misura in cui nessuno riesca a dimostrare il suo titolo di proprietà sul bene, anche successivamente al ritrovamento (e salvo usucapione). La disciplina chiarisce, altresì, che il tesoro spetta al proprietario del fondo anche quando sia stato ritrovato da un terzo, cui, al contrario, nulla spetterà perché non si applica il regime delle cose ritrovate (art. 927).

Reperti archeologici

Riguardo a quest'ultimo aspetto, si è affermato (Cass. I, n. 22501/2004) che, poiché, dall'entrata in vigore della l. n. 364/1909, la proprietà sui reperti archeologici appartiene, a titolo originario, allo Stato, il privato che rivendichi il proprio diritto di proprietà su detti beni può solo eccepire, fornendone la relativa prova, che i beni stessi sono stati acquisiti in proprietà privata prima del 1909 o far valere una delle ipotesi nelle quali la l. n. 1089/1939 consente che quei beni ricadano in proprietà di privati.

L'appartenenza della cosa mobile ad antica civiltà e il suo rinvenimento nel sottosuolo ne comportano di diritto l'attribuzione al patrimonio indisponibile dello Stato come bene d'interesse archeologico, senza che sia a tale fine necessario l'espresso riconoscimento dell'interesse culturale dell'oggetto da parte della competente autorità; tale essendo sin dall'entrata in vigore della l. n. 364/1909 il normale regime proprietario delle cose di interesse archeologico, su chi contesti il diritto dominicale dello Stato grava l'onere di provare, in via di eccezione, che il rinvenimento e l'appropriazione della cosa da parte di privati si sono verificati anteriormente all'entrata in vigore della detta legge (Cass. I, n. 2995/2006).

Sul versante della giurisdizione, si è affermato (Cass. S.U., n. 5353/2011) che, in relazione alla procedura prevista dall'art. 44 l. n. 1089/1939 — sostanzialmente trasfusa prima nell'art. 90 d.lgs. n. 490/1999, e poi nell'art. 93 d.lgs. n. 42/2004 — fino alla determinazione definitiva del premio, o mediante l'accettazione dell'offerta formulata dalla Pubblica Amministrazione o a seguito della determinazione dello stesso da parte della commissione di cui al comma 2 del citato art. 44, il privato (proprietario e scopritore) è titolare di un interesse legittimo al corretto svolgimento del relativo procedimento, solo all'esito del quale il diritto soggettivo, concretamente determinato, viene ad esistenza; pertanto, ove il medesimo contesti l'entità del premio offerto e lamenti la mancata attivazione, da parte dell'amministrazione, del procedimento di nomina della commissione di cui all'art. 44, la relativa controversia è devoluta alla giurisdizione del giudice amministrativo.

Bibliografia

Ciani, Occupazione “appropriativa” e acquisto della proprietà: una nuova pronuncia, in Giur. agr. it. 1990, 173; De Giovanni, Acquisto della proprietà del suolo per effetto dell'esecuzione di opera pubblica, in Vita not. 1983, 937; Martini, Tesoro, in Dig. civ., Torino, 2000; Varlaro Sinisi, L'occupazione acquisitiva: prova dell'acquisto, a titolo originario, del diritto di proprietà. Conseguenze in ordine alla trascrizione immobiliare ed alla volturazione catastale, in Giust. civ. 1998, II, 25.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario